LA CHIESA DELLA MADONNA DI GALLIERA IN BOLOGNA
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delle parti da finire, manca il relativo prezzo chiesto dall'artista il quale forse, volendosi
riserbare all'ultimo di metterlo, dimenticò poi di farlo. Per ciò mancano gli elementi per
affermare con sicurezza quale fosse il progetto più completo ed economico nello stesso tempo.
I padri Filippini, che, come vedemmo dalla lettera di Donato da Cernobbio, accusavano la
mancanza di danaro, avranno probabilmente scelto quello dei progetti che presentava minore
spesa. Tuttavia, così come ci rimangono i preventivi, parrebbe che, nell' insieme, il più com-
pleto, e nello stesso tempo il meno costoso, fosse quello di Battista Francesco di Simone.
A niuno degli artisti ricordati credo possa alludere la notizia che trovo nella cronaca
Rainieri della Biblioteca Universitaria di Bologna al 1° giugno 1540: « Adi detto mori.....
scoltore, il quale faceva l'ornamento de la nostra Dona de Ghaliera, il quale ornamento
era de marmore ». Il nome che il cronista dimenticò è probabilmente quello di uno dei
parecchi scultori che, come ora ricorderò, lavorarono lungamente all'altare maggiore della
stessa chiesa, che moltissimi altri documenti ricordano coll'appellativo di ornamento della
Madonna, e che era appunto in marmo.
Di questo altare e degli artisti che vi lavoravano darò qui qualche notizia, sebbene lo
interno della chiesa, siccome dissi, più nulla abbia conservato di quel tempo.
Nel 1509 1 Paolo Fiorini, già ricordato, aveva promesso agli operai della Confraternita
di Santa Maria di Galliera di costruire un parapetto in marmo intorno all'aitar maggiore.
A questo lavoro si pose mano anche parecchi anni dopo, il che lascia credere che o il Fio-
rini non lo eseguisse, o lo eseguisse solo in parte.
Al 15 giugno del 1534 Battista e Pietro di Bernardino del Porto si obbligavano di
eseguire, dietro compenso di mille scudi d'oro, l'altare in marmo nel mezzo della chiesa,
sul disegno dell'architetto Sebastiano Serbo. La somma promessa agli artisti e le molte
menzioni che i documenti fanno di quell'altare e dell'ornamento che lo fregiava ci lasciano
ritenere che l'opera fosse ricca ed importante.
Qualche tempo dopo Niccolò di Raffaello, detto Tribolo, scultore fiorentino, vi scolpiva
in marmo un''Assunzione, ricevendone in varie volte una somma di 170 scudi.2
Nel 1538, con rogito del 15 luglio,3 lo scultore Giacomo di Yenturino Fantoni, detto
Colonna, di Yenezia, prometteva a sua volta di eseguire, sul modello in legno di Sebastiano
Serbo, l'ornamento in marmo con ligure per l'altare della Beata Yergine. Questa volta il
lavoro fu condotto a termine dal Fantoni, come si trae da alcune lettere importanti del
Serbo, che era in quel tempo a Yenezia, e da alcune note di spese.4 II Serbo, in una sua
1 Archivio di Stato di Bologna - Demaniale - Padri
Filippini - Istrumenti.
2 V. in appendice doc. VII.
3 V. in appendice doc. Vili.
4 « Spese fatte per la madona di galiera.
« Prima per tre colonne di marmo greco de prima com-
pra schudi sedici e tre e soldi 3 cioè A 16 L. 3 - 3
« Per l'antipetto a tutte spese de m. ja-
como eccetuando alcuni telari di
marmo li quali farà poi a bologna
lo quale antipetto monta scudi ven-
ticinqui di oro ciò è......A 25 L. 0 - 0
« E per dua colonelle di marmo greco
per fare le dua colonne minori scudi
quatro e soldi disdotto ciò è. . .A 4L. 0-18
« Per quatro pezzi di marmo fino per
fare quatro capitelli schudi setti e
lire una e soldi quindici ciò è. .A 7L. 1-15
« Per diverse spese cioè per portatura
di dette robe da loco a loco e per
segare li pilastri e per la sega di
ferro et per tauole e corde et stuore
e ferri et altre spese scudi cinqui e
lire una..........A 5 L. 1 - 0
« Ho avuto dalla fabbrica della ma-
donna scudi cinquanta per spendere
ne le cose che farà m. jacomo scul-
tore, li quali ho dati et pagati in
più volte a esso m. jacomo ciò e
scudi cinquanta.......A 50 L. 0 - 0
« Di maniera che m. jacomo viene
ad haver speso de li suoi otto scudi
di oro come apare qui dietro . . A 8 L. 0 - 0
« La boletta del uscita e montata scu-
di tredici e due lire e cinque soldi. A 13 L. 2 - 5
« Il nolo della barca de primo mercato
monta lire dieci di moneta ferrarese
cioè............ L. 1 - 0 - 0
« Alli fachini che ano caricate le robe
in barca dete m. jacomo lire tre e
soldi quindici........ L. 3 - 15
A 24 L. 5-15
« Tutti questi danari dalla riga ingiù havete a rim-
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delle parti da finire, manca il relativo prezzo chiesto dall'artista il quale forse, volendosi
riserbare all'ultimo di metterlo, dimenticò poi di farlo. Per ciò mancano gli elementi per
affermare con sicurezza quale fosse il progetto più completo ed economico nello stesso tempo.
