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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. VI
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Calzini, Egidio: Marco Palmezzano e le sue opere, [4]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0523

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EGIDIO CALZIN]

Questo ])or noi oscuro maestro dovett'essere pittore di qualche mei-ito se Frate Angelico non
[sdegnava ili tenerlo seco, quale suo compagno di lavoro, anche ammettendo, come osserva il Muntz,
che a lui e ai suoi compagni Cosse dall'Angelico affidata la parto decorativa della citata cappella,
situata non nel palazzo del Vaticano, ma nella basilica di San Pietro.

Codesto Pietro Giacomo, nel 1407 trovavasi anche in Roma, con Agostino da Cesena a dipingere
al palazzo e camera del Tesoriere. (Studi e ricerche di A. Bertolotti, Bologna, 1886, pag. 8).

Pietro Gentile da Forlì.

Della stessa epoca troviamo appena un cenno di Pietro Gentile, pittore da Forlì, che negli
anni 1453-54 fu, insieme a Giuliano di Giacomo da Terni, miniatore, e a mastro Antonio da Orte,
pittore, collega a Giovanni da Bologna, al servizio di Nicolò V. (A. Bertolotti, op. cit., pag. 9). Ma
neppure di questo Pietro Gentile è altra memoria tra noi, o fuori, che lo ricordi.

L' abate Lanzi lasciò scritto che dal tempo di G. Organi " non mancò forse in città (di Forlì)
la successione dei pittori; non mancando in essa pitture anonime da poterne congetturare. „ Noi ci
siamo dati cura per vedere se quest' idea del bolognese, gittata là senz' alcuna dimostrazione, potesse
avere in sè qualche prova di fondamento sicuro ; ma confessiamo che tutti i nostri sforzi riuscirono
vani poiché non avemmo la fortuna di ritrovare quel certo numero di pitturo anonime di cui esso
scrive ; nè trovammo ragioni valevoli per abbattere il grandissimo ostacolo del tempo che sarebbe
trascorso, ad esempio, tra il più antico pittore, Guglielmo Organi e Baldassare Carrari, il vecchio ;
il quale, come abbiamo veduto, avrebbe dovuto vivere e operare per circa un secolo se, come asse-
rivano gli storici, lo si doveva proclamare allievo dell' Organi e maestro del Melozzo. Così intorno
al pittore Lattanzio si hanno prove talmente incerte da rendere dubbia persino la sua esistenza;
quasi nulle infine sono le notizie degli ultimi due citati, Pietro Giacomo da Forlì e Pietro Gentile.

Volemmo aggiungere queste brevi notizie intorno ai pittori del quattrocento in Forlì per meglio
completare il nostro lavoro, già preceduto, come s' è visto, da uno sguardo sintetico e in forma siste-
matica e concisa; allo scopo cioè di presentare notizie riguardanti la storia della pittura forlivese e
rispecchianti 1' ambiente artistico in cui il Palmezzano crebbe ed operò.
 
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