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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. IV
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Schmarsow, A.: Nuovi studi intorno a Michelozzo, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0293

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252

A. SCHMARSOW

il suo effetto, quali l'altezza a cui e collocata, e così via. Gli occhi specialmente sono più
aperti e più approfondati, quindi maggiormente ombreggiati dalla fronte sporgente. La ri-
produzione dei capelli in singole ciocche arricciate, che, specialmente nella barba, si spar-
tiscono simmetricamente, la somiglianza dell' ispida pelle che fa da veste ed altre analogie
nella tecnica confermano l'attribuzione delle due figure allo stesso maestro. Al confronto
con la statua di Firenze apparisce invece come molto perfezionato in quella di Montepul-
ciano il panneggiamento del manto, che, lasciando libero il braccio destro, è raccolto con
larghezza pittorica sul sinistro. Anche nella figura di San Giovanni, come in quella della
Madonna che le sta accanto, il braccio sinistro è stretto al corpo; la mano piegata stringe
contro il corpo la fascia con le lettere E. A. D., e contemporaneamente tiene fra il quarto
e il quinto dito il bastone della croce di canna, che, restaurata posteriormente, riuscì alquanto
più pesante di (pianto era certamente in origine, il braccio destro ignudo, che fu pure re-
staurato in parte nella metà anteriore, si piega ad angolo, e passa di traverso davanti al
petto, toccando in pari tempo il bastone della croce con l'indice appuntato verso il Bambino.

Un'altra figura di San Giovanni Battista, statuetta di bronzo nel Museo nazionale di
Firenze, pubblicata nel fascicolo II di quest'anno ed attribuita dal signor U. Rossi a Mi-
chelozzo, mi pare invece un'opera indubitabile di Bartolomeo Bellano di Padova, il quale
in compagnia di Bertoldo ha lavorato molto ai pergami di San Lorenzo, per terminare l'opera
non finita di Donatello.

Sant'Agostino, che sta dall'altra parte della Vergine, non ha l'aureola, come la hanno
la Madonna e San Giovanni, e come non l'ha il Bambino certo per puro caso. Nella figura
di questo santo vescovo il posto dell'aureola è occupato dalla mitra. Del resto i suoi para-
menti sono semplici, e il pastorale ch'egli regge con la mano destra ha perduta la sua cur-
vatura. 11 libro, sostenuto in parte dalla mano sinistra, in parte anche dal manto, accenna
alla sua qualità di scrittore. Affatto caratteristici sono però due pezzi secondari del suo ab-
bigliamento, che sono di predilezione speciale di Michelozzo, e cioè i forti cordoni di seta
che riuniscono il manto sul petto e la rosetta sui guanti, che è proprio la segnatura del
nostro artista. Il volto del padre della Chiesa è dignitoso e serio, con barba corta e leg-
germente ondulata, poco diverso da quello «lei Battista e affatto simile alle teste degli Ara-
gazzi nelle singole parti, e specialmente nel nasi», con le alette rialzate e la punta tondeg-
giante e alquanto pendente, e nella bocca col labbro superiore più sottile e le estremità
nettamente segnate.

Tutto il gruppo rii mezze figure nella lunetta della porta di questa chiesa si può para-
gonare, per bellezza plastica e per grandiosità d'effetto, con parecchie opere robbiane, e assi-
cura a Michelozzo il suo posto di scultore anche nel Quattrocento inoltrato. Una volta
riconosciuto come suo, questo lavoro in terra cotta contribuirà, senza dubbio, a riferire alla
sua mauo alcune opere minori sparse qua e là, e quindi a determinare, con maggior preci-
sione di quanto si sia potuto fare l'inora, la sua sfera d'azione fra i maestri più celebrati
come Jacopo della Quercia, Donatello e Luca della Robbia.

Senonehò nella chiesa di Sant'Agostino in Montepulciano, l'attività di Michelozzo non
si limita alle sculture accennate, ma, a nostro giudizio, si manifesta molto più in queir in-
sieme di cui questo gruppo in terra cotta non è che un pezzo principale della decorazione.
Anzitutto è in stretta relazione con la lunetta l'incorniciatura del timpano, ossia, in modo
speciale, l'ornamentazione dell'archivolto, che nell'interno va sfuggendo in prospettiva.
Questo taglio dell'arco ò coperto da una serie di mazzi staccati di fiori composti di rose,
gigli e fiori a rosetta, e legati con nastri girati traversalmente e svolazzanti. La loro ese-
cuzione, in rilievo schiacciato, corrisponde perfettamente allo stile decorativo di Michelozzo.
Però, con questa decorazione è in stretta relazione anche quella affatto simile dei pilastri
della porta; e questi, come si rileva dal nesso architettonico, non sono che una parte del-
l'incorniciatura della porta, la quale, alla sua volta, appare inseparabile dall'intero rive-
stimento della facciata disposta di qua e di là dell'entrata centrale.
 
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