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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. III
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Natale Baldoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0252

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NECROLOGIA

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rati di studio. Natale Baldoria dimenticava la vita reale, come l'avevano dimenticata i mistici
divoti del medio evo, di cui scrutava i caratteri nelle forme dell'arte. La sua salute declinava
per quello studio affannoso e per le privazioni della vita, a cui egli si era assoggettato per non-
curanza di sè, per amore e riconoscenza ai suoi, per avidità e curiosità di studioso. Nò più mai
si riebbe. Addetto, a mezzo del 1888, all'Ispettorato tecnico del Ministero della pubblica istru-
zione, sembrava che potesse darsi ad una vita più tranquilla e ordinata. Ma il desiderio del
bene che ne infiammava il cuore, non gli permise riposo alcuno. Parevagli di bastare a tutto:
continuare i suoi lavori, iniziarne altri, elaborare lavori altrui, adempiere come funzionario del
Ministero al dover suo, insegnare a giovinetti privati, difendere interessi d'arte con gli scritti
sui giornali quotidiani e con la parola in pubblici ritrovi. Alcune mattine.il crociato dell'arte

NATALE BALDORIA.

godeva di aver superato le forze della natura, di avere vinto il sonno. E il sonno invece ha vinto
il ribelle, sul fiore degli anni, perpetuamente.

Fondatosi nel 1888 l'Archivio storico dell'Arte, egli ne fu uno dei principali sostenitori, con
la costante opera e col disinteresse. Tj1 Archivio storico determinò nuove tendenze nel suo spirito
di studioso, e l'arte del Rinascimento, a cui principalmente è dedicato il nostro periodico, si ebbe
tutto quel fervore che Natale Baldoria aveva dato prima a forme incomplete. Ovunque passava
il giovane religioso dell'arte lasciava qualche tributo di studi, qualche fiore dell'ingegno elettis-
simo. Così a Modena, ove stette alcuni giorni, lavorò per la illustrazione del Tesoro della Badia
di Nonantola; a San Clemente in Casauria lasciò liberalmente il frutto di osservazioni e di
studi agli amici; a Padova meditò una monografia sul Bellano e sul Riccio, di cui fornì qualche
saggio in questo periodico; a Rossano dedicò un'illustrazione del mirabile codice purpureo; a San
(ximiniano portò la nota calda del suo entusiasmo in ricerche artistiche e storiche seriamente
condotte. Al Baldoria, natura mite e dolcissima, non mancò tuttavia forza e ardimento quand'ebbe
a sostenere le cause dell'arte, quando insorse contro le coloriture biasimevoli dell'abside nel duomo
di Modena, contro la divisata manomissione di monumenti di Verona e d'altri luoghi, contro i
cattivi metodi di restauro. Nel giornale La Riforma e nella Miscellanea di questo periodico molto
scrisse a difesa del bello, con passione, sempre con eloquenza.
 
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