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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Baudi di Vesme, Alessandro: I van Loo in Piemonte
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0392

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342 ALESSANDRO VESME

dopo la morte di Carlo, dal suo collega ed amico Dandré-Bardon, e pubblicata l'anno stesso
a Parigi presso il libraio Desaint. Altrettanto buona per la sostanza, non per il merito, è
quella di un autore anonimo (che si sa essere J. Fontaine-Mal herbe), inserta nella raccolta
Nécrologe des hommes cétèbres de France, Paris, 1767-1 782, 1 7 voi. in-12, e ristampata nel
* t. XIT della Revue universelles des arts; non essendosi il Fontairie data altra fatica che

quella di variare la dicitura del libro di Dandré-Bardon, del quale egli in tal modo ha fatto
quasi una copia. L'illustre critico francese P. J. Manette, parlando del nostro artista (Abe-
cedario, Y, 383, dice: « J'ay recueilli des mémoires sur sa vie et j'y renvoye »; ma ò cosa
veramente increscevole che quelle memorie siano andate perdute. Non farò parola dei cenni
biografici su Cacio Yan Loo che trovansi nelle innumerevoli storie della pittura, nei dizio-
nari degli artisti ed in altri lavori, e che poco o nulla contengono che direttamente o
indirettamente non sia stato tolto a Dandré-Bardon, e in questa schiera menzionerò con
onore soltanto l'articolo di Carlo Blanc per VHistoìre des peintres de toutes les écoles,
e quello d'Alfredo Michiels, che si legge nel t. X della sua Hìstoire de la peinture fla-
mande.

Non è senza sorpresa che s'incontra talvolta in ((uniche articolo su Yan Loo grande
abbondanza di particolari intorno a fatti e circostanze che gli altri biografi passarono sotto
silenzio o accennarono appena. Ma chi cerca la verità dei fatti deve andar cauto e non
far buon viso alle notizie nuove se non (piando sono accompagnate dall'indicazione della
fonte cui furono attinte. Così sarà prudente negare ogni autorità all'articolo di Arsenio
Houssaye, pubblicato nel t. XXXI della Revue des Deux-Mondes, annata 1842, sotto il titolo
Les Vanloo, ed air altro di Alfredo des Essarts, intitolato Carle Vanloo, inserto nel t. XXYI
del Journal des Demoìselles, contenenti buon numero di fatti singolari, che per mio conto
considero come in parte travisati ed in parte anche completamente inventati.

Di tutte le opere più sopra accennate e di molte altre ancora contenenti notizie sparse,
ho fatto mio prò; ma ciò che t'ormerà la sostanza di quest'articolo e gli darà carattere
di originalità sono i copiosi documenti che qui appaiono per la prima volta.

Carlo Andrea nacque in Xizza Marittima, città che già da più secoli apparteneva ai
principi di Savoia, e fu battezzato nella cattedrale. 11 giorno della sua nascita si trova in-
dicato esattamente da tutti i biografi. Credo però che non sia mai stato pubblicato il testo
del suo atto battesimale, che qui presento: « L'anno del Signore mille sette cento e cinque,
olii quindici febraio Carlo Andrea Yanloò tiglio di Ludovico e di Maria giù gali nato hoggi,
battezato da me Gioanni Battista Boyero, il padrino è stato il nobil Carlo Fulconis e la
madrina Barbara sua moglie ».

Il primo nome di battesimo di Yan Loo gli proviene dunque dal padrino. A proposito
di questo nome, trovo strano quanto dice il Michiels, op. cit., X, 48: « Au lieu de Charles,
en flamand on dit Karel. Le public francais, corame ppur conserver à l'artiste une marque
d'origine, prit l'habitude de l'appeler Carle, en modifiant un peu son noni étranger ». Io
non so se vi sarà una sola persona la quale creda col Michiels che la forma Carle, ado-
perata invece di Charles da Yan Loo dopo che andò a stabilirsi in Francia, derivi dal
fiammingo Karel; tanto ò evidente ch'essa non è che una lievissima alterazione del nome
italiano Carlo, portato dall'artista nel suo lungo soggiorno in Italia e non modificato poi
che il meno possibile.

« Sa première enfance fut marquée par une sorte de prodige. Le Due de Berwick as-
siégeoit Xice en 1706. Toute la ville étoit en alarmes. Marie Fosse tremblante pour le petit
Carle, et pensant le mettre à l'abri de tout risque, le descendit dans la cave. Jean Baptiste
son bis ainé, averti par la direction des bombes, quo la maison étoit menacée, court, vole
au devant du péri! et enlève son jeune frère, deux minutes avant que le globe enflammé
réduisìt en cernire le berceau de l'enfant ».

Questo racconto di Dandré-Bardon (p. 4) mi sembra contenere qualche inesattezza sto-
rica, di lieve momento, è vero, ma che pur conviene rilevare.
 
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