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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. IV
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Beltrami, Luca: La capella di San Pietro Martire: presso la Basilica di Sant' Eustorgio in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0328

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LA CAPPELLA DI SAN PIETRO MARTI KM 287

da Prato, fino ad oggi ignorato, del quale è memoria in alcune carte del nostro Archivio ducale,
che ce lo danno a conoscere per favorito singolarmente da Pigolio Portinaro, il quale lo tenne
presso di sè fino alla sua morte, accaduta nell'anno 1408». 1

Il Portinari avrebbe, assai probabilmente, compiuto l'opera sua con un ricco altare degno
della sontuosa edicola, se la morte non l'avesse colpito appena terminata la costruzione della
cappella: cosicché il tabernacolo d'argento donato dall'arcivescovo Giovanni Visconti, contenente
la testa del Santo, e per la cui custodia era stata appunto eretta la cappella, rimase ancora
nella sacrestia: l'Allegranza, a proposito di tale tabernacolo, riferisce come questo, assieme ad

Fio. 15*. CAPITELLI E JiASI DEL CANCELLO
eretto da Filippo Maria Visconti intorno all'arca m Sa» Pietro Martire.

altri argenti della sacrestia, venisse preso dal duca Lodovico Maria Sforza, e come in seguito per
calmare il malumore popolare, il duca lo sostituisse con altro tabernacolo d'argento, in buona parte
dorato, del peso di oncie 500, munito di cristalli di rocca, chiamato, per la sua forma, fanale.
11 Bugati, a p. 32 della sua storia, riferisce come tale fanale fosse stato dai Veneziani donato
al duca, il quale, secondo la cronaca del Valle (p. 25 e p. 33) si proponeva di farne un dono
al sultano, al cui agiuto era ricorso, se non fosse stato rotto questo stio disegno dal malumore del
popolo. Il Valle aggiunge che «il fanale ottangolo, compresa la statua in cima del medesimo, era
d'altezza braccia due e largo oncie 9 : che le palle di sotto, le colonnette ritorte e tutti gli specchi
erano di cristallo di monte purissimo e perfettamente molati ; esservi tre di essi in ogni facciata

' Malgrado questi dati di fatto, il Morigeri nélVArte
in Milano insisteva nell'asserire « che il nomo di Vin-
cenzo Civerchio il Vecchio non può venir conteso senza

evidente trascuranza, almeno fino a quando argomenti
assoluti non s'interpongano a rimoverlo ».
 
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