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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. III
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0253

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212

picclioli coni colonnelli ho pilasstrelle quadri : e riqua-
dramenti delle chornicie anno a essere grosse due
dita, con buoni intaullati intorno a detti quadri,
chou tersie intorno e sotto a detti quadri; ditto
maestro Michele è tenuto conmettere sotto homgni
quadro uno quadro d'arbaro buono e di buono lem-
gniame perche l'operaio l'à a fare mettere d'oro a
spese dell'Opera di detto boro, e più ditto maestro
Michele è hobrighato fare a' detti quadri uno qua-
dro di nocie a homgni quadro, grosso uno dito e di
lengnio di nocie giemtile, perche l'operaio l'à a fare
intagliare a modo suo e paghare detto intaglio del
denaio dell'Opera; e più detto maestro Michele è
tenuto fare a ditto pettorale l'architrave e chor-
nicie e fregio di nocie, beni fatto e coni lettere an-
tiche in del fregio, bene e diligientementte, come si
richiede a detto lavoro. E più detto maestro Mi-
chele è tenuto a fare sotto e chamcielH, bovero
manghanelli di detto pettorale, il suo fregio, bovero
chanciello riquadrato dove posano su esso i mangha-
nelli, bovero chancielli, riquadrato di nocie chom
buone imposte e ebornice e 'mbasamentti grosse e
bene rilevate coni tersie e chornicie morto intorno,
chome richiede detto lavoro a uso di buono maestro:
e più detto maestro Michele è tenuto fare a dotto
choro e bracciali che Ili bisomgniano, di lemgnio di
nocie buono e grosso e ricipiemto a detto lavoro,
con tutte quelle cornicio e altre chose, che si ri-
chiedono a detti bracciali, ecietto (dio l'intagli, che
volendo l'operaio detti bracciali intagliati, gli à a
fare intagliare a modo suo e paghare dotti intagli
de' beni dell'Opera. E tutti dette chose detto mae-
stro Michele è hobrighato fare di buoni lemgniami,
chiavagioni e homgni altra cosa aspettante a detto
lavoro, e quella mettere in duomo inn'opera beni
chonfitto e bene achomeia in termine d'anni due
prossimi avenire a tutte suoe impose e perichuli;
riserbato le chose antedette che ll'Opera de' fare
del suo, homgni altra chosa detto maestro Michele
de' fare a suoe ispese e perichulo.

E de' avere per sua merciò, in paghamentto di
detto lavoro, fiorini quattrocientoventicinque di
lire 4 per ciascheduno fiorino, d'acchorddo coni lui:
sono lire............. 1700.

Magnificus Dominus Joannes olim Mariani Civis
Pisanus Opere sancte Marie pisane ecclesie operarius
optime meritus; adnimadvertens quottidieindigentiis
et ornamento diete ecclesie, ut homo diligens et cir-
cumspectus facere solet in suis operibus, et consi-
derai^ diete ecclesie maiori ni! aliud... deficere
nisi chorus volensque illuni prò posse construi sive

fieri facere : ad hoc ut in ecclesia prefata venera-
biles religiosi ibidem existentes divina officia melius
et commodius interesse et canere possent.

Iccirco presenti publico instrumento locavit etc.
suprascriptum chorum et laborerium prò dicto choro
faciendo modis, formis conditionibus et tenoribus
suprascriptis, descriptis, annotatis et factis per pro-
vidum virum Antonium olim Taddei Pieri Ponis ci-
vem pisanum dicti domini operarli et diete Opere
scrivanum et cancellarium ut supra in presenti li-
bro c. 112 in facie 2* constat et apparet: Que
omnia etc. prefatus dominus Johannes Marianus ope-
rarius ex parte una, et dius magister Michael ex
parte altera, promiserunt solemniter habere firma etc.
et observare, attendere et ademplire sibi inter se et
vicissim et contra non facere etc. ad penam dupli to-
tius eius de quo et unde contra ageretur vel fieret
que pena etc. et damnium et dispendium totum etc.
se se ditto nomine suosque heredes etc. bona omnia
ad invicim etc. et renuntiaverunt omni juri, privile-
gio et immunitati etc. et prò premissis observandis etc.
possint cogi, gravari, citari, requiri... etc. et taliter
me etc.

Actum Pisis in suprascripta Cancellarla presen-
tibus presbitero JacoboMariani deBlentina, magistro
Stefano Paoli do Pi>is, commisso diete Opere testibus
ad hec vocatis etc. 1). .1. A. Mccccxxxxxiiij. Ind xii.
die vero xxo Nbvembris, stilo pisano ».

2.

L'Operaio del Duomo scrive all'Eccellentissimo si-
gnor baca a che i larari del Cervelliera non
siaii stimati se non dopo finiti.

Ili ino e Ecc."'0 S.r Duca s.r e padrone sing.mo

« L'operaio del Duomo, servitor de Y. E. ha-
vendo più anni fa dato a M° Batista del Cerve-
gliera di Pisa a far certi sedili et lavori nel duomo,
et servitolo di molti scudi, et da 7 anni in quà sol-
licitato facessi detti lavori li quali mai ha vol-
suto finire, et in ultimo reputandoselo a carico
appresso di Dio et delle persone, per venirne a fine
li fece protestare per la Corte del S.r Comiss." (come
più volte a bocca li haveva detto et fatto dire), che
dovessi in certo tempo finir detti lavori altrimenti
che l'opera rivoleva li suoi denari datoli ; del che
facciendosi beffe dicto m° Batista, non si curò al-
trimenti finirli uè pur porvi mano. Per il che l'ope-
raio (per il debito di suo officio) lo fece porre alla
Corte per scudi 100 per parte di maggior somma,
et procedendosi ordinariamente doppo molti mesi
si li optenne con di molte spese la sententia con-

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