398 Lettere sulla traduz-
il quale è voltato dal Caro a questa m&*
niera :
Giunsele a punto, ove divelta e nuda
Era la poppa; e di virgineo sangue,
Non già di latte, sitibonclci scese ec.
Ma chi potrebbe mai, caro il mio Ermo-
gene, perdonare al Caro di aver con si fat-
te freddure guastato un de’più bei luoghi
di Yirgiiio, un de’più bei squarcj di poe-
sia, degno in vero del cedro eterno e del-
la pomice diParnasso, voglio dir la morte
di Didone ?
Sed moriamur, ait; sic sic juvat ire sub
umbras .
Hauriat hunc oculis ignem crudelis ab alto
Dardanus, et nostrae secum ferat omina
mortis .
.cosl cosi mi giova
Girne tra T ombre inferne : e poiche'i crudo
JSlentre meco era, il mio foco non vide ;
T eggalo da lontano, e 7 tristo augurio
De la mia tnorte almen seco ne porti.
Di quante inezie il foco d’amore ha fat-
ÈO tnai dire a’poeti (ch’egli è stato pur sem-
pre
il quale è voltato dal Caro a questa m&*
niera :
Giunsele a punto, ove divelta e nuda
Era la poppa; e di virgineo sangue,
Non già di latte, sitibonclci scese ec.
Ma chi potrebbe mai, caro il mio Ermo-
gene, perdonare al Caro di aver con si fat-
te freddure guastato un de’più bei luoghi
di Yirgiiio, un de’più bei squarcj di poe-
sia, degno in vero del cedro eterno e del-
la pomice diParnasso, voglio dir la morte
di Didone ?
Sed moriamur, ait; sic sic juvat ire sub
umbras .
Hauriat hunc oculis ignem crudelis ab alto
Dardanus, et nostrae secum ferat omina
mortis .
.cosl cosi mi giova
Girne tra T ombre inferne : e poiche'i crudo
JSlentre meco era, il mio foco non vide ;
T eggalo da lontano, e 7 tristo augurio
De la mia tnorte almen seco ne porti.
Di quante inezie il foco d’amore ha fat-
ÈO tnai dire a’poeti (ch’egli è stato pur sem-
pre