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Archivio storico dell'arte — 6.1893

DOI issue:
Fasc. V
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Frizzoni, Gustavo: I capolavori della Pinacoteca del Prado in Madrid, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0362

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314

G. FRIZZONI

ed in quel luogo è la più bella ed onorata pittura che vi sia ». È da ammettersi in fine
che durante la dominazione spagnuola passasse al pari di molti altri dipinti celebri da Napoli
in Ispagna.

Soggiunge il Lermolieff con cognizione di causa nel secondo volume de' suoi Kunstcri-
tische Studien (pag. 340) che l'esemplare di Madrid ha sofferto pel ristauro non meno di
quello di Dresda, e che un'altra ripetizione della stessa composizione trovasi nel Museo
di Lione.

Fra i ritrattisti insigni, che insieme ad un Tiziano, un Parmigianino, un Andrea del
Sarto s'incontrano al Prado, vorrei pure ricordare Angelo Bronzino. E lo vorrei ricordare
principalmente per un ritratto che ci viene presentato oggi sotto tutt'altro nome, cioè sotto
quello di Girolamo da Carpi, col quale panni non abbia proprio nulla a che fare. L'indi-
viduo rappresentato è un bel giovane dal tipo nobile e severo, dipinto sulla tavola, a mezza
figura. Areste un giubbone oscuro prepontato e cinge al fianco uno spadone, presso il quale
tiene la mano sinistra, mentre la destra è posta sopra un libro aperto sopra un tavolo. 0
io m'inganno, o vi sono da verificare costì le finezze di disegno e di modellato, l'elevatezza
del concetto propri del pittore di ritratti per eccellenza fra i Fiorentini del Cinquecento.
Qualità che spiccherebbero viemeglio se il dipinto fosse meglio collocato, fosse un po' meno
cresciuto di tinte di quello che è, e avesse non ostante a ricevere un po' più di luce venendo
sottoposto ad una cauta e modica pulitura. Non voglio trascurare poi di addurre in favore
della mia versione una circostanza, per (pianto estrinseca, ed è che consultando il Catalogo
descriptivo e li/storico della- Galleria vi trovo accennato che il quadro proviene dalla collezione
di Donna Isabella Farnese, dove passava per opera del Bronzino. 1

La Scuola toscana, sarebbe vano il dissimularlo, è fra le più magramente rappresentate
nella grande Pinacoteca spagnuola. Se non vi è cosa di speciale rilievo fra le poche cose
d'epoca posteriore ad Andrea, sono in difetto altresì i simpatici Quattrocentisti, fatta ecce-
zione di un'opera squisita dell'angelico frate Giovanni da Fiesole.

Il nome di Leonardo da Yinci non figura se non per una copia del celebrato suo ritratto di
Mona Lisa. Questa, nullameno, è una tavola interessante, perchè eseguita con molta fedeltà e,
com'è a credersi, a poca distanza di tempo dall'originale, ora al Louvre. Il signor de.Madrazo
osserva, in proposito, che, professo)'/' molto competenti credono riconoscervi il pennello di Carlo
Dolce ; altri critici non meno rispettabili invece la giudicano di mano fiamminga. Non si può
negare che questa alternativa è molto, anzi un po' troppo, accomodante e che se hanno
ragione, come credo, coloro che giudicano il dipinto di Scuola fiamminga, sarebbe mala-
gevole oggidì l'ammettere per competenti quei professori che avessero a ravvisarvi la mano
di un Carlo Dolce.

Nel mare magno delle opere grandi e fastose ond'è popolata la Galleria del Prado, fa
una singolare impressione invero il richiamo all'arte primitiva e pura del nostro immortale
frate Angelico, che tutto si dedicò alla illustrazione di un mondo ideale, interpretato con
fantasia affatto infantile. Esso ci si presenta in una tavola d'altare, compiuta colla sua preziosa
predella a cinque riparti, con istorie a piccole figure. La tavola principale raffigura il sog-
getto dell'Annunciazione in modo molto simile a quello che sta dipinto in una delle celle
del convento di San Marco in Firenze, eccettuato lo sfondo ch'è alquanto più elaborato nel
quadro di Madrid, dove è ommessa la figura del devoto San Pietro Martire. Per richiamarne
la composizione diamo riprodotto, nella fig. 24a, t'affresco di Firenze, della cui grazia tutta
spirituale non può che sentirsi compreso ogni animo sensibile e delicato. Deliziose poi sono
le storiette contenute nei quadretti della predella, alludenti, con chiara evidenza, a fatti
della vita della Madonna, a cominciare dallo Sposalizio venendo fino al Transito, fra i quali
intercedono la Visitazione, la Nascita di Gesù e la Circoncisione. Deve essere opera dell'età

1 Trovasi ora situato al Prado nel riparto della pittura italiana a canto alla rotonda d'ingresso, ed è contra-
distinto col n. 82 del Catalogo.
 
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