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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. III
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Gnoli, Domenico: La cancelleria ed altri palazzi di Roma attribuiti a Bramante
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0220

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184

I). GNOLI

ritenere Bramante autore de'due palazzi, il Vasari risulterebbe reo d'errori ben più gravi, tan-
tochè converrebbe disfare in gran parte quel ch'egli ha scritto di lui.

Una casa, attribuita da alcuni, negata da altri a Bramante, appartiene certamente allo stesso
gruppo dei due palazzi ; quella cioè di Giampietro Turci, incontro al Governo Vecchio. Nel fregio
sopra l'architrave del primo piano essa porta la data: (Dino saeculari MI). Anticipandone il
cominoiamento anche di un solo anno, siamo già avanti al'à venuta di Bramante in Ronni.

Di parecchie altre fabbriche, fra le quali il palazzi ichi incontro al palazzo Massimi, che
dimostrano d'essere più o meno una derivazione dalla Pantelleria, è inutile discorrere. La que-
stione è tutta nel palazzo del cardinal di San Giorgio, il qiu:' come il più antico, è il tipo e
modello degli altri; e tutto dipende dal poter dimostrare che, per lo meno, nel 1486 Bramante
potesse essere in Roma a costruirvi il più splendido palazzo della città. Nò ciò basterebbe, ma
converrebbe anche supporre ch'egli o restasse in Roma o vi tornasse più volte; non essendo affatto
credibile eh' egli, dati i disegni, abbandonasse in tutto ad altri l'esecuzione di sì gran fabbrica,
e la risoluzione de' problemi che dovevano necessariamente incontrarsi a ogni passo.

Rimane la tradizione ! Veramente queste benedette tradizioni sappiamo oramai a che si ridu-
cano il più delle volte, quando si vadano ad analizzare e a ricercarne le origini. Ma nel nostro
caso i riverenti della tradizione possono rassicurarsi, poiché, oltre a non aver altra base fuorché
nel Vasari, il quale non ha mai detto che ne fosse autore Bramante, essa è tutt'altro che concorde.
La cosa parrà nuova a molti, ma è così. Fra le antiche guide e descrizioni di Roma, il Titi,1 per
citare le migliori, dice architettato dalli Sangalli, secondo l'opinione di molti; il Rossini: 2 è archi-
tettura del Sangalli; il Martinelli : 3 architettato da Bramante, o, come altri vogliono, dal Sangallo;
e così delle altre Guide, quale ha il solo nome di Bramante, quale il solo del Sangallo o dei
Sangalli, e la maggior parte si tengono incerte fra i due. Ciò fin quasi alle ultime Guide del
secolo scorso;4 poi il nome di Bramante, cioè del più famoso fra i due, ha cacciato fuori l'altro,
come suole accadere, ed è rimasto solo. Non intendo dare alle affermazioni delle Guide un peso
maggiore che non meritino; ma esse rappresentano la tradizione, e per esse si dimostra che manca
a favor di Bramante la tradizione concorde.

In conclusione, all'attribuzione del palazzo della Cancelleria a Bramante manca la base sto-
rica, manca la tradizione antica e concorde, mentre risulta d'altra parte ch'esso era costruito
già da parecchi anni quando venne a Roma Bramante.

Giunti a queste conclusioni per via della storia e della cronologia, si può ora liberamente
e coll'animo sgombro da ogni preconcetto entrare nelle ragioni dell'arte, e ricercare in che staro
si trovasse in Roma l'architettura all'arrivo di Bramante e come egli la trasformasse e la rin-
novasse.

D. Gnoij.

( < 'mitiliun.)

1 'Piti Fu.., Ammaestramento di pittura, ecc., nelle
chiese di Roma, 1686, p. 99.

* Rossini, Il Mercurio Errante, 1693, p. 68.

del 1775.

3 Martinelli, Homo ricercata nel suo sito, 1761, p. 61.

4 Vedi per esempio la Nuora descrizione di Roma,
 
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