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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. II
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Gnoli, Domenico: La Capella di fra Mariano del Piombo in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0151

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LA CAPPELLA DI FRA MARIANO DEL PIOMBO IN ROMA

Ili)

In basso, sopra alla balaustrata, è da un lato questa iscrizione:

LEO X PONT. MAX. TEMPLUM HOC
CARDINALI!?. XXIX COMITANTIB.

ADIENS CONCESSIT
UT QUOTIES ETIAM EODEM DIE
IMAOINEM IIANC DEIPARAE
FIDELES YISITAYERINT
IO DIERUM YENIAM
OBTINEANT.

MENSE MARTIO CIOIOXYIII.

Così questa iscrizione, come l'altra che vedremo appresso, in lettere incavate e dorate su
marmo nero, devono appartenere al tempo degli abbellimenti del cardinal Sannesio, il quale non
so se abbia tratto le notizie da documenti o memorie della chiesa, o da iscrizioni preesistenti
nella cappella e forse dipinte sul muro. Certo rallegro frate non poteva ambire onore più grande
che vedere la sua chiesa visitata dal papa stesso e da ventinove cardinali, e concessa un'indul-
genza di cinquecento giorni a chiunque visitasse la Madonna della sua chiesa. Di questa andata
del papa a San Silvestro troviamo pure memoria ne' Diari di Paride Grassi; il quale, dopo aver
narrato che il papa si recò alla chiesa di Santa Maria in Domnica, che da poco aveva fatto
ricostruire, prosegue: « inde ad Ecclesiam Sancti Silvestri, ubi frater Marianus familiaris Papae
habitabat, inde pedester transit ad hortos cardinalis hiporegiensis ». 1 I moschettieri che seguivano
il papa sparavano lungo il cammino delle bombarde; e i cardinali, fatti accorti, per quello stre-
pito, della cavalcata papale, chi di qua, chi di là gli venivano incontro, e il papa rideva con
loro; tantoché si formò quella magnifica cavalcata di ventinove cardinali, ciascuno naturalmente
col suo seguito, che dovette essere uno spettacolo veramente solenne.

Dodici anni più tardi un altro papa di casa Medici, Clemente YII, muoveva di nuovo alla
chiesa di fra Mariano con grande comitiva di cardinali, e concedeva cinquecento giorni d'indul-
genza a chi visitasse la sua cappella, dedicata a santa Caterina.

CLEMENTIS YII P. M. TEMPLUM HOC
MAGNO CARDINALIUM COMITATU

SUBEUNTIS CONCESSIONE
SACELLUM HOC B. CATHARINAE
QUOTIES YISITAYERINT
CHRISTI FIDELES
TOTIES IO DIERUM INDULGrENTIAM
CONSEQUENTUR
DATO DIPLOMATE IX OCT. CIOIOXXX

Esaminando le due iscrizioni, apparisce chiaro che, quantunque ambedue si trovino nella
cappella di fra Mariano, la prima però, quella di Leone X, non parla della cappella, ma solo
della chiesa, e l'indulgenza riguarda i visitatori della Madonna, imaginem liane deiparae; mentre
la seconda, quella di Clemente YII, parla appunto della cappella, sacellum hoc h. Catharinae} e \
concede la stessa indulgenza che la prima, a chi la visiterà. Non poteva Clemente YII concedere
un' indulgenza concessa già da Leone X ; e credo perciò che la prima iscrizione sia fuor di posto,
e che l'indulgenza debba riferirsi all'antica Madonna venerata nella chiesa, e che ora si trova
nella seconda cappella a destra dell'ingresso. Nessuna maraviglia che fra Mariano, in grazia del
quale i due papi avevano visitato la chiesa e concesso le due indulgenze, ponesse un ricordo
de' due fatti nella sua cappella. Ciò indurrebbe a credere, quantunque non sia conseguenza
necessaria, che nel 1518 la, cappella non ci fosse ancora; poiché, se ci fosse stata, fra Mariano

1 Bonifazio Ferreri, cardinale d'Ivrea.
 
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