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I

L'ACQUA APPIA E L'ACQUEDOTTO APPIO

r.

Lo studio delle opere idrauliche degli antichi può farsi sotto
due punti di vista assai importanti: quello che riflette l'archeo-
logia e la storia e 1' altro che riflette la possibile utilizzazione
di quelle opere a vantaggio della civile ed agiata convivenza
dei moderni.

Sotto questo doppio aspetto tratterò dell'acquedotto Appio,
esponendo in questo primo articolo alcune idee circa 1' esattezza
del testo Frontiniano, da alcuni messa in dubbio, ed in altro
scritto le osservazioni locali che debbono facilitare la nuova uti-
lizzazione dell' acquedotto, scopo principale di questo studio.

11 prof. Lanciani nella sua opera sugli acquedotti romani
dichiara che le scaturigini dell' acqua Appia sono indicate con
ogni precisione da Frontino a m. 1153,62 dal margine sinistro
della via Prenestina, tra il VII e l'Vili miglio, ma che in
quella località le valli non presentano la più piccola vena
d'acqua.

Conclude perciò che Frontino deve avere equivocato il nome
della via, ponendo Prenestina in vece di Collatina, e che le sor-
gent. 'eli'Appia tutti i topografi sono concordi nel collocarle in
fondo pile latomie della Rustica.

Ed a sostegno delle predette conclusioni porta le ragioni
che qu* trascriviamo. Egli dice: « Infatti è d'uopo notare pri-
« miera. ente che se le vene dell' Appia stavano dove le pone

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