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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. IV
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Beltrami, Luca: La capella di San Pietro Martire: presso la Basilica di Sant' Eustorgio in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0332

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LA CAPPELLA DI SAN PIETRO MARTIRE

201

non nel preciso centro di questa, cosicché al visitatore della cappella l'arca marmorea si pre-
senta bene illuminata dalle finestre laterali. 1

Non ci rimane che da aggiungere qualche notizia sui lavori di ristauro compiuti in questo
ultimo ventennio: l'operazione principale e più importante, che consisteva nel levare lo strato
di calce che mascherava i dipinti, venne condotta con somma cura e con risultato veramente
insperato: si può ripetere per questa cappella ciò che si è detto per altri esempi, e cioè che
l'imbiancatura ha contribuito a preservare gli affreschi dalle manomissioni e dai vandalici restauri
cui sarebbero stati troppo facilmente esposti nei secoli xvn e xvin.2 Meno lodevole si presenta
il restauro nella parte inferiore, sotto la cornice d'imposta degli archi: la disposizione dei capi-
telli pensili che sorreggono questa cornice nelle due pareti laterali (vedi fig. 4a) indicava un con-
cetto originario ben diverso da quello che fu adottato, e che consiste in riquadrature e suddivi-
sioni con fascie verticali a zone di due colori alternati, le quali tolgono alla parte inferiore della
cappella quella semplicità che era necessaria a dare risalto alla grandiosità e ricchezza della
parte superiore (vedi fig. 17a). I n altro restauro compiuto nell'interno consistette nel rifacimento
di quattro spicchi della cupola. All'esterno il restauro si limitò a completare i quattro pinacoli
angolari con cupolini in piombo, che si accordano con quello che corona il lucernario della cap-
pella : nei fianchi della cella dell'altare si ripristinò la forma circolare delle due finestre che al
tempo del padre Cuccino o del padre Bonacina erano state ampliate a forma rettangolare, infine
si completarono alcune parti delle decorazioni in terra cotta; cosicché la cappella potè ripren-
dere, dopo tre secoli, il suo aspetto primitivo. L'arca venne circondata con un semplicissimo
riparo in ferro, e come unico ricordo del periodo barocco attraversato dalla cappella, rimasero i
due candelabri in bronzo donati nel 1653 dal padre Cuccino.

Della cappella di San Pietro Martire quale si presenta oggidì, la Direzione del South-
Kensington Museum ordinava due anni or sono una riproduzione, nel rapporto di un decimo,
all'artista Adolfo Consolani di Roma già favorevolmente noto per altri lavori congeneri fra cui
il modello, pure nel rapporto di un decimo, di una sala dell'appartamento Borgia al Vaticano;
la riproduzione delle pitture venne affidata al professore G. Gnoli, che pure ha già eseguito
altre riproduzioni pel museo stesso. Il lavoro cominciato nell'agosto del 1890, venne ultimato
nell'ottobre dello scorso anno, ed esposto per qualche tempo nello studio del signor Consolani,
riscosse il plauso dei visitatori.

Il risultato soddisfacente del modello indusse i musei di Dublino e di Edimburgo a com-
mettere allo stesso signor Consolani due copie dello stesso modello.

Luca Beltrami.

1 Vedi // trasporto dell'area ili San ritiro Martire
effettuato nell'anno 1875. Memoria dèi sue. Paolo Rotta ;
Milano, tip. Lombardi, 1S7IÌ.

1 Era da desiderarsi (dio prima di distruggere que-
ste pitture del seicento, per rintracciare quelle di due
secoli prima, ni fosse avuto cura di salvare almeno un
ricordo fotografico delle composizioni barocche, le quali
coi nomi dello Storer e del Procaccini potevano avere
il loro posto nello svolgimento dell'arte. Ed è veramente

da rimpiangere che il desiderio, per se stesso lodevole,
di reintegrare i monumenti nella lor forma originaria,
spinga e quasi autorizzi a distruggere alle volte incon-
sideratamente i ricordi artistici dei periodi posteriori.
Così anni sono, per effettuare un sedicente restauro della
basilica Fausta, attigua al Sant'Ambrogio di Milano, si
staccarono e si sciuparono due bellissime composizioni
ad affresco del Tiepolo.
 
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