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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. I
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Rossi, Umberto: Il Museo Nazionale di Firenze nel triennio 1889-1891
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0048

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UMBERTO ROSSI

la fattura è accuratissima: le mani, le braccia, i torsi sono studiati dal vero e resi con
una perfezione sorprendente, senza essere per questo finiti, come si conviene ad un bozzetto.

Chiude la serie delle sculture toscane del cinquecento un grande rilievo di Francesco
Moschino ricordato dal Vasari, 1 in cui è effigiata la favola di D'urna e Atteone (ftg. 10):
quantunque non sia di grande valore artistico, meritava tuttavia di essere collocato nel
Museo, tanto più che è opera certa e firmata. 2

Di altre scuole non ho da notare che un piccolo altorilievo rappresentante un guerriero

Fig. 12"-AMORINO, di Donatello.

in costume classico che può essere ragionevolmente attribuito ad Agostino Busti; è una
cosa molto fine, lavorata minutamente, che deve aver fatto parte di qualche monumento.

I bronzi formano nel Museo una serie speciale che malagevolmente potrebbe essere
incorporata con le altre sculture; il numero e l'importanza dei pezzi che possediamo giu-
stifica questa divisione, che del resto è bene conservare anche per le diverse condizioni in
cui i bronzi devono essere esposti. Prima però di parlare dei nuovi acquisti, esporrò alcune

1 Vasari, A'j, 309. - « Dopo, fatta una storia di fi-
gurino piccole, quasi di tondo rilievo nella quale è
Diana che con lo sue ninfe si bagna e converte At-
teone in cervio, il quale è mangiato da' suoi proprii

cani, se ne venne a Firenze e la diede al signor duca
Cosimo, il quale molto desiderava di servire ».

- Sull' orlo inferiore si legge in caratteri minuti :
OPUS FRANCISCI MOSCHINI FIORENTINI.
 
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