54 VITA
compofero, erano usciti dalla scuola di sì celebre-,
Pittore.
Nacque Simone Vovet in Parigi l'anno di noslra^
salute 1582. , efin dalla sua fanciullezza apprese il dile-
guo dal Padre , il quale non era degli ultimi Pittori di
quella gran Città , egli fecevi in breve tempo sì gran_»
profitto, che di quattordici anni, fattosi anche pratti-
co del pennello , potè meritare la protezzione di persò-
naggio distinto, intendente, ed amatore delle belle,
Florent .L, arti ; non molti anni dopo se gli presentò occasione di
net d'architet- pacare in Inghilterra , ed ei accetto 1 invito , e eoe
ture, pitture buona grazia del Padre colà se ne andò , dove molte
°Pere 'ece ' ma ciò 5 che gli diè fama fu l'aver ritratto
al vivo una Dama delle principali della Corte di Lon-
dra , avendo dimorato qualche anno in quell'Isola , vol-
le ritornare alla patria, onde di nuovo ripassò il mare,
ed in Parigi si diede con tutto l'animo allo Audio della
pittura. Avvenne intanto, che esfendo morto in Co-
Pantinopoli il Barone di Salignach Ambaseiadore del
Re Cristianissimo fu a quella carica seelto nel principio
dell'anno 1611. Achille d'Harlay-Sancì Barone di Mol-
le, al quale essendo nota la virtù del Vovet, istan-
temente lo richiese di voler andar Seco alla Porta Ot-
tomana , per ritrarre il volto di Acmet I. Gran Signo-
re de' Turchi, promettendogli generosa ricomperi^,
Simone sì per far cosa grata a quel Signore , da cui ve-
niva con tante esibizioni richiedo , come anche per so-
disfare al suo desiderio di vedere il Levante, partì con
esfo, e felicemente giunsero a Costantinopoli nel mele
di Settembre; nel seguente Ottobre 1'Ambasciadore fu
ammesso alla prima udienza del Gran Signore , dopo la
quale , secondo la costumanza, furono introdotti quei
della famiglia al bacio della vede, fra' quali era il Vovet,
ma sì questi, che 1'Ambaseiadore non poterono veder ,
che
compofero, erano usciti dalla scuola di sì celebre-,
Pittore.
Nacque Simone Vovet in Parigi l'anno di noslra^
salute 1582. , efin dalla sua fanciullezza apprese il dile-
guo dal Padre , il quale non era degli ultimi Pittori di
quella gran Città , egli fecevi in breve tempo sì gran_»
profitto, che di quattordici anni, fattosi anche pratti-
co del pennello , potè meritare la protezzione di persò-
naggio distinto, intendente, ed amatore delle belle,
Florent .L, arti ; non molti anni dopo se gli presentò occasione di
net d'architet- pacare in Inghilterra , ed ei accetto 1 invito , e eoe
ture, pitture buona grazia del Padre colà se ne andò , dove molte
°Pere 'ece ' ma ciò 5 che gli diè fama fu l'aver ritratto
al vivo una Dama delle principali della Corte di Lon-
dra , avendo dimorato qualche anno in quell'Isola , vol-
le ritornare alla patria, onde di nuovo ripassò il mare,
ed in Parigi si diede con tutto l'animo allo Audio della
pittura. Avvenne intanto, che esfendo morto in Co-
Pantinopoli il Barone di Salignach Ambaseiadore del
Re Cristianissimo fu a quella carica seelto nel principio
dell'anno 1611. Achille d'Harlay-Sancì Barone di Mol-
le, al quale essendo nota la virtù del Vovet, istan-
temente lo richiese di voler andar Seco alla Porta Ot-
tomana , per ritrarre il volto di Acmet I. Gran Signo-
re de' Turchi, promettendogli generosa ricomperi^,
Simone sì per far cosa grata a quel Signore , da cui ve-
niva con tante esibizioni richiedo , come anche per so-
disfare al suo desiderio di vedere il Levante, partì con
esfo, e felicemente giunsero a Costantinopoli nel mele
di Settembre; nel seguente Ottobre 1'Ambasciadore fu
ammesso alla prima udienza del Gran Signore , dopo la
quale , secondo la costumanza, furono introdotti quei
della famiglia al bacio della vede, fra' quali era il Vovet,
ma sì questi, che 1'Ambaseiadore non poterono veder ,
che