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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. III
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Gnoli, Domenico: La cancelleria ed altri palazzi di Roma attribuiti a Bramante
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0216

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180

D. GNOLI

infatti e c'è forse ancora sotto l'intonaco. Non è da maravigliarsi se gli scrittori non l'hanno
letta, poiché essa era nascosta sotto uno stemma mediceo postovi da Leon X o Clemente VII ; 1
ma la riferisce il Ciacconio. Essa diceva: II. Card. Riarius — Sixti IV pronep. — cam.

AEDES FECIT - ann. SALUT. MCDLXXXIX. 2

Abbiamo da ultimo la nota iscrizione scolpita lungo tutta la facciata entro il fregio del cor-
nicione posto sopra il primo piano, che dice : Raphael Hiarius Savonensis S. Georgii cardi-
nale S. II. E. Camerarius a Sixto IV Pontifice Maximo honoribus ac fortunis honestatus

TEMPI,UM DIVO IjAURENTIO MARTYRI DICATUM et AEDES a FUNDAMENTIS SUA IMPENSA FECIT

MCCCCXCV. Alexandro VI P. M.

Erano dunque sulla facciata due iscrizioni con due date diverse, distanti di sei anni l'una
dall'altra. Ma ciò si spiega se si ponga mente che la data del 1495 e l'indicazione del ponti-
ficato si trovano in quella parte del fabbricato che serve di facciata alla chiesa. Ciò vuol dire
che la parte del palazzo destinata ad abitazione del cardinale, verso via Florida e Campo di
Fiore, era già tanto innanzi nel 1489 da poter collocare sopra la finestra di mezzo del primo
piano quella iscrizione. Seguì poi la costruzione della chiesa, su cui è la data del 1495, che segna
press'a poco il compimento dell'edifizio. Infatti nell'anno seguente, 1496, egli si era recato già
ad abitare nel palazzo e datava da quello le sue lettere. 3 Allontanatosi poi il Riario da Roma
nel 1499, quando il duca Valentino intraprese la guerra di Romagna, vi tornò trionfalmente
nel 1503, in seguito alla morte di Alessandro VI; e quando Giuliano della Rovere, dopo il bre-
vissimo pontificato di Pio III, ascese nello stesso anno al soglio pontificio, egli pose agli angoli
del suo palazzo le targhe coll'arma e il nome del pontefice suo congiunto, come costumavano
di fare non solo i parenti, ma i familiari e i beneficati del papa, senza che ciò abbia relazione
alcuna colla costruzione del palazzo.

Le cose fin qui esposte trovano conferma nel libro mastro de' camerlenghi della Congrega-
zione della Fabbrica de' Santi Lorenzo e Damaso. Questa Congregazione, istituita nel 1425, durò
fino al 1500; ma le memorie terminano appunto coll'anno 1486, in cui il cardinale pose mano
alla nuova fabbrica: dopo quella data, si trovano solo alcune partite notate da' camerlenghi. E
notevole che nel lato del palazzo della Cancelleria che guarda sulla via del Pellegrino ci sia,
contro il costume de' palazzi, una fila di botteghe. Ora ò da sapere che nell'antico palazzo c'erano
su quella via delle botteghe, di cui la rendita spettava alla mensa del Capitolo di San Lorenzo
in Damaso ; onde il cardinal Riario, nell'edificare il palazzo nuovo, dovette obbligarsi di farvi altret-
tante botteghe che dessero la stessa rendita. Nel 1492, si nota fra le entrate la seguente: Petrus ile
Calvis tenetur solvere annuatim prò apotheea ubi retinet Bancum due. quatuor quousque Palatium super
Baiicum sit copertimi fedo. La fabbrica dunque, nel 1492, non era coperta di tetto, ma era già al
punto da potersene affittare le botteghe. Lo stesso si ripete negli anni seguenti 1498 e 1494;
senonchè in quest'ultimo, dopo le parole: quousque palatium super Bancum fuerit copertum teeto,
si aggiunge: postea ad rationem due. orto. Difatti, dal 1495 in poi, la pigione fu raddoppiata:
Petrus de Calvis bancharius debet solvere annuatim prò Banco /insito siili domo palatii, ducatos orto
de carolenis. 4 Abbiamo da ciò che la data del 1495, scolpita sulla facciata, indica appunto il
compimento della fabbrica, l'anno in cui essa fu ricoperta di tetto. Nell'anno seguente, come
abbiam visto, il palazzo era abitato dal cardinale. Esso dunque fu costruito nel novennio che
corre dal 1486 al 1495.

Col porre queste due date alla costruzione del palazzo e della chiesa non intendo affermare

1 Per questo stemma vedi la Descrizioni- di li-, pub-
blicata da K. Lanciani neìVArrh. Poni, di St. Patrin,
voi. VI, p. 227; e i Palazzi di Roma, del Fkrrerio. Tolto
lo stemma, fu scritto a colore sopra l'intonaco: Corpo
deliberativo: iscrizione che oggi di nuovo riappare sotto
alla scialbatura.

2 Nel Ciacconio, Vita del card. Riario, ni legge

MDLXXXIX; ma evidentemente allo scrittore o al ti-
pografo è sfuggito il C avanti al D.

3 I'. Adinolfi, La Torre de' 8anguigm, p. 108.

4 Dalle note del p. Antonio Aglick, Minore Osser-
vante, ad una poesia di Elia Lampridio Cervini, riferite
dal Cancellieri nelle Memorie della vecchia e nuora
Cancelleria. Cod. Vat. M8I, p. 45.
 
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