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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. X
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Venturi, Adolfo: Sperandio da Mantova
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0509

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A. VENTURI

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di Ercole d'Este lascino credere che si tratti realmente del medaglista, che doveva aver conser-
vata la cittadinanza della patria nelle sue lunghe peregrinazioni per le corti dell' Italia superiore.
Ma i fatti cronologicamente esposti in questo studio ci portano a conchiusioni contrarie. Noi ve-
demmo lo Sperandio lasciare Mantova giovinetto col padre suo, Bartolomeo di Sperandio Savelli
di Roma; eppoi lo vedemmo abitare, per molti anni, Ferrara, Faenza e Bologna. Ora è difficile am-
mettere che il padre di Sperandio, forestiero a Mantova, partitosi da questa città quattro anni dopo
che era stato inscritto nella corporazione degli orefici, e citato inutilmente come contumace a com-
parire innanzi ai consoli de' mercanti, avesse acquistato beni stabili a Mantova. Cosi é difficile am-
mettere che lo Sperandio, il quale dovette garzoncello lasciar Mantova, avesse lasciato, nella sua
città natale, amici, per la cui sorte dovesse prendere cotanto interesse. E nel 1490 lo Sperandio
medaglista ancora doveva trovarsi a Bologna, come ne fa fede la medaglia del protonotario Cata-
lano Casali; e tanto in quell'anno, che ne'seguenti, non è mai parola di lui nei registri estensi,
ove è ricordato invece di continuo lo Sperandio da Campo pittore mantovano.1 Onde questi, e non
altri, dovette essere l'artista ricordato nelle lettere suindicate, e tanto più che la frase M.r0 Spe-
raindio da mantoa nostro indica chiaramente la dimestichezza del duca Ercole I d'Este con l'artista;
e forsanco quel nostro, che è usato in ognuna delle due lettere riprodotte, valeva a distinguere
il pittore dal noto medaglista omonimo.

Lo Sperandio che, lungo le sue peregrinazioni, serbò ricordo della sua città natale, tanto da
dirsi sempre de Manina e da sottoscrivere la medaglia del giureconsulto Prisciano Sperandeus Man-
tuanus, desiderò, quando fu vecchio, di morire in la patria. Coi Gonzaga aveva già avuto qualche
relazione, poiché ad onore del cardinale Francesco Gonzaga (morto nel 1483), che fu legato di Bo-
logna, gettò una delle sue più belle medaglie. A questa il vescovo Lodovico Gonzaga alludeva, scri-
vendo al fratello Gian Francesco, li 3 agosto 1488: « Mando alla S. V. la medaglia della bona me-
moria di Monsignor, e questa è l'unica di quante ne habbi. Io non sono anchora stato di tanta
auctorità che me l'hanno sculpite in mettallo corno li altri: e perno ne son per hora privato di
quelle ».2E fu lo stesso vescovo Lodovico Gonzaga, estimatore delle virtù di Sperandio, che scrisse
a prò dell'artista al marchese Francesco Gonzaga, questa lettera:

« Illmo Sr mio honmo Credo che senza lo testimonio mio la Ill^a g. y cognoschi per fama
et vista Mro Sperandeo presente exhibitore, huomo copiosissimo de virtute, quale a volerli tute
connumerare sarebbe molto longo, esso fu sempre molto grato et accepto alla pia memoria del
Cardinale nostro, et io conseguentemente l'ho amato et estimato. Per questo desiderando lui vivere
et continuare in la solita fede e servitù, nec non et di morire in la patria sotto la Ex. V. m'ha
accuratamente pregato che de le digne condicion sue ne faci fede a quella raccomandandoglielo
assai. Io quantunque lo tenghi talmente ornato de le dote del animo quale si possino in un par
suo desiderare che senza le raccomandatione d'alcuno per se stesso se faci raccommandatissimo,
nondimeno per satisfaction sua non ho possuto negare di fare questa mia alla predicta S. V. pre-
gandola si degni haverlo raccomandato cum provederli d'uno officio sotto el quale possi exercitare
le virtù sue e farli honore, e quando lo volesse adoperare in lo exercitio di artellarie aut di fabri-
care et architectura, lo ritrovarà singulare, in modo si ritrovarà ben servita ed io ne restarò
obligato a V. M. Signoria, in buona gratia di la quale mi raccomando.

.« Quingentulis, xi februarii Mcccc Lxxxxv

« Illme et ex. D. V.

« fldus ser01' Lo. de Gonzaga
« Electus Mantuanus, Marchio ».3

La raccomandazione dovette in qualche modo essere accolta, e lo attesta la medaglia speran-
diana del marchese di Mantova, celebrante il suo trionfo sulle armi francesi a Fornovo, col motto :

1 Oltre a' documenti citati, di Sperandio da Campo si ritrovano notizie nei libri seguenti: Memoriale del sòldo, 1488-1491,
a c. clxvij e clxij (anno 1491);^Giornale del soldo, 1490, a c. 83, 85, 95, 99, 108, 116; Conto generale, 1491, a c. cxm; Libro
di spese d'Ercole I, 1492, a. c. 20, 24, 29, 31, 33, 38, 43, 44, 47, 49, 50, 53; Zornale del soldo, 1493, a c. 66, 97 e 138.

2 Umberto Rossi, op. cit.

3 Umberto Rossi, op. cit.
 
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