LA CAPPELLA DI SAX PIETRO MARTIRE
'KESSO LA BASILICA DI SANT'EUST0RG10 IN MILANO
ixTKKKSf*amento che la Direzione del South Kensington Mu-
seutn ha recentemente dimostrato per la cappella di San Dietro
Martire in Milano, ordinando la esecuzione di un grande
modello del monumento, colla riproduzione fedele di tutti
i particolari di scultura e di pittura, rende doveroso il ri-
chiamare maggiormente l'attenzione sopra questa insigne
opera d'arte della metà del secolo xv, uno degli esempi
più attraenti dell'accordo fra l'armonia delle linee archi-
tettoniche e le delicatezze della plastica e del pennello,
e al tempo stesso, uno degli esempi più interessanti per
la storia della evoluzione dell'arte locale lombarda, verso
le forme classiche del Rinascimento. E poiché le ricchezze
artistiche che danno valore a questo monumento si colle-
gami intimamente al culto secolare professato dai milanesi
per il Santo cui è dedicato il monumento, così, volendo tessere la storia della cappella, non
sarà inutile il prendere le mosse dall'origine di questo culto, e cioè dalla metà del secolo xm.
*
* *
Pietro da Verona, frate domenicano, fu uno dogli strenui sostenitori del nuovo ordine re-
golare, detto dei frati predicatori, fondato nel 1206; inscritto nell'ordine dallo stesso San Domenico
in Bologna nel 1221, spiegava tosto una attività instancabile nel predicare contro gli eretici che,
divisi in numerose sètte e famiglie, pullulavano per tutta Italia; perciò nel 1230, veniva da In-
nocenzo IV nominato inquisitore generale degli eretici in Lombardia.
Pietro pose in Milano il suo quartier generale, e tanto seppe spiegare la "sua influenza, che,
secondo il cronista Galvano Fiamma, nessuna azione gli veniva contrastata. La basilica di
Sant'Eustorgio — che a quell'epoca era una delle basiliche extramurali — fu il campo della guerra
che Pietro mosse contro gli eretici, come risulta dalle iscrizioni che esistevano sul pulpito posto
sulla fronte della basilica. 1
1 II pulpito che si vede ancora oggidì sull'angolo cordante i prodigi dell'eloquenza di Pietro nel eonfu-
della tacciata, sostenuto da una colonna (vedi let- tare i manichei, l'altra ricordante il miracolo della nube
tera C nel disegno planimetrico, fig. 1") e quello eretto che al cenno del predicatore si interpose fra il sole e
nel 1597 dal governatore di Milano D. GL Velasco, in la turba dei fedeli, miracolo che ritroviamo illustrato
sostituzione del vecchio pulpito in legno che servì a col pennello e collo scalpello nella Cappella del Santo.
Pietro da Verona per confutare gli eretici ; si notano II testo integrale di queste iscrizioni ci è conservato
ancora sui parapetti del pulpito le traccio delle due iscri- a p. 2-8 della Illustrazione della chiesa di SanPEustorgio
zioni, dipinte verso la fine del secolo xvn, l'ima ri- di Michele Caffi - Milano, 1841.
'KESSO LA BASILICA DI SANT'EUST0RG10 IN MILANO
ixTKKKSf*amento che la Direzione del South Kensington Mu-
seutn ha recentemente dimostrato per la cappella di San Dietro
Martire in Milano, ordinando la esecuzione di un grande
modello del monumento, colla riproduzione fedele di tutti
i particolari di scultura e di pittura, rende doveroso il ri-
chiamare maggiormente l'attenzione sopra questa insigne
opera d'arte della metà del secolo xv, uno degli esempi
più attraenti dell'accordo fra l'armonia delle linee archi-
tettoniche e le delicatezze della plastica e del pennello,
e al tempo stesso, uno degli esempi più interessanti per
la storia della evoluzione dell'arte locale lombarda, verso
le forme classiche del Rinascimento. E poiché le ricchezze
artistiche che danno valore a questo monumento si colle-
gami intimamente al culto secolare professato dai milanesi
per il Santo cui è dedicato il monumento, così, volendo tessere la storia della cappella, non
sarà inutile il prendere le mosse dall'origine di questo culto, e cioè dalla metà del secolo xm.
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Pietro da Verona, frate domenicano, fu uno dogli strenui sostenitori del nuovo ordine re-
golare, detto dei frati predicatori, fondato nel 1206; inscritto nell'ordine dallo stesso San Domenico
in Bologna nel 1221, spiegava tosto una attività instancabile nel predicare contro gli eretici che,
divisi in numerose sètte e famiglie, pullulavano per tutta Italia; perciò nel 1230, veniva da In-
nocenzo IV nominato inquisitore generale degli eretici in Lombardia.
Pietro pose in Milano il suo quartier generale, e tanto seppe spiegare la "sua influenza, che,
secondo il cronista Galvano Fiamma, nessuna azione gli veniva contrastata. La basilica di
Sant'Eustorgio — che a quell'epoca era una delle basiliche extramurali — fu il campo della guerra
che Pietro mosse contro gli eretici, come risulta dalle iscrizioni che esistevano sul pulpito posto
sulla fronte della basilica. 1
1 II pulpito che si vede ancora oggidì sull'angolo cordante i prodigi dell'eloquenza di Pietro nel eonfu-
della tacciata, sostenuto da una colonna (vedi let- tare i manichei, l'altra ricordante il miracolo della nube
tera C nel disegno planimetrico, fig. 1") e quello eretto che al cenno del predicatore si interpose fra il sole e
nel 1597 dal governatore di Milano D. GL Velasco, in la turba dei fedeli, miracolo che ritroviamo illustrato
sostituzione del vecchio pulpito in legno che servì a col pennello e collo scalpello nella Cappella del Santo.
Pietro da Verona per confutare gli eretici ; si notano II testo integrale di queste iscrizioni ci è conservato
ancora sui parapetti del pulpito le traccio delle due iscri- a p. 2-8 della Illustrazione della chiesa di SanPEustorgio
zioni, dipinte verso la fine del secolo xvn, l'ima ri- di Michele Caffi - Milano, 1841.