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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. VI
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Supino, Igino Benvenuto: I pittori e gli scultori del Rinascimento nella Primaziale di Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0472

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I PITTORI E GLI SCULTORI DEL RINASCIMENTO

NELLA PRIMAZIALE DI PISA

INCENDIO funesto che nel 1596 tanti danni recò al Duomo
di Pisa, e pel quale ci è tolto oggidì di poterne ammi-
rare nella loro compiuta bellezza i lavori d'intaglio e
di tarsia, ha forse risparmiato un po' più le opere di
scultura e di pittura, sebbene questo veramente ha
danneggiato alquanto il desiderio del nuovo, non sempre
bello, degli uomini, i quali in un modo o nell'altro han
contribuito a mutazioni non sempre ragionevoli, e tal-
volta anche a deplorevoli dispersioni; ma di esse resta
pur sempre tanta parte, perchè se ne possa equamente
valutare l'importanza artistica.

Noi, quasi per rivivere nelle glorie del passato,
verremo in questo studio man mano intra (tenendoci
sulle opere che alcuni dei migliori pittori e scultori han lavorate per la chiesa maggiore di
Pisa, illustreremo sulla scorta di nuovi documenti, alcune che tuttora decorano le interne
pareti e gli altari del Tempio, avanzo pur^sempre incompleto di quel periodo glorioso, in
cui tutta la chiesa si rinnovava e si abbelliva per gli artisti del Rinascimento.

Dei quali il numero è ben limitato, e i nomi abbiam già dati in principio dello studio
sui maestri d'intaglio: d'altronde non è una storia vera e propria che noi vogliamo fare:
sono ricerche sopra alcuni dei più importanti lavori di cui si arricchì la nostra cattedrale:
sono illustrazioni e correzioni, ove sia il caso, a quanto sino ad ora è stato detto intorno
a queste opere dagli storici: sono nuove notizie, non però senza importanza per la storia
dell'arte nostra,

I.

Cominciamo dunque dal Baldovinetti, il (piale, levato grido di se con il musaico, venne
nel 1461 a Pisa, per lavorarvi di quest'arte alla facciata della chiesa maggiore, 11 Da Mor-
rona ci dice che i musaici nelle lunette sulle porte laterali vengono attribuite dalla tradi-
zione a certo Filippo di Lorenzo Paladini. «Nel soffitto dell'arco della porta destra, scrive
egli, per chi osserva, sono scompartiti tre ritratti parimente a mosaico. Non volendosi in-
terpetrare a caso quello sottoposto agli altri con un berretto nero avente nelle pieghe una
striscia di carta bianca, senza che alcuna lettera vi sia segnata, convien dire col Vasari,
che alcuni pittori di quel tempo costumarono di ritrarsi in quella guisa. Negli altri due
vestiti di rosso compariscono effigiati due Signori di Pisa, e forse col figlio Gherardo, Iacopo
 
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