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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. II
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Toschi, G. B.: Le sculture di Benedetto Antelami a Borgo S. Donnino
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Fasc. III
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Venturi, Adolfo: Gian Cristoforo Romano, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0104

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22

LE SCULTURE DI BENEDETTO ANTELAMI A BORGO SAN DONNINO

Giudizio Universale di Parma. Fra i costoloni tìancheggianti la detta figura stanno i simboli
degli Evangelisti, e alle due estremità, fra gli ultimi costoloni, si hanno due angeli con partiti
di pieghe più larghi e più semplici di quelli di Parma.

Delle dieci figure che fanno da cariatidi, la prima, dovendo collocarsi in un angolo, dallo scul-
tore fu posta giudiziosamente di sbieco. La seconda sostiene la sua colonna con spalle ecces-
sivamente grosse. La terza, dovendo sostenere una colonnina piccola, è rappresentata da un
bimbo in camiciola che si presta al suo ufficio di buona voglia e con grazia : ha viso tondo e
piacente e capelli ricciuti. La quarta è raffigurata in un vecchio, nell' atto di muovere un
passo, senza mostrarsi oppresso dal peso della colonna. Per la quinta l'artista immaginò un
giovane tutto nudo, inginocchiato con un ginocchio solo, la sinistra alzata a tener ferma la
colonna sopra la spalla, la destra posata al fianco: la bocca, piuttosto che contratta per lo sforzo,
pare che sorrida. Ognuno vede quanto fosse diffìcile la posa d'una tal figura e più il rappre-
sentarla nuda, nè YAntelami è riuscito a farla corretta; ma avere schivato il grottesco e il
ridicolo è già molto. L'Antelami, tenuto conto del tempo, vi dimostra il raro sapere che si
scorge nelle parti nude di tante sue figure di Parma. I nudi del Giudizio Universale del Bat-
tistero al Lopez parvero, a ragione, superiori a quello che potrebbe attendersi dai tempi
dell' Antelami. Sono figure dalle membra atticciate e uniformi, ma notevolissime, benché ab-
biano il capo troppo grosso ed apparisca molto convenzionale l'attacco delle braccia alle spalle.
A proposito di quest'ultimo difetto devono tuttavia osservarsi il Gesù battezzato nell'architrave
della porta maggiore e il terz'angelo a sinistra entrando nel Battistero per l'ingresso attuale :
in quelle due figure la spalla e il braccio ignudi mostrano vera ricerca della robusta struttura
anatomica di tali parti. Nudi anche più notevoli trovansi nelle storie d' Adamo ed Eva rappre-
sentate sui capitelli che. sostenevano già l'ambone del Duomo e che ora si conservano nel Museo
d'antichità parmense. Ma non si creda che siano nella rappresentazione del primo peccato: ivi
Adamo ed Eva sono completamente vestiti (sarà la veste dell'innocenza) ; sono invece nudi ove si
vergognano appunto di ciò, nella cacciata dal paradiso terrestre, ed ove Iddio li rimprovera
della disobbedienza commessa. In quest' ultima scena Dio, sotto forma di giovane imberbe, per
la dignità dell'atteggiamento, per la bellezza del tipo, per l'espressione seria e alcun poco ama-
reggiata, e di più per una cert'aria di gentilezza nuova, annunzia veramente, insieme alla nuda
figura d'Eva, il rinascere dell'arte ; esso ha però troppo grosso il capo. E nella testa d'Eva
(benché anch'essa troppo voluminosa) par di scorgere il primo albore dell'antica bellezza clas-
sica rinascente, che si riflette pure sulle membra, non più deformi nè ridicole, ma abba«tanza
proporzionate e mosse, tondeggianti, morbide ed ispirate da manifesto sentimento della bellezza
femminile : ciò si osserva anche nel torso d'Eva dopo il peccato, ove le spalle, il seno
e l'alto del petto furono eseguiti con amore intelligente. Molto meno felice è il tipo
d'Adamo che ha le guance non abbastanza modellate e quasi gonfie, nel modo che si vede in
parecchie figure della Deposizione. Ma nel giudicare di questi capitelli è necessario tener
conto delle mutilazioni e delle smussature, specialmente nei nasi, che deformano gran parte
delle figure.

Tornando al coro di Borgo S. Donnino, diremo che le ultime cariatidi non possono vera-
mente dirsi tali, non essendo in atto di sostenere le colonne sotto cui stanno : esse rappre-
sentano l'Annunciazione, S. Giuseppe e la Madonna col bambino, e fu poco felice il pensiero
di farle servire da mensole. Fu invece felicissimo quello di dare alle vere cariatidi non corpi
sgraziati di gobbi o di panciuti, come usarono altri, nè l'espressione di rancura descritta da
Dante, ma aspetti che non offendono il sentimento del bello. L'Antelami scolpì cariatidi anche
nel modo usuale, e sarebbe forse arrischiato l'asserire con sicurezza che, ideando quelle del
coro di Borgo, avesse proprio il deliberato proposito di sfuggire il deforme; tuttavia è un
fatto ch'egli preferì mostrare la sua valentia nel rappresentare giovani piacenti, membra nude,
 
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