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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VIII
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Maresca, Antonino: La tomba di Roberto d'Angio in Napoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0413

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ANTONINO MARESCA 307

quanto siano ridotti in pessime condizioni e forse pure ritoccati da mano inesperta, pur dimo-
strano il fare della scuola giottesca.

Dalla parte superiore dei pilastri, che sono negli angoli di questo secondo padiglione, pendono
delle cortine avvolte ed annodate a metà dell'altezza dei medesimi.

Nella faccia anteriore della base sottoposta al faldistorio leggesi la breve ma eloquente scritta:
Cernite . RobeHum . Regem . Virtute . Refertum ., che vuoisi dettata dal Petrarca.

A coronamento del descritto padiglione vedesi il gruppo di San Francesco e Santa Chiara, che
presentano, l'uno il re Roberto e l'altra la regina Sancia, alla Vergine, che, seduta, ha sul ginocchio
il divin putto ritto in piedi ; questo gruppo è terminato da un angiolo per lato.

Non mancano dei motivi dorati nelle descritte figure e traccie di colori.

STATUA DI ROBERTO D1 ANGIÒ

(chiesa di Santa Chiara in Napoli)

Nelle nervature della vòlta sonovi delle fascie dipinte che ricordano gli ornati geometrici a
diversi colori comuni ai pittori della scuola giottesca.

Il muro che sta dietro all'accennato gruppo è ornato da un dipinto raffigurante un coro di
angeli.

Dalle estremità superiori dei quattro grandi pilastri che reggono la vòlta di coronamento si
elevano dei pinnacoli adorni nelle loro faccie di nicchiette a copertura cuspidale ed altri ornati
messi ad oro ; al vertice dei medesimi vi sono dei fioroni parimenti dorati, come lo è pure il gran
fiorone che sorge al vertice delle due linee scorniciate che formano la grande cuspide; sono egual-
mente dorati i fogliami rampanti che sorgono sulla parte superiore di dette linee.

Baccio e Giovanni da Firenze furono gli scultori che lavorarono questo grandioso sepolcro.

E certo che questi artisti, dei quali non si conoscono altre notizie, appartengono a quella
schiera di marmorai che furono continuatori della maniera scultoria pisana ; e se in questa opera,
l'unica che di loro si conosca, l'arte si mostra ancora nell'infanzia, pure, osservando con atten-
zione il lavoro, si scorgeranno molte parti che fanno vedere palesemente l'ingegno e l'abilità
degli esecutori. Le migliori teste, sia per forma che per espressione, sono quelle dei due angioli
che sollevano le cortine, e che debbonsi considerare come le migliori sculture del reale sepolcro.
 
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