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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. IV
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Supino, Igino Benvenuto: Le opere minori di Benozzo Gozzoli a Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0276

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IGINO BENVENUTO SUPINO

nel 1495, il 29 di aprile, il Camarlingo del Comune di Pisa pagò a maestro Benozzo, dipin-
tore, lire XVI piccioli " a lui contanti, per la dipintura de le bandiere de' pifari e tron-
coni a gigli d'oro;,, e nell'agosto del medesimo anno dall'Opera della chiesa maggiore
ebbe lire sedici e soldi quattro per la pittura di altre cinque bandiere, che dovevano essere
collocate sul duomo e sul campanile. 1

I.

L' attività artistica veramente meravigliosa del versatile pittore ebbe modo, come
abbiam visto, di affermarsi in tutte le forme ; pronto, pratico e fecondo, può dirsi instan-
cabile nell'operare, passando con facilità dalle cose maggiori e più importanti alle più
facili e di minor conto. Arricchisce di ben 24 storie le mura del Camposanto ; dipinge
quadri per le chiese, e fin le bandiere destinate nei dì solenni ad adornare la cima della
cupola, il frontespizio della facciata e la vetta del campanile hanno l'onore di essere deco-
rate da' suoi pennelli : quale altro artista può gareggiare con lui in prontezza, in abbon-
danza, in fantastica originalità? Ben giustamente scrisse il Vasari ch'egli " fece tanto
lavoro nell'età sua, che e'mostrò non essersi molto curato d'altri diletti: e ancoraché e'
non fusse molto eccellente a comparazione di molti che lo avanzarono di disegno, superò
nientedimeno col tanto fare tutti gli altri dell' età sua : perchè in tanta moltitudine di opere
gli vennero fatte pure delle buone. „ 2

Che in tutti questi lavori ei fosse davvero aiutato da scolari o assistenti, è probabile
e lecito supporre ; ma invano si ricercherebbero i nomi di questi nei varj registri di ammi-
nistrazione dell' Opera della Primaziale pisana. Per esempio, i signori Crowe e Caval-
casene vorrebbero che fra gli aiuti, nei lunghi lavori del Camposanto, fosse stato anche
Zenobio Machiavelli : ma appunto i libri di amministrazione dell' Opera relativi a questa
epoca e ai lavori di Benozzo sono nella maggior parte completi, e in essi 1' unica notizia
che ci rimanga relativa a quell' artista è del 1475 (stile pisano), e si riferisce a un pezzo di
pietra quadra, d'un braccio, che 1' Operaio gli prestò per macinare i colori; e " prestosili, „
aggiunge, " per conmissione di Piero Neretti, come appare alle Ricordanze. „ 3 E poiché
di fianco a questa partita è scritto : " alla rendùta i frati di San Francesco, „ vien così
a comprovarsi com'egli con l'Opera non avesse alcun rapporto; altrimenti non avrebbe
avuto bisogno di intermediari, quale ci appare il Neretti, per ottenere un prestito di così
poco conto. E poiché il suo nome non figura più nei registri della Primaziale, così dovrem
concludere che il Machiavelli ha lavorato sì a Pisa per altri, e certo anche per questo
Neretti, di cui non siamo in grado di dare alcuna notizia, non però per il Duomo e nel
Camposanto ; mentre in quei registri s'incontrano invece i nomi del fratello, Bernardo di
Lese, dipintore esso pure, che Benozzo fa venire a Pisa da Firenze, nel giugno del 1479,
per lavorare ai sopraceli della chiesa maggiore, e forse ad aiutarlo anche nelle cose di
minore importanza, 4 nonché quelli de' suoi tre figli, Francesco, Girolamo ed Alesso, il
(piale ultimo, sebben pittore, non può aver avuta parte alcuna negli affreschi del cimitero
monumentale, perchè questi furon terminati nel 1485, ed egli nacque solo nel 1473.

Con l'appellativo invece di garzone di Benozzo son notati un Baccio, un Domenico
di Losso, dipintore, che prende a fare e dipìngere, nel 1481, dei quadri del palco del-
T Incoronata, in duomo;5 un Giovanni, e un Bartolomeo di Giovanni; G questi i soli che

1 Tanfani, loc. cit. & Domenico di Losso, che sta clwn ni.0 Benozzo,

* Vasari, ed. Sansoni, voi. Ili, pag. 46. dipinge nel 1479 le mensole e i fregi della casa del-

3 Arch. del Capitolo. Filza D, c. 2 t. l'Opera (Arch. del Capitolo. Filza D, c. 1101).

4 Bernardo di Lese nel 1479 lavora anche ai fregi (; Vasari, ed. Sansoni. Alberetto de' Gozzoli, vo-
della sala dell'Opera e della camera (Arch. del Ca- lume III, pag. 57.

pitolo. Filza D, c. 1121).
 
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