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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VII
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Venturi, Adolfo: Lorenzo Costa
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0348

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246

LORENZO COSTA

San (Ko'seffo con un' altra Santa. » 1 Ma se anche qualche quadretto poteva esistere a Ferrara, 2
non dovevano del pari trovarsi le grandi opere a lui assegnate, poiché Bologna prima e Mantova
poi furono il campo della sua attività artistica.

Ripetiamo che solo nel 1499, per quanto ci è noto, il Costa soggiornò a Ferrara. Fu appunto
in quell'anno, alli 18 di settembre, e non nel gennaio del 1502, come scrisse il Campori, 3 che il
pittore veniva accreditato di lire 46 e soldi 10 per un quadro dato ad Ercole I d'Este. 4 Forse questa
potrebbe essere l'opera che ornava la chiesa del Collegio di Gesù in Ferrara, poscia la collezione
Costabili, 5 e che in fine passò nelle mani di Sir Ivor Guest. Tale supposizione potrebbe trovar qualche
fondamento, oltre che nella data inscritta nel quadro, anche nello stemma marchionale estense
dipinto nel bottone, il quale ferma sulla spalla destra il manto della Vergine. Questa si vede dipinta
col figliuolo in braccio, seduta in trono, con due angeli a' suoi lati in atto di suonare il cembalo
e il liuto, e altri due angeli appresso, che le sostengono la corona sul capo. Innanzi al trono
sfanno ritti due Santi. Il trono, secondo l'uso ferrarese, è come sospeso a mezzo dell'arco, sicché
di sotto lascia scorgere in lontananza un ameno paese, e quivi diverse flgurette, una delle quali
rappresenta S. Giorgio in atto di uccidere il drago. I pilastri e l'arco sono ornati di arabeschi e fregi
a monocromato, a mo' di bassorilievi su fondo d'oro: i due in alto hanno due piccole storiette,
T una del martirio di un Santo vescovo coricato su una tavola, al quale si estraggono le interiora,
e si avvolgono ad un molinello; l'altra mostra lo stesso Vescovo ginocchioni innanzi a un divoto.

Nel 1499 dunque il Costa si trovò a Ferrara per eseguire alcune figure nel coro della Catte-
drale, e fece in quell'occasione una pittura pel Duca; ma a Ferrara non dovette starsene neppure
lungamente allora, poiché l'anno stesso si legge inscritto nella predella di Brera, 6 che ornava la
celebre ancona del Francia, dipinta per la chiesa della Misericordia in Bologna d'ordine di Anto-
nio Galeazzo protonotario, figlio di Giovanni II Bentivoglio.

Riassumendo quanto abbiamo esposto sui primordi di Lorenzo Costa, conviene ammettere che
giovane ancora seguisse a Bologna il Roberti, e all'arte di questo s'ispirasse. Altri lo volle disce-
polo di Benozzo Gozzoli in Firenze ; ma quest'opinione certo deriva dal principio che P'irenze fosse
il centro motore di tutta l'arte italiana, e non ha più fondamento di sorta per chi osservi lo stile
delle opere primitive del Costa.

Ai confronto di queste opere di colorito fosco e di scarso effetto, benché caratteristiche e vi-
gorose, il nostro artista si presenta rinnovato, nella pienezza della sua forza, con la Madonna e
Santi della cappella Bacciocchi in San Petronio (1492), luminoso di colorito, solenne nella espressione
e grandioso nel disegno. Il Costa in quel quadro dimostra d'aver trovata la forma sua propria.
Così, per elevatezza di sentimento e grandiosità si avvicina al quadro della cappella Bacciocchi,
quello di S. Giovanni in Monte, collocato nella cappella Ghedini od Ercolani, e in cui si vedono,
ai lati del trono della Vergine, i SS. Agostino, Possidonio, Giovanni e Francesco; sotto all'arco, su
cui si eleva il trono, scorgesi un fondo, che rivela profondo sentimento del paesaggio nel Costa.
Questo quadro è con tutta probabilità il medesimo di cui parla il Vasari, come di opera eseguita
nel 1497; non l'altro con VIncoronazione dì Maria, che si vede nell'altar maggiore della chiesa

1 Campori, Raccolta di cataloghi ed inventarli inediti. Modena, Vincenzi, 1770, a c. 108.

2 II Baruffaldi cita anche come opera del Costa a Ferrara un disegno a chiaroscuro in profilo, ritratto di
Tito Strozzi ; ma parlando di Baldassare d'Este cita un disegno e un ritratto consimile. Vi fu errore ? A Ferrara
viene ritenuta del Costa una tavola della pinacoteca, e per tale è indicata dagli amatori del Baruffaldi ; ma già
provammo come essa sia opera di Pellegrino Aretusi, detto Pellegrino Munari o Pellegrino da Modena (cfr.
Beitràge zur Geschichte der ferraresischen Kunst nel Jahrbuch der IL preuss. Kunstsammlungen.

:ì Id., Pittori alla corte degli Estensi nel sec. xv. Modena, Vincenzi, 1887.

4 Arch. di Stato in Modena. - Memoriale, z. z. z. 1499, a c. 236: « M. V. III. Spexe extraordinarie.... a Lo-
« renzo Costa adi 18 del dicto (Septembre 1499) per uno quadro haveva dato al prefato nostro Sig. a c. 232.
L. 46. 10. 0. »

5 Laderchi, op. cit.

6 Leggesi : LAVRENTIVS ■ COSTA ■ F. 1499.
 
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