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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. III
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Gatti, Angelo: Maestro Antonio de Vincenzo: Architetto Bolognese
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0205

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MAESTRO ANTONIO DI VINCENZO ARCHITETTO BOLOGNESE

173

risposta non solo, ma acuiscono il dubbio che anche in futuro resteranno muto ed interrogatici
come le sfingi del Serapeo.

Poiché non trattasi d'un teorico, d'un visionario dalle idee grandiose, sprovvisto poi del
sapere pratico onde metterle in esecuzione, come nell'antichità se n'ebbero alcuni : maestro Antonio
fu realmente un costruttore di mente versatile e d'esperienza consumata. Ne fanno fede i decreti,
in virtù de' quali i soprastanti della fabbrica, per l'autorità loro trasmessa dal Reggimento, gli
commettevano di svolgere il tipo della chiesa mercè un colossale modello (d. 1) e d'incomin-
ciare la costruzione, 1 eleggendolo capomaestro supremo (d. 2), come pure la lettera a lui diretta
dal Reggimento stesso due anni appresso la fondazione (d. 4), dalla quale traspare tutto l'entu-
siasmo, tutta la venerazione nutrita dalla città per l'uomo insigne, cui bastava l'animo d'edificare
il più vasto tempio del mondo. E maggior certezza ne porgono i libri diversi dell'azienda dove
si contengono le prove particolareggiate e continue degli svariati uffici affidatigli, con quella
pienezza di fiducia che soltanto poteva addirsi ad un uomo d'autorità, di esperienza e di sapere
senza limiti.

Nè basta, poiché la fiducia de' concittadini s'estendeva eziandio ad altri argomenti estranei
all'opera architettonica. Il Guidicini (Cose notabili di Bologna, p. 360-61) narra che « M. An-
tonio fu gonfaloniere di giustizia nel 1387, ambasciatore a Firenze, nominato il 3 settembre 1390,
in compagnia di messer Domenico Ricamatore, amendue plebei, ma uomini di gran conto, sic-
come ne assicurano gli storici tutti. Nel 1396 fu destinato per due o tre anni a fare a suo arbitrio
l'imborsazione degli Anziani in compagnia d'altri undici soggetti, come consta dal Libro delle
provvisioni di detto anno. Nel 1400 fu riformatore dello stato di libertà.... ». Inoltre allo stesso
M. Antonio Bologna affidava l'arbitrato nelle controversie di confine, a lui il giudizio definitivo
sulle opere pubbliche d'acque, di strade e di difesa (d. dal n. 7 al 23).

Ma il più nobile documento del suo sapere sarà pur sempre da considerare la basilica di
San Petronio, il monumento più imponente di Bologna, vuoi per il valore d'arte, vuoi per il
significato politico a quello annesso ; dacché al grande fatto che la città volle perpetuare con
quella costruzione, cioè l'affermazione della libertà riconquistata, corrispose, quasi per fatale
connubio, la mente divina del creatore, in guisa da chiedersi se veramente il valore artistico
dell'opera non faccia obliarne il valore storico e politico. Poiché la basilica Petroniana non
dev'essere considerata celebre e superba per la sola circostanza delle gigantesche proporzioni a
quella assegnate in origine. Non sempre i grandi ardimenti riescono a corrispondenti risultati :
al contrario in San Petronio prevale il perfetto accordo della grandiosità concettiva con la squisita
risoluzione del tema e con la magnifica esteriorità decorativa. Pertanto è quello in complesso
che basta a collocare l'autore fra le menti più vigorose che la storia dell'arte italiana ha fino
ad ora annoverate.

Tanto sapere e tanto valore fanno doppiamente deplorare la mancanza delle notizie intorno
a quest'uomo, ed in particolare sopra le opere da lui edificate prima di San Petronio, dalle
quali Bologna trasse la fidanza onde commettergli l'edificazione del monumento compendiante
la civica autonomia. Senza dubbio la città, che in molti altri casi non aveva esitato, come non
esitò in seguito, a ricercare altrove gli artefici capaci di condurre a termine edifici di rilevanza,
deliberando di scegliere M. Antonio, non già a concorrenza d'altri, ma direttamente, come per-
sona superiore a qualsivoglia giudizio, palesa che già ne era nota per intero la valentia. Tut-
tavia, fino a prova contraria, parrai possa essere più ragionevole l'ipotesi che M. Antonio
acquistasse il sapere e l'esperienza architettonica lungi dalla patria. E per verità quale grande
edificio fu eletto in Bologna nel ventennio anteriore alla fondazione della basilica Petroniana?
Le più ragguardevoli chiese medievali erano tutte compiute o quasi, gli edifizi della piazza Mag-
giore parte già eretti, parte di là da venire ; dunque, se M. Antonio elevò in patria qualche
fabbrica, questa non potò avere proporzioni assai considerevoli, poiché facilmente non se ne sa-

1 La prima pietra fu deposta il dì 9 giugno 1390 con eccezionale solennità,
 
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