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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. II
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Boni, Giacomo: Il duomo di Parenzo ed i suoi mosaici, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0154
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GIACOMO BONI

cupola si legge, in quattro linee e in caratteri latini, come in tutte le altre iscrizioni, la
dedica del vescovo Eufrasio :

t HOC FVIT IN PEIMIS TEMPLYM. QVAS SANTE RVINA.
TEKRIBILIS . LABSV NEC CERTO ROBORE . EIRMVM.
EXIGVVM . MAGNOQVE CARENS . TVNC FVRMA METALLO
SED MERITIS TANTVM . PENDEBANT . PATRIA . TECTA .
f VT VIDIT SVBITO LAPSVRAM . PONDERE . SE DEM ,
PROVIDVS ET E IDEI EERVENS . ARDORE . SACERDVS .
EVFRASIVS SCA PRECESSIT . MENTE RVINAM .
LABENTES . 1VELTVS SEDITVRAS . DERVIT AEDES .
FVNDAMENTA LOCANS . EREX1T . CVLMINA . TEMPLI
f QVAS . CERNIS . NVPER . VARIO . FVLGERE . METALLO
PERFICIENS COEPTVM DECORAVIT MVNERE . MAGNO .
AECCLESIAM VOCITANS . S IGNAVI T . NOMINE. XPI.
CONGAVDENS. OPERI. SIC. FELIX. VOTA. PEREGIT )

Nel tamburo dell'abside, sottostante alla cupola, s'aprono quattro finestre, e la parte di
mezzo è perciò occupata da un pilone. Questo dimostra che l'architetto desiderava attirare
l'attenzione sulle pareti murali, non già sulle finestre, come avviene nelle età posteriori e
negli stili più nordici. Il pilone centrale è decorato da un angelo, vestito di toga bianca e
di tunica con davo purpureo, che porta un serto ingemmato, a nastri svolazzanti, e tiene
in mano un globo. Sul pilone alla sua destra sta un santo con tunica breve, ricca di frangie,
con borsa d'oro e mantello di porpora stretto al collo da grande fermaglio ; tiene un cofa-
netto con coperchio a due spioventi. Poco rimane del mosaico originale sul pilone a sinistra,
le cui parti mancanti sono d'intonaco dipinto; sembra che vi fosse raffigurato un santo
vestito di bianco con bastone crocifero. Questi ultimi due santi sono forse San Mauro e
San Giovanni Battista.

Sul lato meridionale dell' abside, di là dalla finestra, è figurata la Visitazione di Maria
e di Sant' Elisabetta, e su quello a tramontana l'Annunciazione. L' angelo Gabriele ha una
corona ingemmata, con nastri pendenti e indossa la tunica bianca con clavo purpureo e
la toga bianca che gli svolazza dalle spalle; la Vergine siede alla porta d'un edificio che
somiglia ad una basilica; due strisele d'oro le scendono dalle spalle ai piedi sul davanti
della veste. I costumi nella Visitazione sono somiglianti; i seni d'ambedue le donne sono
marcati da una linea decisa, e una piccola figura, con veste azzurra listata d'oro, fa capo-
lino dalla tenda mezzo alzata d' una porta che sta dietro a Santa Elisabetta.

L'intero mosaico finisce con una larga fascia che forma soffitto all' arco trionfale, ador-
nata con dodici mezze figure di sante, racchiuse da medaglioni. Quelle a tramontana rap-
presentano SCA . FILICITAS ; SCA BASTLISSA; SCA EVGENIA . ; SCA CICILIA.;
SCA . AGNES . ; SCA . AGATHE . ; e quelli a mezzogiorno : SCA . IVSTINA . ; SCA . SU-
SANNA . ; SCA . PERPETVA . ; SCA .VALERIA . ; SCA . TECLA . ; SCA EVFYMIA .
Alla sommità dell' arco sta dipinto sull' intonaco il monogramma di Cristo ; quello originale
di mosaico andò perduto.

Quantunque differiscano in alcuni punti, credo che i mosaici di Parenzo siano tutti
della stessa data, e tanto coevi alla basilica quanto lo permetteva il tempo necessario ad
eseguirli. L'arco trionfale coi medaglioni rassomiglia molto a quello di San Vitale di Ra-
venna. Gli ornati a padiglione di coronamento delle finestre, che potrebbero credersi con-
chiglie, figurano anche nei mosaici del 570 a Sant'Apollinare Nuovo: le cornucopie incro-
ciate del basamento e dell' arco trionfale si trovano a San Vitale, dove pure si trova usata
la madreperla. I mosaici di Parenzo corrispondono a quelli del tempo di Giustiniano a Ra-
venna, perfino nei particolari del costume, come nei nastri svolazzanti dai serti degli an-
geli, rappresentati da una sola linea sul fondo dell'aureola; le figure coi capelli corti, con
 
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