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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. IV
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Ricci, Corrado: Giovanni da Siena
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0287

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CORRADO RICCI

sotto da la ghiexia de San Benedetto, e da lì innanci per le ehaxette l'i circostanti questa tagliada
circondava tutto lo ditto castello. E simelmente t'eno dal lacto de f'uora de la cittade, e feno fare
in San Martino da l'Avesa uno mangano, clic fo dritto buxo lo campo del Merchado de f'uora da
la ditta tagliada, ad animo et intentione de dare la battaglia al ditto castello, in lo quale era
pocha gente d'arme, et in quel mezzo che la battaglia se desse lo ditto maestro Zoanne da Siena
ingignero, con gli ditti guastaduri voleano et avevano pensado de rompere lo muro in alchuna
parte del ditto castello, per averlo e per redurlo a la cittade, e per trarre f'uora de quello An-
drea marinaro ehastelluno e '1 ditto Aloixe da Prato, con li fanti ch'eran dentro con loro rivegli
de la cittade de Bologna. RI quale Aloixe era allora in tamanto stado in Bologna, a posta del
Sancto Padre papa Zoanne, che niente se feva in la città de Bologna, nè che spettasse al Reg-
gi mento, se non de suo consentimento e volontade, non obstante che '1 cardenale de Napoli fosse
rotnaxo per Signore ». 1 II cronista registra la dedizione della fortezza al 28 maggio «non obstante
che '1 castello preditto fosse fortissimo; intorno intorno, dentro da la cittade e de f'uora, gli fosse
uno bastione rempetto la porta de Galliera fortissimo e con le mure grossissime e con gli ponti
levaduri, e uno desnodato a modo de trabuchetto, con uno recetto da ogne lado, de fuora da
le mura de la citade ». 2 Luigi da Prato ed Andrea Castello cedettero dunque la ròcca, salvi
gli averi e le persone : anzi chiesero al comune ottomila fiorini per loro, fiorini che furono pro-
messi e pagati, onde « poste le bandiere del comune di Bologna suxo le torri del ditto castello,
incontinenti fono sonade le campane a modo de festa per allegrezza circa le XVIII! ore. Per
la qual chosa quasi tutto lo popolo trasse al castello, e subitamente con grandissimo furore
coinenzono a desfare, rompendo ventiere, buttando zo merli, desfazando gli recetti de fuora, rom-
pendo le mura de le guardiole de quigli, ogn'omo portava via, chi assi, chi ferramento, chi una
cosa, chi un'altra in tanto forore che '1 pareva che '1 mondo se desfesse. E poscia dal ditto di
inanci, fo deputadi ingigneri a desfarlo, gli quali tratta prima fuora la monitione che gli era
infinita, de bombarde, de balestre, de sitamento, de carne salada, de sale, de vino, de fermento,
de polvere da bombarde, de solfano, de colla da impenare, de formaglio, d'olio e d'ogni cosa
necessaria per una tale monitione, e portada al palazzo de la monitione del comune de Bologna,
li ditti ingigneri comenzono a rompere e a tagliare gli pedali de le thurri e a puntellarle, e
poscia fichando fuogo in gli puntari le fevano minare a terra, e questa faccenda durando, sempre
gli andava gente assai a vedere e massimamente le feste in le quali non solamente gli omini,
ma le femene a belle brigade zuveni e vecchie, d'ogni conditione andavano a vedere ». :i

Tanta mina non fu compensata da libertà veruna; perocché i beccai e i cartolai saliti al
governo di Bologna [ireste si addimostrarono più violenti ed ingiusti dominatori dei preti stessi,
aggiungendo tasse a tasse, supplizi a supplizi, disonestamente, ciecamente. La notte dal 25
al 20 agosto 1412 la città insorse contro di loro, cacciandoli di Palazzo; poi il 28 settembre
rivolle il governo pontificio. Giovanni XXIII vi mandò legato Lodovico dal Fiesco cardinale.

Tre anni dopo, nel vespero del 2b" febbraio del 1414, Giovanni XXIII fu di nuovo in
Bologna. Non aspettò dieci giorni a far ricominciare il castello, da chi l'avea fatto nel 1404 e
disfatto nel 1411! Seguiamo il cronista: « 1414. Una zuoba (giovedì) mattina, che fu adì 8 del
mese de marzo, lo preditto sancissimo Padre e Signore; di Bologna papa Zoanne XXIII, si te
comenzaTe de desegnare e de lavorare a la refacione del castello da la Porta de Galiera e del
campo del Merchado de Bologna ch'era stado tutto guasto e buttado in terra, un'altra volta,
per la expulsione de la signoria sua. Al quale castello refare fo posto per Ingignero Maestro
Zoanne da Siena. E quel dì predetto, gli primi nomini e '1 primo Comune de fuora del nostro
contado che vignisse a lavorare e a chavare le fosse e a fare zo che fosse comandado per quello
si fosse gli omini del comune di San Zoanne in Persexcto ». 4 11 Ghirardacci aggiunge che il

1 Cron. cit. '.230. — Cfr. anche all'Aron, boi. i due
Libri per le spese del castello » porta Galliera - Ufficio
dei fortilizi e di munizione dei castelli.

- Op. cit., 232.

3 Op. cit., 238.

4 Op. cit., 259.
 
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