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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Baudi di Vesme, Alessandro: I van Loo in Piemonte
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0384

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384

ALESSANDRO YESME

pag. 162. Sotto il regno del fastoso Luigi XIY era invalso l'uso di ornare le navi da guerra
di ricche sculture in legno e di pitture di storie, paesaggi ed ornati, ed una moltitudine
di artisti era continuamente occupata a tali lavori nell'arsenale di Tolone, definito dal La-
grange «un vaste atelier d'artistes plutót qu'un chantier de constructions ».

I due fratelli Van Loo seguirono la, corrente, e vennero a porsi sotto la direzione di La
Uose, maestro pittore dell'arsenale, rinunziando così alla propria individualità. «Le maitre
peintre de l'arsenal imposait le dessin; les artistes non entretenus se disputaient au rabais
l'honneur ou le proflt de L'exécution; mais du moins l'ouvrage ne manquait pas » (Lagrange).
I disegni di Giovanni Battista La Rose si conservano tuttora presso l'arsenale di Tolone.

Secondo il Lagrange, Luigi Abramo non comincerebbe a figurare in quei concorsi che
d;d 7 aprile 1684, cioè circa, tre mesi dopo la nascita del figlio. Ma il Ginoux (Peintres et
sculpteurs arsii Toulon, in Nouvelles archives de l'art frangais, IV, 152), il (piale ha, pure
esaminato gli stessi documenti che il Lagrange, vi ha trovato testimonianza della presenza
di Luigi Abramo e di suo fratello Giovanni in d'olone già sin dal 1682, e così anterior-
mente al matrimonio celebrato in Aix dal primo d'essi. Dopo 1'8 marzo 1686 Luigi Abramo
scompare e cede completamente il posto al fratello, il (piale è ancora menzionato sino
all'anno 1692.

L'Argenville, il solo autore antico che accenni alla causa, per cui questo Yan Loo lasciò
la Francia, dice ch'egli sarebbe stato ricevuto membro dell'Accademia di Parigi, «si une
affaire d'honneur no l'eùt obligé de se ritirer à Nice, dans les états du due de Savoye ».
1 biografi moderni non dubitarono che con le parole « affaire d'honneur » l'Argenville abbia
voluto parlare di un duello. E la cosa è possibile. Però chi conosce i costumi di quel
tempo sa ch'era un fatto altrettanto raro che gli artisti si battessero in duello, quanto era
pur troppo frequente ch'essi definissero le loro questioni in maniera meno cavalleresca, ma
egualmente pericolosa, cioè a busse o a coltellate. Il libro di Antonino Bertolotti, Artisti
belgi iti olandesi a Roma, contiene numerosi esempi di simili eccessi commessi da artisti
venuti dalle regioni del Nord, ai (piali il clima del Mezzogiorno faceva scorrere più rapido
il sangue nelle vene.

Ma sia stata una l'issa sanguinosa, oppure un duello, la causa dell'esilio di Yan Loo,
rimangono a sapersene le circostanze di tempo e di luogo.

Non sembra (die il fatto sia avvenuto a Parigi, poiché in tal caso Yan Loo difficil-
mente avrebbe scelto il punto più lontano in tutto il regno pei' varcare il conline. Non ad
Aix, poiché, dopo il soggiorno fatto in quella città, eirli, non che emigrare dalla Francia,
si portò tranquillamente a Tolone. È dunque molto probabile che ciò che l'Argenville
chiama, forse un po'eufemicamento, «une affaire d'honneur» abbia avuto luogo a Tolone
per qualche gara occasionata dagl'incanti dei lavori attorno le regie navi. Così sarebbe
spiegato il suo riparare a Nizza, ch'era la città straniera più prossima a Tolone, e la im-
provvisa sua scomparsa dai conti dell'arsenale dopo il 18 marzo 1685, mentre il fratello con-
tinuò a concorrere a quei lucrosi lavori. Conferma la mia ipotesi il non trovarsi prova al-
cuna che Luigi Abramo sia rientrato in Francia dopo quella data,

A questa spiegazione osterebbero, ò vero, le parole di Dandré-Bardon: «De Nice, il
vint à, Toulon»; ma si ò fatto vedere sopra che questo scrittore non conobbe bene l'iti-
nerario percorso da Yan Loo.

Non v'ha accordo fra gli scrittori circa il luogo e la data della morte di Luigi Abramo:
Manette lo fa morire, ad Aix nel 1712, di anni 62, e Michiels a Nizza nel 1713, a 72 anni.
Secondo Manette l'artista sarebbe dunque nato nel 1650, secondo Michiels nel 1641. Male
informazioni sì dell'uno che dell'altro sono errate, come dimostra l'atto di morte dell'artista
desunto dai libri parrocchiali della cattedrale di Nizza, e che qui si pubblica, cred'io, per
la prima volta:

«L'Anno mille sette cento dodici il quatordici di Maggio Ludovico Yanlò di Pariggi
d'anni cinquanta sei morrì e fu sepolto in Santa Reparata».
 
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