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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VII
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0380

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SUOVI DOCUMENTI

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un quadro di Giambellino (in Ardi. Veneto, t. XIII,
p.e I, p. 372) riferì in nota un brano di lettera di Lo-
renzo da Pavia, Venezia 3 agosto 1501, così trascritto:

« Del quadro de Giovane Delino el se solicita con
ogni diligentia. Adesso à finito una meza figura de fare
Domenico ch'è assai Itela su un quadreto picolo ed è
fatta per el signor Don Alfonso. »

Il Braghirolli annotava essere importante quest'ac-
cenno a un quadro di Domenico Veneziano; ma nel-
l'originale si legge chiaramente « una meza figura de
San Domenico » e Fautore era sempre Giambellino,
non l'altro già morto da molti anni: il committente era
Alfonso d' Este, fratello della marchesa. Abbiamo quindi
sicura notizia d'un altro quadro, non compreso finora
nell'elenco delle opere di Giambellino. .

Alessandro Luzio

Quadri di Lorenzo di ("redi, di Antonio
da Crevalcore e di un discepolo del
Francia.

Girolamo Casio, bolognese poeta e amatore d' arte,
era in relazione con Isabella d'Este Gonzaga. Fra i do-
cumenti pubblicati in quest'Archivio, in nota allo studio
di Gian Cristoforo Romano, trovasi una lettera della
marchesana di Mantova, che invitava Girolamo Casio a
inviarle cose rare. L'altra lettera, che qui riproduciamo,
ci dà nuove notizie sulle relazioni fra il raccoglitor bo-
lognese e Isabella. Quegli le inviava un quadro di Lo-
renzo di Credi, rappresentante la Maddalena, forse lo
stesso ora esistente nella R. Galleria di Berlino; più un
quadro di Antonio da Crevalcore, di cui trovasi, pure
in quella galleria, una Madonna, l'unico quadro di lui
conosciuto sin qui. Tale quadro però non dimostra il
pittore come ci è presentato da Filotteo Adulimi, nel
Viridario, con quei versi:

Nel trar dal ver si vale il Crevalcore,
Che qual Zeusi gli oeei gabba coi frutti.

Il documento, che qui pubblichiamo, invece ci fa ri-
levare, concordemente col poeta, la natura speciale di
Antonio da Crevalcore, indicandoci un quadro pieno de
fructi facto per Antonio da Crevalcore, tra nui in que-
sto exercitio singularisshno.

E già il Casio stesso aveva cosi vantato in versi l'a-
bilità di Antonio:

Da Crevaleor Mesti-' Antonio dotato
Fu di varie virtudi, e in la pittura
Sempre di pari andò con la natura
Salvo die all'opre sue non dava il fiato.

Infine il Casio inviò una Madonna molto vantala di
un discepolo del Francia; ma quale potrà esser questo
dei duecentoventi giovani artisti che nello studio del
Francia sf addestrarono nell'arte ì

A. Venturi

Arch. Gonzaga in Mantova.

Ex.sa et Diva Patrona Salute.

Per non inanellar di fede mando tutte le cose pro-
mese et imprimis le olive quale serano godute per amor
mio, ulterius il quadro de la Madalena facto da Lorenzo
de Creti et uno quadro pieno de fructi facto per Ant.
da Crevalcore, tra nui in questo exercitio singolarissimo
ma assai più longho che la natura...

11 discipulo del Franza fini la Madonna comendata
asai da questi nostri. V. Ex. la vedrà et mostrarà et
piacendoli harà per l'oro a mandarli tanti scudi quanto
pesa. La manifactura è judicata meglio de dieci ducati,
quella farà quanto li parerà et io lo farò restar con-
tento... V. Ex. non si incomodi del denaro che a tutto
farò provisione: a la quale ex corde mi racomando et
semper felix valeat.

Rononiae die XV aprilis 1506.
Ex.st D. V.

Affectionatissimus Servito!'

HlERONYMUS CaSIUS

Un documento sulle condizioni della pit-
tura in Francia nel secolo XVII.

Il dispaccio che pubblichiamo del Marchese Fran-
cesco Casati, conservato nel R. Archivio di Stato in
Modena, scritto da Parigi li 28 decembre 1663, contiene
curiose notizie sulle condizioni della pittura e sui prin-
cipali pittori di quel tempo a Parigi.

Archivio Estense. Dispacci degli Ambasciatori.
Ser"" Altezza

Ho parlato a diuersi di questi Itagliani religiosi e se-
culari, e ne parlerò anche ad ogni altro mio conoscente
sul proposito del Pittore e Compagni, de quali V. A.
m'ha honorato di scriuermi con una delle sue del primo,
e sin'hora tutti ini hanno parlato d'un medesimo tenore,
che verranno a morirai di fame, essendo poco men che
allo stesso passo gli altri di questa professione, quali
contrari] 1' un dell' altro al solito saranno concordi ad
opporsi a questi noni forestieri. Mi dicono che
prima di ritrouare qualche buon impiego gli con-
uerrà acquistarsi qualche credito essibendo al publico
alcuna delle loro fatture, et anche pagare una grossa
somma di danaro all'assemblea di tal professione; che
oggidì sono iu uso e stima qui le tapizzerie d' arrazzi
e non le pitture; le chiese sono gottiche, oscure et di
pietra di taglio senza stabilitura et mirabili alla pittura;
quella di Valdigrazia fabricata alla moderna si dipinge
dal Migliarci. Le stanze della Regina madre dipinte dal
Romanelli hanno screditato assai la pittura a fresco
perchè le muraglie si scrostano per difetto delle pietre
de muri, et della calce; onde non si fa conto d'altra
pittura (die a oglio. — Mi dicono ancora die sia differente
 
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