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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Gnoli, Domenico: Luigi Capponi da Milano scultore
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0138

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ÌÒO

D. GNOL1

pure alla Minerva (f 1506), del Cavalieri all'Aracoeli (f 1507) e in pochi altri intorno a quegli
anni, fu principalmente adoperato ne'monumenti doppi, quali quelli de'fratelli Pollaiolo a
San Pietro in Vincoli, (Antonio f 1498), dello Seulteto e del Kneibe all'Anima (f 1513), e
finalmente ne' due noti monumentini Ponzetti alla Pace (f 1505-1508) che sono una diretta
derivazione, anche nella disposizione e nel gusto degli ornati, del monumento Bonsi. Questi
monumentini Ponzetti ho trovato che sono opera di un maestro Matteo, del quale discor-
rerò altra volta.

Dal piccolo e semplice tabernacolo per l'olio santo della Consolazione passiamo ad altri
di lavoro e d'importanza maggiori. T festoncini pendenti e la lampada sospesa dietro le
figure di San Giovanni e di San Leone nel marmo del Battistero sono cosa così nuova, che
il ritrovarli altrove riconduce subito alla mente il nostro Capponi. E quella lampada e quei
festoni ritroviamo appunto ne'cibori delle chiese de' Ss. Quattro Coronati e di Monserrato;
Esaminando in ogni sua parte il primo, un de1 più belli e de' più ricchi che sieno in Roma,
credo non potersi dubitare ch'esso sia opera del Capponi.1 (ili angeli corrispondono nelle
forme, nell'atteggiamento, ne' capelli, nello svolazzo delle vesti, nel lavoro delle ali, a quelli
del monumento e dell'altare Bonsi; sono del Capponi i capitelli e gli ornati de'pilastri ; il
fregiò è lo stesso che nel monumento Bonsi e nel ciborio della Consolazione; allo stesso
ciborio sono comuni le cornucopie; e lo scudo coll'arme d'Innocenzo YIII è perfettamente
uguale a quello che sta in cima all'altare nella sacrestia della Consolazione, il ciborio di
Monserrato poi, che proviene dalla chiesa di San Giacomo a piazza Xavona, è una variante
di quello de' Ss. Quattro, evidentemente della stessa mano, quantunque vi sia esagerata la
tendenza a muovere in onde le vesti degli angeli.

In parecchi piccoli monumenti, per esempio in quelli del cardinale Ammannati e della
madre, nel chiostro di Sant'Agostino, ora Ministero della marina, in quello del vescovo
De Paradinas nella chiesa di Monserrato, del vescovo Bocciacci nel chiostro della Pace, si
trovano caratteri dell'arte del Capponi; ma non tutti, uè cosi certi ed evidenti come negli
altri; certe sue forme speciali si rincontrano più tardi in altre sculture, per esempio il fe-
stone e la lampada sul giro dell'arco nel monumento Pallavicini a Santa Maria del Popolo
(f 1507) ma ci son messe da imitatori. Forse un più minuto riscontro potrà farci ritrovare
con sicurezza la sua mano in alcune altre delle tante opere di scultura dell'ultimo ventennio
del Quattrocento; per ora basti averne, con un gruppo d'opere certe, determinato i caratteri.

Le nozioni che abbiamo lino ad ora sugli scultori di quell'età in Roma sono così scarse
che non riesce possibile assegnare al Capponi il suo posto fra gli altri: sembra però che
hi si debba ascrivere ad una scuola romana, derivata da Paolo Romano nella statuaria, e
nella invenzione e decorazione da Isaia da Pisa, che stabiliva il tipo del monumento sepol-
crale in Roma ; scuola che nell'atteggiamento delle ligure, nel panneggiare, nella tecnica
dello scalpello si proponeva a modello hi scultura antica, onde alla ricerca diretta del vero
prevale nelle loro opere certa dignità e correttezza convenzionale. Il Capponi ha un'evidente
parentela artistica con Andrea da Milano, specialmente nel drappeggiare; ma in alcune parti
de' lavori d'Andrea, specialmente negli altari di Siena e della Madonna della Quercia a Vi-
terbo, anche la decorazione è così simile a quella del Capponi, da potersi dubitare ch'egli
abbia collaborato in quelle opere. Allo stesso gruppo appartiene l'autore degli altari di Gu-
glielmo de Pereriis e qualche altro scultore di cui i nomi ci sono ignoti. Del resto il Capponi,
non ostante le sue composizioni in alto o mezzo rilievo, è specialmente uno scultore di
decorazione. Usa poco il fogliame, predilige le forme del candeliere, del vaso, della lampada;

1 Riproduco questo ciborio dai Monumenti del Tosi, c non dalla fotografia che posseggo, perchè la do-
ratura rinnovata di recente, e male, ne altera i contorni.
 
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