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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. II
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Supino, Igino Benvenuto: Il pergamo di Giovanni Pisano nel duomo di Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0114

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SI

origine furono dico tutte queste et altri assai che io taccio, dalle voraci fiamme distrutti e con-
sumate. Perchè egli è una cosa conveniente che quelle cose o per santità o per antichità o per
qualchaltra eccellenzia risplendono, poi che essendo nate una volta deono al tutto finire, non
altra fine habbino che essere da quello elemento consumate che, di tutti gli altri, è il più nobile
e questo è il fuoco. Onde quelle cose che ne sagrati usi si adoperavano, quelli finiti, usa la Chiesa
cattolica o gettarle nel Sacrario o darle al fuoco ad ardere. Così questo Duomo essendo per
molti secoli stato in piede per servizio del divin Culto, finalmente, essendo venuto al suo ultimo
giorno, come cosa sacra l'ha consumato il fuoco. Nel luogo del quale un altro per avventura
più bello et più magnifico sarà eretto dal ser."10 Ferdinando Medici (Iran' Duca di Toscana
e signor nostro, con il quale apertamente dimostrerà a tutti e futuri secoli la religione e libe-
ralità sua ».

Vi.

Ma ritorniamo al nostro argomento non senza prima citare, a titolo di curiosità, l'ordine
emanato da don Ferdinando de' Medici, gran duca di Toscana, affinchè le spese per la restau-
razione possino jiììi comodamente e più presto estri- sopportate: 1

« Stefano Berti cancellieri della nostra città di Pisa acciò che l'opera del duomo, di San Gio-
vanni et Sagrestia della detta Chiesa possino più comodamente e più presto sopportar le spese
necessarie per la restaurazione di detto tempio come è mente nostra habbiamo voluto resecar le
seguenti spese: Per durante il tempo di detta fabbrica et voi intimerete questo nostro hordine al
operaio, che lo farete registrare a lfliri dell'opera et a libri publici delle deliberationi concernenti
detta fabbrica; il salario dell'operaio et ogni sorta di regaglie cessi et di dette regaglie di qual
si voglia sorte se ne faccia denari et li mettine a entrata. 11 salario dell'advocato cessi; il salario
del procuratore e notaio si riduca a scudi sei l'anno in tutto, il salario del camarlingo si riduca
a scudi trentasei l'anno et se il camarlingo presente no si contenta veggasi di trovar altro clic dia
buona sicurtà o veramente si cerchi un cambio che forse farà l'elemosina di farlo gratis, massime
con dover maneggiare molti denari, il scrivano et fattore si riduca a trecento lire l'anno in tutto,
la spesa dell'orologio et di alzare H mantici per dell'organo cessi, l'imbiancatura de panni si dia
al monistero di San Giuseppe con fare una conventione con le monache all'arbitrio dell'operaio e
de quattro deputati, la quale non sie conforme alle spese che ora si paglia che ci pare grande, le
tnasseritie di casa si radino vendendo tutte nè per questo conto si faccino più spese senza nostro
ordine, la campana rotta dell'opera si venda a denari contati a chi più ne offerirà, e si pigli
l'offerta ancora di Gir.""' Ser Jacopi, le spese per la domenica delle palme si riduca a cinq'" lire
l'anno in tutto, le spese della cera per la purificazione della beata Vergine si riducili parimente
a lire cinquanta di cera bianca, li conti dell'operaio si debbino render gratis e senza nessuna
sorte di spese, ne regaglie et così si eseguisca precisamente dandoci conto del seguito, data in
Fiorenza li XYII di novembre MCLXXXXT, nel consegnar la cera a sagrestani si osservi per
il modo che ne daranno li deputati.

« 11 gran duca di Tose""».

F deputati alla restaurazione dell'edificio così completamente rovinato dal terribile incendio
furono i quattro gentiluomini pisani : Orazio Rondoni, Giovanni Vecchiani, Carlo Lanfranchi e
Pietro Marracci, i quali, come scrive il Rondoni, « si son messi a questa impresa e la tirano in-
nanzi non risparmiando nessuna fatica ». Dai registri di uscita dell'Opera si potrebbero rilevare tutte
le spese occorse per appuntellare il Duomo, per nettare il pavimento dal piombo colato e dai
pezzi di legno abbruciati, per la qual cosa occorsero moltissimi giorni e vi furono impiegate
anche le donne, per rifare la porte provvisorie e coprire le volte di tetti posticci a che l'acqua
non piovessi dentro; ma di troppo mi allontanerei dal soggetto. Sarà bene dunque constatare subito

' Entrata e V»cita dell'Opera del Duomo dal 159" al 16 novembre 1604 per la restaurazione del Duomo (voi. 1442).

Archivio storico dell'Art* - Annu V, Fase. II.
 
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