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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VI
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Tikkanen, J. J.: Le rappresentazioni della Genesi in S. Marco a Venezia e loro relazione con la Bibbia Cottoniana, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0317

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J. J. TIKKANEN

219

del secolo xm rappresentarono la Creazione nella cupola del Battistero di Firenze e nella chiesa
di San Francesco d'Assisi. Qui la luce e le tenebre sono personificale in piccole figure di bambini
dipinte rispettivamente di rosso e di bleu. 1 La loro differenza di sesso - la luce è maschile, la
tenebra femminile - - è certo da ritenersi come una reminiscenza antica, ad onta della forma
nuova. Come rappresentanti degli astri sono ancora da considerarsi il sole rosso e la luna bleu,
raffigurati a Firenze di prospetto, ad Assisi in medaglioni di profilo.

Nelle due composizioni ora nominate (a Firenze e ad Assisi) vediamo nel mezzo lo Spirito in
forma di bianca colomba che si libra sul mare, 2 la quale scena nei mosaici di Venezia ci si presenta
come una rappresentazione a parte. In San Marco il mare non è azzurro, ma grigio-cupo (« ed era
oscuro dal profondo; e lo Spirito di Dio si librava sull'acqua»). Si può fare l'osservazione, che
nell'arte bizantina il colore dell'oscurità varia molto più di quello della luce. Però fra i colori
adoperati, il nero non ha quel posto che gli si dovrebbe dare. Ma dove non si tratti di una con-
trapposizione simbolica alla luce, non si trova nemmeno il colore azzurro, bensì, oltre al nero, di
solito il bruno o specialmente il color porpora. Quest'ultimo, violetto-cupo, è adoperato massima-
mente per significare l'oscurità anche nei mosaici veneziani; del resto in generale è molto comune
nelle figure bizantine. 8 Questo fatto è certo non privo d'importanza per giudicare il senso colo-
ristico della pittura bizantina.

Le stelle dorate nella Creazione degli astri hanno una forma calligrafica, che è sempre propria
delle stelle bizantine. Il sole rosso e la luna azzurra mostrano tanto qui quanto più innanzi nel Sogno
di Giuseppe (terza cupola) dei volti, che hanno perduto da lungo tempo ogni ricordo della loro
antica origine. Gli astri stanno, come nei mosaici siciliani e nel paliotto di Salerno, sul globo
celeste (di colore azzurro).

« Fiat fìrmamentum in medio aquarum ». 11 globo celeste di colore azzurro (senza stelle)
sta al di sopra dell'acqua, la quale è indicata da linee bianche ondulate su fondo azzurro. Al
contrario delle due ligure della Creazione sopraindicate in Firenze e Assisi tanto qui quanto nella
prima scena della colomba, e sempre nel seguito del ciclo, non si vede il più piccolo tentativo di
esporre in prospettiva il piano orizzontale dell'acqua, ma il fondo è riempiuto come da un tappeto.
Ciò indica il punto al quale si trovava in generale l'arie bizantina. Anche i mosaici del secolo
antecedente nella Sicilia non offrono nulla di meglio.

1 Fui molto sorpreso di trovare la stessa composizione anche sulla croce di San Giovanni in Laterano, che
appartiene circa a quell'epoca. Di sotto il mare con pesci, verso il quale vola la colomba; inoltre le figure dei
bambini rappresentanti la luce e le tenebre; in alto, in un semicerchio seminato di stelle, il Creatore, il cui viso
imberbe accenna all'epoca in cui ebbe origine la composizione.

Nella Metrical Paraphrase ricorre una scena, che, a quanto dice lo Springer, dovrebbe, secondo la scritta,
rappresentare la separazione dell'acqua dalla terra, mentre invece, a giudicare dalla descrizione, sembra che si
adatterebbe molto meglio alla separazione della luce dalle tenebre; la scena è la seguente: Al di sotto di Dio,
che sta seduto sulla sommità di un semicerchio, vola sull'acqua un angelo (la personificazione delle tenebre ?),
che si copre il volto colla veste. Al di sopra di Dio, in un secondo semicerchio, vola un angelo (la luce?), che
tiene fra le mani un vaso rotondo, dal quale si riversa su Dio un torrente di luce. — I colori non sono indicati.

Lo scultore del rilievo in avorio di Salerno supplì alla mancanza dei colori, scrivendo sui due dischi rotondi
della prima scena, nella quale la colomba vola sull'acqua, le parole Lux e Nox. Così pure troviamo nella scena
corrispondente dell'avorio di Berlino le parole Lux e Tew(ebrae). Più artistico è l'autore del paliotto nella erea-
zione degli astri, in cui la luna e il sole, rappresentati in mezze figure, tendono le mani al Creatore in atto di
adorazione.

2 Come qui, anche nella Bibbia vaticana, Reg. N. 1, fol. a v° la colomba bianca vola sur un mare pieno di pesci.

3 Nelle più antiche pitture bizantine sono talora dipinti di color porpora perfino i diavoli, come, per esempio,
nel Cod. Greg. di Parigi, N. 510. La celebre Notte del Salterio di Parigi (vedi Bayet, L'Art byzantin, fig. 48)
è una donna d'aspetto imponente, con una tunica violetto-cupo e con un velo azzurro, che, secondo la maniera
antica, svolazza al di sopra del capo. Perfino il colore della carne è grigio-azzurro. Le personificazioni della notte
che ricorrono negli ottateuchi sono del tutto violette. — L'uso molto caratteristico del colore violetto per rap-
presentare l'oscurità, specialmente nelle scene dell'Averne, già nel più antico Virgilio della Biblioteca vaticana,
accenna alla sua antica origine.
 
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