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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Fabriczy, Cornelius von: Il libro di schizzi d'un pittore olandese nel Museo di Stuttgart
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0155

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IL LIBRO DI SCHIZZI D' UN PITTORE OLANDESE NEL MUSEO DI STUTTGART 117

vicina dei rilievi dell'Heemskerck quasi di mezzo secolo, sia perchè forse pure rivelano
all'occhio pratico dell'archeologo erudito una o altra particolarità non priva di pregio.

In quanto al modo di fare tecnico, i nostri fogli contengono esclusivamente disegni
fatti a penna; pochi soltanto ne sono chiaroscurati con bistro sui contorni a penna. Men-
tre quelli di essi che paiono i più antichi, fanno ancora prova di una certa pesantezza,
incertezza e mancanza di destrezza, il modo e la capacità di fare artistico del loro autore
va crescendo nei disegni posteriori — sopratutto nelle vedute di paesaggio - e giunge a
una grande libertà e finitezza di tratto. Nella maggior parte dei suoi disegni l'artista
ha prima leggermente tracciato con matita rossa la disposizione delle masse, e poi sopra
ha elaborato colla penna i particolari. Tutti (piasi hanno ciò di caratteristico, che sono
rilevati da un punto di vista in alto, il quale di solito viene indicato a chi li guarda
per alcune linee del primo piano, che in uno degli angoli di quest'ultimo scendono verso il
piano di mezzo da alto in basso (maniera di fare questa consimile a quella adoperata di
preferenza da Orlando Savery).

Il pili antico fra i nostri disegni, giudicando dalla, sua esecuzione abbastanza sconcia,
imbarazzata, pare quello raffigurante lo schizzo del palazzo comunale di una delle città di
Fiandra (forse Douai, n. 203). Vicino a esso, ma pure facendo già prova di un progresso
riguardevole nel fare tecnico, stanno i numeri 220, 230 e 232, rappresentanti due vedute
panoramiche di Lione ed una di qualche luogo sconosciuto del Delfìnato (Dauphiné). Se-
guono tre fogli con soggetti rilevati a Milano: i n. 233, 22!) e 248. L'ultimo numero, però,
è già più libero nel disegno, più giusto nella riproduzione della prospettiva e delle propor-
zioni degli altri due, specialmente del n. 229 (anche il n. 215, del tutto analogo nella
esecuzione al n. 233, si schiera fra questi fogli; il suo soggetto non è identificabile). Viene
poi il resto dei fogli illustranti Roma ed i suoi dintorni. Il loro ordine consecutivo non si
può determinare più precisamente; però parecchie vedute di paesaggio (n. 204, 206, 208,
225-227) ci paiono sopravanzare, nella perfetta libertà e finitezza del disegno, il resto
dei disegni rilevati da rovine e monumenti romani, e sembrano perciò esser i più recenti.
Che poi nei fogli disegnati in Francia ed a Milano si abbiano da. riconoscere gli ante-
riori di data (o piuttosto alcuni degli anteriori fra altri ora perduti), questo ■ oltre la
ragione teste addotta, che abbiamo tratto dalla maniera tecnica della loro esecuzione —
ci pare pure attestato dalla circostanza, che tutti i fogli in questione portano la leggenda,
l'indicazione dell'oggetto raffigurato, mentre quest'ultima manca sui fogli di origine poste-
riore. Sul principio del suo viaggio, il cui decorso dai Paesi Bassi per la regione sud-est
della Francia a Milano, e di là a Roma, possiamo determinare e bissare per lo meno nelle
sue tappe principali, il nostro pittore forse avrà messo importanza a registrare e a distin-
guere a bella posta e con acconcio modo le sue impressioni; ed un simile modo di proce-
dere ci sarà confermato da taluno degli adepti dell'arte che fanno il loro pellegrinaggio
artistico oltre le Alpi dalla loro propria esperienza, Più tardi, nella stessa misura che l'in-
teresse puramente pittorico guadagnò la superiorità sopra la curiosità del principiante nel
viaggiare, questo riguardo cessò e con esso cessò pure il motivo di accompagnare gli schizzi
con leggende ed iscrizioni spiegativi

Ed ora, avendo discorso dei disegni del nostro libro in generale e riguardatili dal
punto di vista comparativo con altre simili raccolte, passiamo a darne l'enumerazione in
particolare ed a descriverli più minutamente. 1

boi. 80, n. 203, alto centimetri 18, lungo centimetri 22.2. Disegno a penna leggiero,
anzi in parte di mano inesercitata, di un palazzo pubblico in Fiandra, probabilmente tinello
della città di Douai.

1 La indicazione dei fogli e numeri nel seguente ca-
talogo si riferisce al posto attuale dei disegni di cui
trattiamo nel « Saniiuelband ». Dove nell'ordine conse-
Archivìo storico dell'Arte - Anno VI, Fase. II.

cutivo mancano alcuni numeri, questi sono occupati da
schizzi che non hanno niente a che fare col nostro tac-
cuino.
 
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