I padri Filippini, che, come vedemmo dalla lettera di Donato da Cernobbio, accusavano la
mancanza di danaro, avranno probabilmente scelto quello dei progetti che presentava minore
spesa. Tuttavia, così come ci rimangono i preventivi, parrebbe che, nell' insieme, il più com-
pleto, e nello stesso tempo il meno costoso, fosse quello di Battista Francesco di Simone.
A niuno degli artisti ricordati credo possa alludere la notizia che trovo nella cronaca
Rainieri della Biblioteca Universitaria di Bologna al 1° giugno 1540: « Adi detto mori.....
scoltore, il quale faceva l'ornamento de la nostra Dona de Ghaliera, il quale ornamento
era de marmore ». Il nome che il cronista dimenticò è probabilmente quello di uno dei
parecchi scultori che, come ora ricorderò, lavorarono lungamente all'altare maggiore della
stessa chiesa, che moltissimi altri documenti ricordano coll'appellativo di ornamento della
Madonna, e che era appunto in marmo.
Di questo altare e degli artisti che vi lavoravano darò qui qualche notizia, sebbene lo
interno della chiesa, siccome dissi, più nulla abbia conservato di quel tempo.
Nel 1509 1 Paolo Fiorini, già ricordato, aveva promesso agli operai della Confraternita
di Santa Maria di Galliera di costruire un parapetto in marmo intorno all'aitar maggiore.
A questo lavoro si pose mano anche parecchi anni dopo, il che lascia credere che o il Fio-
rini non lo eseguisse, o lo eseguisse solo in parte.
Al 15 giugno del 1534 Battista e Pietro di Bernardino del Porto si obbligavano di
eseguire, dietro compenso di mille scudi d'oro, l'altare in marmo nel mezzo della chiesa,
sul disegno dell'architetto Sebastiano Serbo. La somma promessa agli artisti e le molte
menzioni che i documenti fanno di quell'altare e dell'ornamento che lo fregiava ci lasciano
ritenere che l'opera fosse ricca ed importante.
Qualche tempo dopo Niccolò di Raffaello, detto Tribolo, scultore fiorentino, vi scolpiva
in marmo un''Assunzione, ricevendone in varie volte una somma di 170 scudi.2
Nel 1538, con rogito del 15 luglio,3 lo scultore Giacomo di Yenturino Fantoni, detto
Colonna, di Yenezia, prometteva a sua volta di eseguire, sul modello in legno di Sebastiano
Serbo, l'ornamento in marmo con ligure per l'altare della Beata Yergine. Questa volta il
lavoro fu condotto a termine dal Fantoni, come si trae da alcune lettere importanti del
Serbo, che era in quel tempo a Yenezia, e da alcune note di spese.4 II Serbo, in una sua
1 Archivio di Stato di Bologna - Demaniale - Padri
Filippini - Istrumenti.
2 V. in appendice doc. VII.
3 V. in appendice doc. Vili.
4 « Spese fatte per la madona di galiera.
« Prima per tre colonne di marmo greco de prima com-
pra schudi sedici e tre e soldi 3 cioè A 16 L. 3 - 3
« Per l'antipetto a tutte spese de m. ja-
como eccetuando alcuni telari di
marmo li quali farà poi a bologna
lo quale antipetto monta scudi ven-
ticinqui di oro ciò è......A 25 L. 0 - 0
« E per dua colonelle di marmo greco
per fare le dua colonne minori scudi
quatro e soldi disdotto ciò è. . .A 4L. 0-18
« Per quatro pezzi di marmo fino per
fare quatro capitelli schudi setti e
lire una e soldi quindici ciò è. .A 7L. 1-15
« Per diverse spese cioè per portatura
di dette robe da loco a loco e per
segare li pilastri e per la sega di
ferro et per tauole e corde et stuore
e ferri et altre spese scudi cinqui e
lire una..........A 5 L. 1 - 0
« Ho avuto dalla fabbrica della ma-
donna scudi cinquanta per spendere
ne le cose che farà m. jacomo scul-
tore, li quali ho dati et pagati in
più volte a esso m. jacomo ciò e
scudi cinquanta.......A 50 L. 0 - 0
« Di maniera che m. jacomo viene
ad haver speso de li suoi otto scudi
di oro come apare qui dietro . . A 8 L. 0 - 0
« La boletta del uscita e montata scu-
di tredici e due lire e cinque soldi. A 13 L. 2 - 5
« Il nolo della barca de primo mercato
monta lire dieci di moneta ferrarese
cioè............ L. 1 - 0 - 0
« Alli fachini che ano caricate le robe
in barca dete m. jacomo lire tre e
soldi quindici........ L. 3 - 15
A 24 L. 5-15
« Tutti questi danari dalla riga ingiù havete a rim-