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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VII
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Venturi, Adolfo: Lorenzo Costa
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0345

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ADOLFO VENTURI

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vera de le Clave Donne ». 1 A Ferrara non conosciamo che una pittura sola che potrebbe venir
dalla fonte da cui derivò l'arte costesca direttamente. È il frammento degli affreschi di Schifa-
noia, posto sulla parete occidentale della gran sala, in cui si veggono ligure muliebri intorno al
carro trionfale di una dea; ma l'autore del frammento è ignoto. 2

Un' altra opera ascritta al Costa, e che si ritiene da lui eseguita nella età giovanile, è il Mar-
tirio di S. Sebastiano nella basilica di S. Petronio: è pittura che in qualche modo ha relazione
coi Trionfi della cappella dei Bentivoglio in S. Giacomo, e tuttavia presenta cosi notevoli dissimi-
glianze da lasciarci in dubbio sulla aggiudicazione, anzi da farci supporre che in essa si manifesti
un artista ignorato sin qui. La cappella fu compiuta soltanto nel 1495, come ricorda un' iscrizione
intarsiata nel fregio d' un inginocchiatoio a sinistra. Il quadro dell' altare, ov' è rappresentato il
committente, cioè il Canonico Vaselli, non dovrebbe essere stato finito molti anni innanzi al com-
pimento dell'intera cappella; ma il Costa, verso il 1405, a gran passisi era accostato ad una l'orma
più chiara e nobile della grazia, aveva acquistato una grande vivacità nel colore, e non avrebbe
potuto eseguire la tempera di S. Sebastiano chiara, sbiancata, di contorni incisi e di forme rigide.
Il pittore è certo un ferrarese sconosciuto del tempo del Roberti e del Costa: caratteristici sono i
biondi capelli filati e lisci: le orecchie lunghe, con la parte superiore della membrana assai larga;
le pieghe talora rientrate a mo' di cuori, e con isvolazzi contornati a mo' di foglie lobate: il
piano a prismi rotti, sfaldanfisi, ornati da garofani bianchi e rossi, come in altri quadri ferraresi,
e specialmente ne' miniatori; il fondo con colline che sembrano verdi tumuli, bagnati a' piedi dal-
l'acqua che scorre in curve ellittiche, e inline montagne coniche azzurrognole sull'orizzonte.

La cappella del canonico Donato Vaselli resterà un enigma per gli studiosi dell'arte, non solo
per quanto riguarda la pala d'altare, ma anche per gli Apostoli che adornano le pareti della cap-

1 V. Scelta dì curiosità, letterarie inedite o rare dal secolo xm al xvn fondata e diretta da Francesco
Zambrini. Dispensa CCXXIII, Bologna, Romagnoli-dall'Acqua. 1888. - Gynevera de le dare donne di Joanne
Sabadino de li Arienti a cura di Corrado Ricci e di A. Bacchi della Lega. A pag. 4. « Hai anchora havuto de
tanto marito, gloriosa Madonna, angelica sobole de sexdeci figliuoli, di quali cinque (zoè: Hannibal, Cornelio,
Lodovico, Donina et Isota) lassando, chi in fasse et chi in puerile aetate la mortai vita, andarono a la aeterna,
dove, ornati de girlande de fronde de Gynepro per il materno nome, triunphando nel choro de li Angeli orano per te la
Maestà divina... Del residuo di viventi tuoi ornatissimi figliuoli, hai per il sexto Biancha, maritata in Nicolao
Rangone nobilissimo Conte et de la nostra illustre Republica felice Capitaneo; septimo figliuolo Francesca, quale
fu copulata a Galeotto Manfredo virtuoso principe di Faenza; ottavo figliuole Hannibal secundo mio signor Compatre,
quale avanti lo illustre sepulcro del Sancissimo Dominico fu posto ne l'ordine equestro da Cristierno Re de
Datia et poi, cum molta gloria et triumpho de tuta la cita nostra, matrimonialmente se congiunse cum Lucretia,
savia figliuola dell'alto Duca Hercule Estense, come difusamente habiamo scripto ne l'opera de lo Hymeneo : nono
figliuolo è Lionora moglie del futuro successore del paterno stato Giliberto, de la cita nostra magnifico Duca
d'arme et figlio primo de Marco Pio splendido Signor de Carpo; decimo figliuolo, Antonio Galeazo apostolico
Prothonotario reverendo et munificiente; undecimo Camilla egregia vergene, la quale a li servitii del celeste
principe nel monastero de Sancta Clara se è renclusa, che a ti sia cumulo de divino thesauro; duodecimo figliuolo,
Violante, consorte de Pandolpho Malatesta de Arimino felicissimo principe, nel quale già se indica le glorie de'
suoi progenitori; el tcrzodecimo, Alexandro ornato de militare splendore da Alphonsio Duca de Calabria, sponso
de -loanna figliuola già de Roberto Malatesta Principe de Arimino, quale cum diva gloria fu uno fulghure de
Marte al mondo; quartodecimo, Laura, che come lauro verdegia sempre de virtute et costumi; il quintodecimo
figliuolo, Hermes, che in li suoi puerili anni ostende benignitate et gratia de futura celsitudine; el sextodecimo
figliuolo è Isota secunda, clarissima fanzuleta sponsa in Ottaviano già primo genito del Conte Hieronymo de
Riario, Signore inclito de Imola et de Furlì citate in Flaminia de non poca importantia per li comuni stati.....»

2 Nel mio studio sopra Gli affreschi del palazzo di Sehifanoia in Ferrara esposi già 1' idea che nel trionfo
della Dea, nella parete occidentale del palazzo, si vedessero in germe le forme, che trovarono poi il loro svi-
luppo con Ercole de Roberti e Lorenzo Costa. Napoleone Cittadella stampò un documento del 1493 in cui era
parola di mina delle mura di Schivenoglio, e da questo si dedusse dal Gruyer, dall' Harck e da altri, : che tanto
la parete occidentale che la meridionale della sala minassero, e conseguentemente che le pitture fossero fatte
nei muri ricostrutti. Ma provammo erronea quest'induzione, e che le pitture della parete occidentale furono
eseguite nel 1470, in pari tempo delle altre. Come altra prova, aggiungeremo il fatto J che sul carro della Dea
rappresentata in quella parete, trovasi la divisa del paraduro di Borso d'Este, morto nel 1471.
 
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