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Bellori, Giovanni Pietro; Amidei, Fausto; Amidei, Fausto [Oth.]; Rossi, Antonio de [Oth.]; Leoni, Ottavio [Ill.]
Ritratti Di Alcuni Celebri Pittori Del Secolo XVII. Disegnati, ed intagliati in rame dal ... Ottavio Lioni Con le Vite de' medesimi tratte da varj Autori, accresciute d'Annotazioni, Si È Aggiunta La Vita Di Carlo Maratti Scritta da Gio. Pietro Bellori fin all'anno 1689. e terminata da Altri, non più stampata: E un Discorso del medesimo sopra un quadro della Dafne dello stesso Maratti, dipinto per il Re Cristianissimo. All'Illustrissimo Signore Livio De Carolis Marchese Di Prossedi. — Roma: Antonio de' Rossi, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.75103#0163
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DI G10. LORENZO VERNINO. 129
collocati i quattro Colossi di marmo , dico il Longino
opera di Gio. Lorenzo, il Sant'Andrea del Fiammin-
go, la Santa Elena del Bolgi, e la Veronica del Mo-
chi, fece la Batua della Santa Bibiana per la Chiesa^
della medesima in luogo detto ad Urfampileatum .
Correva 1' anno 16^9. , quando egli a' conforti
dello Besso Pontefice passò a stato matrimoniale , e si
accasò con Caterina figliuola di Paolo Tezio Segretario
della Congregazione della Santissima Nunziata, uomo
di molta bontà, colla quale ville poi trentatre anni , e
ne riportò numerosa figliuolanza. Diede poi mano al
disegno del Palazzo Barberino, del Campanile di San
Pietro, e della facciata del Collegio de Propagande
Fide . Scolpì il basso rilievo situato sopra la porta mag-
giore , che è quando Crisso dice al Principe degli Apo-
itoli : Pafce oves meas. Fece il disegno, e modellò del-,
la Contessa Matilde : e intagliò il bel ritratto di mar-
mo di Costanza Buonarelli , che oggi vediamo nella-,
Galleria del Serenissimo Granduca . Fece il disegno, e
tutta la grand'opera del sepolcro di Urbano , col bel-
lissimo ritratto di bronzo dello Besfo , e la bella figura
della Morte, col suo gran libro in atto di scrivere a_,
lettere d'oro il nome di quel Pontefice : alla quale ope-
ra applaudì l'elevato ingegno del Cardinal Rapacciuo-
li, co' seguenti versi :
Bernin si vivo il grand'Vrbano ha fato ,
E sì ne' duri bronzi è l'alma impresa.
Che per torgli la fé, la morte feffa
Sta fai fepolcro a dimofrarlo eftinto .
Fu quell' opera Bupenda incominciata due anni
avanti la morte d'Urbano, e scoperta circa a trenta_>
mesi dopo , ch'egli fu andato al Cielo , e ciò fu alla
presenza del suo Successore Innocenzio ; nè io voglio la-
sciare di portare in quello luogo un arguta risposta, che
R diede
 
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