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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Nuovi documenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0422

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372

NUOVI DOCUMENTI

Ilo il pregio di essere con tutta la stima e la
considerazione

Di Lei Nob. S.' Conte

Possagno 24 7bre 1822

Olih. Aff. Servitore ed A.
Ant. Canova

Giuseppe Malagoli.

Uli Angioli di Giovan Bologna

nel Duomo di Pisa.

I due angioli di bronzo che oggi si ammirano
alle sponde del coro, sorreggenti con ambe le mani
un candelabro, furono^un tempo all'aitar maggiore
del Duomo, quando nel Duomo era l'altare inta-
gliato in noce del Riminaldi, che posto nel Cam-
posanto, passò poi nel capitolo di San Bonaven-
tura, entro il chiostro della chiesa di San Fran-
cesco di Pisa; e questi due angioli, ci dice il Bal-
dinucci, venuto l'anno L601, Giovan Bologna diede
finiti per lo duomo di Pisa, che pesati in atto di
spedizione dei medesimi, >i trovarono di libbre 120.

Per i documenti che qui per la prima volta
pubblichiamo, è dato sapere (die il lavoro cominciò
il li luglio 1599 e durò fino al 28 di giugno
del 1602 (stile pisano), e che il 27 ottobre del 1601,
il primo angiolo era già gettato e si spesero per
opere e pei' portatura lire 2. 13. 4.

Dal conto del nostro artista appare, che nel
lavoro fu aiutato, se non fu addirittura completa-
mente condotto, dai fratelli Francesco e Guasparri
di Gerolamo della Bella, scultori, i quali erano fra
coloro, scrive lo stesso Baldinucci, che verso la
fine del passato secolo, nella celebre stanza di
Gio. Bologna di Dovai, attesero alla scultura, aiu-
tando al medesimo, e secondo la maggiore o mi-
nore abilità di ciascuno (come ne giova il credere)
erano anche da lui salariati. Negli angioli di cui
parliamo è a credersi che Giovan Bologna abbia
avuto poca parte, ed è a supporsi anche non grande
la valentia dei due fratelli scultori per il risultato
che ne abbiamo.

Se non mancano le due statue di una certa
grazia, il movimento è però poco naturale e tra-
disce lo sforzo voluto dell'atteggiamento; se le
pieghe hanno una modellatura larga e intelligen-
temente curata, non cessano per questo di essere

un poco troppo frascheggianti ; le teste, poi, non
in proporzione con le figure, sono affatto prive di
carattere e di espressione, e le estremità inferiori
ordinarie. Basta poggiare l'occhio sull'angiolo del
cero pasquale esistente nel coro del nostro Duomo,
e modellato da Stoldo Lorenzi, per accorgersi della
distanza che passa fra un lavoro e l'altro, e per
capire, in pochi anni di differenza, quanto l'arte
fosse, nell'indirizzo e nel sentimento degli artisti,
variata. E a credersi dunque che Giovali Bologna,
più fine modellatore e più elegante esecutore, si
sia limitato a fare dei due angioli il disegno e
abbia lasciata intiera la cura dell'esecuzione ai due
suoi aiuti Francesco e Guasparre Della Bella. Co-
munque sia, ecco i documenti che a queste due
opere d'arte si riferiscono, non senza prima ricor-
dare Fra Domenico Portigiani, celebre fonditore
di metalli, cui si deve la bellissima ed accurata
esecuzione materiale dell'opera.

(Arch. del Capitolo. Filza L, pag. 152-153).

A dì XII di Luglio 1599.
Io Gio : Bologna ho ricevuto dalli Magnifici
Signori Deputati di S. A. S. per la restauratione
del Domo di Pisa, e per loro dal Magnifico Signor
Capitano Gio. Battista Cresci, provveditore delle
fortezze di S. A., Scudi 50, tanti sono per dare
principio a dua angioli da farsi di brongio per
detto Domo, et per fede di ciò io Pietro Tacca,
allievo di detto maestro Giovanni, ho fatto la pre-
sente a suo nome et una altra simile, le quale sono
sotto scrite di propria mano sua questo dì sopra
detto in Firenze. Scudi 50

Gio: Bologna

A dì 16 di Giugno 1601.
Io Gio: Bologna ho ricevuto dalli Magnifici
Signori Deputati da S. A. S. alla restauracione
del duomo di Pisa, ducati cinquanta di monetta
di lire sette l'una, e quali ricevo per lor Signorie
dal Magnifico Signor Capitano Gio : Battista Cresci,
provveditore delle fortezze di S. A., e servono per
poter pagare giornalmente all'opere, che lavorano
su duoi Angioli che io fò di brongio per il duomo
di Pisa, et altre spese che occorrono per tal conto;
et in fede ho fatto la presente prima ricevuta que-
sto di sopraditto: dico ducati 50.

Gio: Bologna

(Arch. del Capitolo. Filza M, pag. 115).

Li Magnifici Signori Deputati alla restauratione
del Duomo di Pisa deano dare, a dì 25 di ottobre 1601,
lire dugento trentasei, soldi 5, sono per bavere
 
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