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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. VI
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0487
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478

chiude la sua memoria, 7ion va esente di parecchie
omissioni e di qualche grave sbaglio di data (met-
tendo p. e. nel 1440 invece nel 1446, l'allogazione
per la porta della sagrestia di Santa Maria del
Fiore, nel 1436 invece del 1437-38 il compimento
del monumento Aragazzi, e designando in generale
falsamente le date dei lavori di Maso di Bartolomeo,
seguendo in ciò il lavoro incorretto dell'Yriarte).

L'ultimo articolo dell'Annuario che entra nel
presente resoconto è scritto dal S. Campiteli Dodgson
iu corredo di un disegno pure riprodottovi (Fin
Studienblatt des Vittore Pisano zu dem Fresco in
Sant'Anastasia zu Verona). Esso appartiene alla col-
lezione Malcoln, acquistata non ha guari dal Museo
britannico, e contiene studi, fatti manifestamente
dal vero, di parecchi impiccati e, sulla parte di
basso del foglio, due schizzi di una donna e di un
ragazzo. Fu riconosciuto, appena esposto nel detto
Museo, essere della mano di Vittore Pisano (benché
il catalogo del Robinson lo attribuisca ad Andrea
del Castagno). Ora il Dodgson è in grado di rin-
tracciarvi lo studio originale per un particolare
curioso della più importante fra le opere conser-
vate del pittore veronese, vale a dire del celebre
affresco della cappella Pellegrini in Sant'Anastasia
di Verona. Vi si vede effigiata nel fondo a sinistra,
davanti alle mura di una città, una forca con due
impiccati che sono proprio dipinti dietro la prima
e la terza figura del nostro disegno, salvo qualche
lieve modificazione negli abiti. E merita attenzione
che una simile particolarità s'incontra anche, come
mezzo accessorio per caratterizzare il fondo di pae-
saggio, in un'altra opera del Pisano, nell'Adora-
zione dei magi, cioè, della Galleria di Berlino.

Di poche parole spiegative soltanto scritte dal
Bode, è accompagnata la magnifica riproduzione
eliotipica del busto in marmo, entrato l'anno scorso
nel Museo di Berlino come lascito del banchiere
0. Hainauer, che secondo l'iscrizione appostavi rap-
presenta Alexo di Luca Mini 1456. Era questi
uno speziale fiorentino, e il suo presente ritratto è
1' unico esempio, finora conosciuto del Quattrocento,
di un membro della borghesia inferiore che si
avrebbe permesso il lusso di un busto in marmo.
Tutte le altre opere di questo genere che posse-
diamo rappresentano personaggi delle famiglie prin-
cipali, di rango; non esistono nemmeno ritratti
degli artisti stessi. Un'altra singolarità del nostro
busto si è che il buon speziale viene raffigurato
vestito da antico romano. Esaminando il Bode il
carattere artistico della nostra opera, giunge ad

attribuirla al cesello di Mino da Fiesole, offrendo
essa la massima analogia di stile e di lavoro col
busto di Giovanni de' Medici, opera autentica di
Mino.

{Continua) Cornelio de Fabriczy.

Un quadro (lei Salviati. — È stata trovala
recentemente in Francia, nel dipartimento del-
l'Aube, una Vergine col Bambino; proveniente dal
castgllo di Dampierre, che Francesco Rossi, detto
il Salviati, decorò nel 1554. Il quadro rappresenta,
in mezza figura di grandezza naturale, la Vergine
ritta in piedi, in atto di tenere con la mano un
limone al di sopra della testa del Bambino, il quale
cerca di prenderlo con la mano sinistra, mentre
con la destra tiene una mela.

Questo Salviati non deve confondersi con un
altro dello stesso soprannome, e cioè con Giuseppe
Porta, al quale il Blanc attribuì erroneamente il
quadro del Louvre Adamo ed Eva cacciati dal pa-
radiso, che è invece e appunto di Francesco Rossi.

J. Kochte.

Il riordinamento del Museo del Louvre. —

Nel grande Museo del Louvre si va compiendo un
lavoro, la cui necessità era già da tempo ricono-
sciuta, e cioè la classificazione metodica delle opere
d'arte che vi si trovano raccolte.

È stata già completamente riordinata la « Sala
dei sette metri », che contiene i dipinti degli an-
tichi maestri italiani. Il fondo di essa è ora occu-
pato da alcuni dei più antichi quadri che il Louvre
possiede, fra i quali la Madonna con angeli, di Ci-
mabue, e il S. Francesco che riceve le stimmate, di
Giotto.

Sulla parete alla sinistra di chi entra, venendo
dalla grande galleria, sono esposte le pitture di
scuola fiorentina, fra le quali la Visitazione, di
Domenico Ghirlandoni, che prima si trovava nel
« Salon carré ». A destra stanno i pittori senesi,
gli umbri, i veneti, i ferraresi, i lombardi e i pie-
montesi.

Recentemente è stata riaperta al pubblico anche
la prima sezione della grande galleria dei pittori
italiani, il cui aspetto è ora affatto mutato. Ve-
nendo dal « Salon carré » si trovano a sinistra i
maestri della scuola ferrarese, poi i lombardi,
Leonardo e la sua scuola e Tiziano j a destra i

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