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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Fabriczy, Cornelius von: Il libro di schizzi d'un pittore olandese nel Museo di Stuttgart
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0150

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I 12

C. DE FABRICZY

sul volume di Oxford: R. Lanciani, nel Bullettino ridi'Istituto archeol. di Roma, anno 1871,
]). 263, e I. H. Middleton, nella Archeologia di Londra, t. LT, parte 2a, p. 489-508: Ancient
Rome, ms. notes by Pirro Ligorio, made between, c. 1550, and 1570.

/') TI taccuino dello scultore Pietro Jacques dagli anni 1572-1577, oggi posseduto dal
signor. I. Destailleurs, ci fu fatto conoscere di recente per una memoria di A. Geffroy
(v. L'Album de Pierre Jacques de Reims nei Mélanges d'histoire et d'archeologie de
UEcole francai se de Rome, t. X (1890), p. 150-215). I suoi disegni, che abbracciano le rac-
colte più rinomate di quell'epoca a Roma, e si estendono principalmente su statue e rilievi,
accidentalmente anche a qualche ornamento architettonico, si distinguono per la maggior
possibile fedeltà nella produzione, benché vi domini piuttosto il punto di vista estetico che
quello puramente, strettamente archeologico, e che essi, per riguardo a questo loro carattere,
vorrebbero propriamente essere schierati nella terza categoria delle raccolte di cui ci occu-
piamo. Per questa cagione essi posseggono pure iter l'erudizione un gran pregio, segnata-
mente come riscontro per rappresentazioni analoghe di altre fonti.

g) In ultimo luogo fra i documenti appartenenti a questa serie si devono annoverare
i pochi avanzi della raccolta, consistente già di 23 volumi di Cassiano Dal Pozzo (1588-1657),
che oggi dal possesso del cardinale Albani per molti disvii sono arrivati nella Biblioteca
della regina a Windsor ed in quella del signor A. W. Franks a Londra (forse se ne trovano
anche in quella di Hamilton Palace presso Glasgow). Provenienti sia proprio dal Museo
cartaceo che il Dal Pozzo aveva riunito, come commentario illustrativo di tutta l'antichità
classica, negli anni 1620-1657, sia pure da altre raccolto del loro possessore originario, come
sarebbero specialmente i taccuini di artisti del Cinquecento, da lui scomposti nei loro singoli
fogli, il valore principale dei disegni in questione consiste in ciò, ch'essi furono da mani
pratiche eseguiti sopra monumenti antichi, dei generi più vari, con scopo archeologico-scien-
tifteo. Per più particolari su essi si veda Lumi iroso, Notizie sulla vita di Cassiano dal Pozzo
nella Miscellanea di Storia italiana, Torino 1875, t. XV, p. 129 seg. ; Carutti, Di un nostro
maggiore, ossia di Cassiano dal Pozzo il Giovine, negli Affi dei Lincei, ser. Il, voi. Ili,
parte 3", pag. 17 seg.; Th. Soli rei ber, Das neapler Diari uni des Cassiano dal Pozzo, nei
Berichte d. K. sachsischen Gesellschaft d. Wissenschaften za Leipzig, anno 1885, p. 95 seg.,
e C. Robert, Die antiken Sarcophagreliefs, Berlin 1890, t. II, p. XI).1

•">. Taccuini artistici di pittori.

a) Il primo luogo fra le raccolte di disegni di quest'ordine spetta ai due taccuini del
pittore olandese Marten van Heemskerck (1498-1574), ora custoditi nel Gabinetto delle stampe
di Berlino. Essi ebbero origine durante un soggiorno del loro autore a Roma, negli anni
1532-1536; uno di quegli artisti fiamminghi del Cinquecento, che il Yasari glorifica tanto
come « osservatori della maniera italiana ». Il valore de' suoi disegui dal punto di vista
artistico non è ben grande; tanto piti importanti sono essi come fonte antiquaria, siccome
si provano estremamente esatti e meritanti fiducia, particolarmente in confronto dei rilievi
di maestri italiani dello stesso tempo. Il loro contenuto si compone di vedute più o meno

1 Di due codici, appartenenti alla categoria di cui
parliamo, non siamo riusciti di raccoglier se non po-
chissime notizie. Il primo sarebbe il cod. n. 6012 del
fondo latino dei manoscritti della Biblioteca Nazionale
di Parigi, appartenuto già al celebre archeologo Fabri
de Peiresc (1580-1637), e contenente riproduzioni di mo-
numenti della scultura romana (cfr. J. Matz, nelle Nacli-
richten d. K. Geseìlsciiaft d. Wisseiìsehaften in Gottingen,
anno 1872, p. 58). L'esistenza del secondo viene segna-

lata da CI. B. De Rossi, nella introduzione alla sua Roma
sotterranea, t. I, p. 16, colle seguenti parole: « Un co-
dice è stato agli scorsi anni acquistato dal principe
Massimi, composto di disegni di sculture, di statue, di
busti pagani e cristiani, le imagini di Cristo e degli
Apostoli tratte dai sarcofagi e dai musaici delle sacre
basiliche, e numerose iscrizioni trascritte negli anni 1591
e seguenti ». Aggiunge il De Rossi che il codice in
questione fu probabilmente disegnato per il Ciacconio.
 
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