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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VIII
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0436

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330

RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

nel ix, nel x e nell'xi secolo, non in Italia, chè le sue
vicende non V hanno permesso, ma in Francia e in
Germania coll'arte carolingia, ma in Oriente coll'arte
bizantina si deve notare il più bel periodo per Farte
del medioevo prima della gotica e di quella dei Pi-
sani e di Giotto. Pel quale il Pavan seguita ancora
a narrare 1' incantevole storiella del suo primo in-
contro con Cimabue.

«Giotto ebbe animo disdegnoso. Le sue Madonne
sono fiere come i baroni del suo tempo (!?)».« Ruppe
le tradizioni bizantine nel tipo del Crocifisso, che i
Greci rappresentavano come una figura abbrutita,
sformata dalla volgarità dei fisici patimenti, la quale,
invece di devozione, destava ripugnanza». Io non so
perchè, ma presso di tanti critici non trovo che sfoghi
di rabbia contro l'arte bizantina. Forse costoro non
ne conoscono neppure un monumento; eppure il si-
gnor Pavan aveva anche tra i mosaici del San Marco
ad osservare un Crocifisso d'arte bizantina dell'xi se-
colo ed un altro del xn secolo tra gli smalti della
pala d'oro !

Bastino questi appunti; e mi permetta il signor
Pavan di aggiungervi un consiglio : prima di far
delle vaste sintesi sulla storia dell'arte, se ne stu-
dino bene i particolari.

N. B.

MONS. AURELIO ZONGHI. Repertorio dell'antico archivio co-
munale di Fano. Fano, tip. Sonciniana, 1888.

L'Archivio storico dell'Aìre segnala agli studiosi
quest'opera degna della più alta considerazione, frutto
di lungo e assiduo lavoro, straricco di notizie sto-
riche che rivelano minuti particolari delle condizioni
civili, politiche, economiche del municipio di Fano.
Per gli studi dell'arte, importantissime sono special-
mente quelle riguardanti il periodo della domina-
zione dei Malatesta, e da esse trarremo qualche in-
dicazione pei lettori.

Pace da Faenza, nel 1398-99, dipinge per Pandolfo
Malatesta a Gammata.

Maestro Bertolino, detto Testorino, pittore ricordato
dal Fenaroli nel Dizionario degli artisti bresciani,
lavora alla corte di Pandolfo Malatesta, signore di
Brescia, nel periodo 1406-1409.

Gentile da Fabriano è ricordato in un volume
appartenente alla camera di Pandolfo Malatesta, si-
gnore di Brescia, sotto la data delli 17 aprile 1414;
in un altro del 1415, ov'è parola della provvigione a
lui assegnata di ducati duecento pel mese di gen-
naio; e in seguito il nome di Gentile ricorre in un
giornale del 1415 e in altri registri di spesa del 1416,
del 1417, del 1418 e infine del 1419. In altro libro
del periodo 1415-1421, il pittore è chiamato Magi-
ster Gentilis de Fabriano pictor capette Magnifici
et eoccelsi Domini nostri. La cappella per Pandolfo
Malatesta fu dipinta a Brescia, nell'antico Broletto.

Si sapeva dell'antica esistenza di essa dall'asserzione
di Bartolomeo Facio, comprovata recentemente da
una lettera di Salustio Consandolo al duca Borso
d'Estedell0novembre 1469, riprodottanelBuonarroti
(Cosmè Tura e la cappella di Belriguardo, serie II,
voi. II, 1885); ma i documenti ritrovati dallo Zonghi
determinano la data di quell'opera di Gentile, che
fu finita nel settembre del 1418, poi che li 18 settem-
bre il pittore stesso scriveva: « quando el papa fo
in questa terra, volse la sua Sanctitade, che io glie
promettesse andare da luy finita questa capella, che
haveva comenzata al signor misser Pandolfo. Et per-
che al presente la ho finita, et altro non ho da fare,
ve prego quanto so et posso che ve piaccia esser cum
lo conte Carmagnola et pregarlo che glie piaccia con-
cederme un salvacondotto per octo persone et octo
cavalli, che dure almanco xv di, et comenzi venerdì
xxn de questo mese, et pregove che mei facciate far
pieno quanto se po, a ciocché io possa andar siguro.
Mando da voi Angelino todesco mio famiglio per que-
sta caxon, piacciave de farlo spacciare più presto che
voi possete. Aracomandome a voy, et se io posso, o,
poro may fare cosa che ve piaccia so sempre appa-
recchiato. Dat. brixie xvni septembre 1419. — El vo-
stro Zentile da Fabriano, pentore ».

Filippo, tagliapietra di Venezia, lavora nel monu-
mento sepolcrale di madonna Paola Bianca (1413).

Arduino da Modena, intagliatore in Brescia, è ri-
cordato in un libro del 1415-1421. Certo è Arduino
da Baisio o Abaisi da Modena, di cui scrissero il
Milanesi, il Borghi ed altri.

Di orefici sono ricordati Antonio da Meda, Vincenzo
da Piacenza, maestro Vismara, Apollonio da Calino,
Giuliano da Calino, Alvise de Caliole, Antonio da
Piacenza, maestro Simone da Francia, Raffayno da
Milano: tutti dei primi decenni del secolo xv.

Nel 1419 è parola di don Jacomo da Imola, mi-
niatore.

Di armaiuoli e ricamatori si hanno molti nomi,
di armaiuoli lombardi specialmente.

Fra le pergamene della Cancelleria, è indicata
quella avente la data 7 marzo 1532, riferentesi a
provvedimenti presi, per consiglio di Antonio da San
Gallo, affine di difendere la città di Fano dalle in-
vasioni dei Turchi.

0. Maruti

AURELIO e AUGUSTO ZONGHI. L'anno della morte di Gentile
da Fabriano. (Nozze Stellati Scala-Pelagallo, ottobre
MDCCCLXXXVII. Tipografia Sonciniana, Fano).

Gli autori hanno avuto la sorte felice (sorte che
tocca soltanto a ricercatori diligenti e valorosi) di
ritrovare l'anno della morte di Gentile da Fabriano.
Si riteneva sin qui che la morte sua dovette essere
verso il finire del 1450, e ciò si arguiva dalle parole
del Facio, il quale scrisse che Ruggiero Van der
 
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