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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VI
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Cronaca artistica contemporanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0334

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236

di una capitale, è un granaio: e se adopero sì
dura parola, che pure è conforme alla verità,
lo fo soltanto nella speranza che qualcuno senta
rossore di quel disgraziato impianto e faccia su
cui spetta pressione ben più autorevole della
mia, affinchè il Museo artistico industriale di
Roma sia collocato in modo da soddisfare le
giuste esigenze dell'arte, e da non costringere
i cittadini ad arrossire quando vi conducono
qualche straniero a visitarlo. E tanto più do-
vrebbe il municipio romano indursi a trovar
sede conveniente a questo Museo, quanto più
degne di ogni riguardo si mostrano le scuole
che vi sono annesse. Le quali è noto essersi fatte
onore moltissimo a Parigi e ad Anversa, a Milano
e a Torino e qui in Roma istessa, nelle diverse
mostre artistiche che sono state fatte in queste
città: e anche attualmente lìgurano benissimo
a Trieste a quella esposizione di arte industriale.

— In Toscana, provincia che tiene il primato
per l'amore ali arte e per la cura dei monu-
menti che in tanta copia possiede, si pensa a
restaurare la ròcca tli Scarperia, costruita da
Arnolfo di Lapo nel 1292. Il comm. Del Moro,
incaricato di questo non tacile lavoro, ha già
visitata quell'antica fortezza, celebre per aver
validamente resistito ai feudatari del Mugello e
alle invasioni tentate dalla vicina Romagna. 11
castello, che è uno splendido esempio di archi-
tettura militare feudale dei tempi di mezzo, sarà
rimesso nel primitivo suo stato, e restaurate
verranno le pitture che ne decorano l'interno.
Così avrà la Toscana un'altra di quelle mirabili
ricostituzioni medioevali quali sono i castelli di
Rrolio e di Vincigliata, e il Bargello e tante
altre fabbriche di Firenze.

— Questo nome mi richiama in mente l'ul-
tima relazione fatta dalla fiorentina associazione
per la facciata del Duomo. Questo documento
che contiene il rendiconto tinaie di quell'opera
stupenda merita di non passare inosservato dalla
nostra rassegna. « Questo rapporto - dice con
legittimo orgoglio un giornale di Firenze - se
nulla aggiungerà a ciò che sappiamo del modo
ammirabile nel quale è stata condotta l'impresa,
rimarrà tuttavia una pagina di storia contem-
poranea, che tutti rileggeremo con patriottico
vanto, destinata com'è a rammentare che Fi-
renze, quando vuole, riesce ; e riesce segnata-
mente quando tutta si muove ; e tutta si muove
sempre quando le è posto innanzi un intento
che sia degno di farla muovere. »

Il costo totale della facciata di Santa Maria
del Fiore, dell'opera senza dubbio artisticamente
più grandiosa del secolo, è salito appena a
L. 1,260,057. 59, mentre le somme raccolte per
costruirla sono arrivate a L. 1,371,813. 93, con
un avanzo per conseguenza di L. 111,756.04
che è già stato messo da parte e destinato a
concorrere alla spesa necessaria per la fusione
delle porte di bronzo. La sottoscrizione speciale
aperta per quest'ultimo lavoro ha già fruttato
altre L. 139,515. 93, talché il Gomitato esecutivo
ha già a sua disposizione un totale di L. 251,271.97.
Si fa conto che occorreranno non meno di altre
centomila lire per la fusione di queste porte,
destinate a dar l'ultimo compimento alla stu-
penda facciata; ma si ha liducia di trovare, e
non tanto tardi, anche queste.

Ho voluto parlare con le cifre alla mano,
perchè in quest'epoca nella quale i più puri
ideali restano soffocati dalla venalità, dalla
rabbia dei subiti e non sempre leciti guadagni,
dalla foga di mettere a profitto tutto, special-
mente i più grandiosi lavori, per empirsi le ta-
sche, riesce ben grato poter citare un esempio
sì splendido di generosità cittadina, di probità
e di abnegazione inaudita per parte di tutti
quanti han messo mano al lavoro; virtù che
hanno avuto per resultato il dar compiuta per
poco più che un milione un'opera d'arte degna
di stare accanto alla torre di Giotto, e che in
altre circostanze e in altri luoghi non sarebbe
costata meno di tre o quattro. È sempre triste
il fare confronti; ma pensando al milione della
facciata di Santa Maria del Fiore, come si può
scordare il quasi mezzo milione delle due arcate
a Porta del Popolo?

— Le esposizioni sono adesso divenute di
moda. Senza contare quelle che si sono aperte
in varie città d'Italia, ve ne è all'estero un bel
numero. Mi fermerò su quella che per noi può
dirsi iniziata entro il mese che sta per finire:
intendo la esposizione di Copenaghen. Questa
fu inaugurata il 18 maggio decorso alla presenza
del re e della regina di Danimarca: ma fu quella
una inaugurazione immatura, come tante se no
vedono anche presso di noi, per esempio quella
del monumento dei caduti a Dogali e l'altra
della via Arenula e del ponte Garibaldi. Infatti
nessuna sezione era ancora in ordine; neppur
quella Scandinava, che pure dava il suo nome
alla Esposizione. La sezione italiana quindi non
fu in ordine prima del 6 giugno corrente, giorno
 
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