MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA
E
DEL LAZIO ANTICO
Quae anta conditori condendamve urbem poeticis magis decora
fabulis quam incorruptis rerum gestarum monumentis traduntur, ea
noe adfirmare nec refellere in animo est. Datur haec venia antiquitati,
ut miscendo liumana divinis primordia urbium angustio™ faciat.
Livio ed. Weissenborn, p. 1, n. 6.
Quae ftierit nostri, si quaeris, regia nati
Aspice de canna viminibusque domum.
Ovidio, Fastorum, ed. Merkel v. 183,184.
I passi sopra riferiti, mostrano abbastanza chiara- se una scuola tedesca, i continuatori del Becker e del
mente la piena convinzione degli antichi scrittori ro- suo metodo, seguita ancora a lasciare in seconda linea
mani che ben poco valore storico avessero le leg- lo studio minuto dei monumenti, contentandosi di
gende da loro riportate sulle origini di Roma; quello distruggere le vecchie teorie con una critica più o
di Ovidio poi è notevole, poiché addita i monumenti meno arbitraria dei testi sui quali si basano, talora
primitivi allora noti, quali unici elementi da cui era sostituendole con altre fondate su di una nuova combi-
possibile formarsi un concetto concreto dello stato nazione dei testi medesimi ; altri hanno dedicato lavori
civile dei Romani all'alba della loro costituzione cit- cospicui allo studio dei monumenti. Più che da altro
tadina. Questo antico convincimento non ebbe però largo quindi il difetto che osservo nelle precedenti ricerche
seguito negli scrittori moderni e perfino gli studi sulla Roma primitiva, dipende spesso da quella specie
sulla topografia primitiva della città, che più di ogni di disprezzo, o almeno di poca simpatia, che gli stu-
altro avrebbero dovuto fondarsi sull'esame dei monu- diosi di antichità classiche professano per i monumenti
menti, furono compiuti quasi unicamente col sussidio preistorici. Eppure questi, coevi all'epoca che si vuole
delle fonti letterarie, che combinate in varia guisa, o rievocare, sono lo specchio che ce ne dà una imagine
emendati diversamente i passi, dettero vita a teorie fedele; le leggende invece, raccolte in epoca tarda,
diverse e spesso contradittorie sulla postura di questo o viziate per errore, per spirito di parte, per ambizioni
quel monumento. personali o di famiglia, inventate talora di sana pianta
L'aver trascurati i monumenti primitivi nell'esame per spiegare dei fatti incomprensibili, o sino allora
delle questioni attinenti alle origini di Roma, non si non spiegati, sono per noi un raggio di luce che pas-
deve però attribuire sempre a vizio di metodo, poiché sando attraverso a prismi diversi giunge, dotato è vero
E
DEL LAZIO ANTICO
Quae anta conditori condendamve urbem poeticis magis decora
fabulis quam incorruptis rerum gestarum monumentis traduntur, ea
noe adfirmare nec refellere in animo est. Datur haec venia antiquitati,
ut miscendo liumana divinis primordia urbium angustio™ faciat.
Livio ed. Weissenborn, p. 1, n. 6.
Quae ftierit nostri, si quaeris, regia nati
Aspice de canna viminibusque domum.
Ovidio, Fastorum, ed. Merkel v. 183,184.
I passi sopra riferiti, mostrano abbastanza chiara- se una scuola tedesca, i continuatori del Becker e del
mente la piena convinzione degli antichi scrittori ro- suo metodo, seguita ancora a lasciare in seconda linea
mani che ben poco valore storico avessero le leg- lo studio minuto dei monumenti, contentandosi di
gende da loro riportate sulle origini di Roma; quello distruggere le vecchie teorie con una critica più o
di Ovidio poi è notevole, poiché addita i monumenti meno arbitraria dei testi sui quali si basano, talora
primitivi allora noti, quali unici elementi da cui era sostituendole con altre fondate su di una nuova combi-
possibile formarsi un concetto concreto dello stato nazione dei testi medesimi ; altri hanno dedicato lavori
civile dei Romani all'alba della loro costituzione cit- cospicui allo studio dei monumenti. Più che da altro
tadina. Questo antico convincimento non ebbe però largo quindi il difetto che osservo nelle precedenti ricerche
seguito negli scrittori moderni e perfino gli studi sulla Roma primitiva, dipende spesso da quella specie
sulla topografia primitiva della città, che più di ogni di disprezzo, o almeno di poca simpatia, che gli stu-
altro avrebbero dovuto fondarsi sull'esame dei monu- diosi di antichità classiche professano per i monumenti
menti, furono compiuti quasi unicamente col sussidio preistorici. Eppure questi, coevi all'epoca che si vuole
delle fonti letterarie, che combinate in varia guisa, o rievocare, sono lo specchio che ce ne dà una imagine
emendati diversamente i passi, dettero vita a teorie fedele; le leggende invece, raccolte in epoca tarda,
diverse e spesso contradittorie sulla postura di questo o viziate per errore, per spirito di parte, per ambizioni
quel monumento. personali o di famiglia, inventate talora di sana pianta
L'aver trascurati i monumenti primitivi nell'esame per spiegare dei fatti incomprensibili, o sino allora
delle questioni attinenti alle origini di Roma, non si non spiegati, sono per noi un raggio di luce che pas-
deve però attribuire sempre a vizio di metodo, poiché sando attraverso a prismi diversi giunge, dotato è vero