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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. VI
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Orioli, Emilio: Il Foro dei Mercanti di Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0438

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388 KMILK) ORIOLI

si riscontrano nell'uno e nell'altro edificio e pei caratteri dello stile, comuni ai due edifici, tutti
propri del Fieravanti.

Dall'altro lato poi si hanno scrittori non meno autorevoli, i quali dicono che la Mercanzia
fu costrutta sullo scorcio del secolo xiv. Così G. B. Rossi, 1 morto nel 1688, scrive senz'al-
tro, che nel 1380 fu dal popolo e da alcune Società di Arti comperata una casa da Nicolò
Pepoli, che era nel Carrobio, a fine di unirla ad un'altra « et innalzare quella bella fabbrica
ch'anche oggidì si vede per ivi tener ragione alli Mercanti ». ritimamente Gozzadini - dopo
avere scritto che la Mercanzia fu cominciata al declinare del secolo xiv (1382), accetta l'opinione
di Amico Ricci, che ritiene fosse architettata da frate Andrea Manfredi.

Ora tutti questi scrittori non stabiliscono nulla di certo, ma si mantengono nel campo delle
ipotesi e delle congetture, nò a sostegno delle loro asserzioni portano alcuna prova ; solo Gior-
dani e C. Ricci si valgono dell'autorità della cronaca Barbieri, invero poco attendibile, l'autore
essendo vissuto nel secolo scorso. E quando nel 1889 si fecero i ristauri alla Mercanzia, il
cav. Alfonso Rubbiani, 3 in una dotta monografia pubblicata in quell'occasione, scriveva : «Dagli
archivi ricercati ancora da me non si trasse documento a chiarire la data precisa della costru-
zione e il nome dell'architetto », e terminava coll'accettare le conclusioni del prof. Corrado Ricci,
soggiungendo più sotto, che « il molto fabbricare che si fa dal Comune e dalla Società delle Arti
nella Gabella di Mercanzia fra il 1380 ed il 1382, anche per stabilirvi la sede dei Giudici, non
si riferisca in qualche modo al Foro dei Mercanti attuale ». In quegli anni infatti uno'straordi-
nario impulso vien dato dal comune di Bologna ai lavori edilizi ; si ricostruisce una gran parte
delle mura, che cingono la città, si ristaura il palazzo pubblico, si apre la porta Mascarella,
poscia i Notai innalzano il palazzo per residenza della loro Società, frate Andrea Manfredi
costruisce la chiesa ed il portico dei Servi, si fabbricano di nuovo e si ampliano castelli in vari
luoghi del contado, e, quasi a coronamento di ciò, si idea e si attua poco dopo il maestoso tempio
di San Petronio, e tutto questo nel decennio dal 1380 al 1390. Pure in questo breve periodo
il Comune bolognese stabilisce di costruire locali adatti per gli uffizi della Gabella e della
Dogana.

*

* *

Già sino dal 1294 il Governo bolognese, allo scopo di avere uno scalo conveniente per le
mercanzie, acquistava da Beccatello Artenisi, o de' Beccadelli, una casa posta nel Carrobio di
porta Ravennate, a capo cioè delle strade Santo Stefano e Castiglione. 4 Ma coll'andar del tempo
essendo divenuti questi locali troppo ristretti all'uso cui erano destinati, se ne aggiunsero altri
nel 1337. Giordani, Guidicini ed altri dicono che questi edifizi il Comune di Bologna li acqui-
stasse appunto in quell'anno da Bolnisia Pegolotti. Per l'esattezza storica, devesi però rettificare
quest'asserzione. Essi, con rogito del 4 febbraio 1337, vennero acquistati dal Comune di Bologna,
non da Bolnisia Pegolotti, ma dalla Società dei banchieri, che a sua volta li aveva comperati
fino dal 27 novembre 1294 dalla suddetta Bolnisia, non Pegolotti, ma Pizigotti, vedova di un
Foseardi. "'

1 Rossi (■. 15., L'attioni memorabili falli' dagl'Illu-
stri»», signori Conf<iltntieri, etc. ; Bologna, 1681, p. '!('<.

2 Gozzadini G., Note per stilili sull'architettura civile
in Bologna dal secolo un al xvi, in « Atti e memorie
della R. Dep. di storia patria », nuova serie, I, p. 2'.i.

'■' Rcbmani A. e Tartakini A., I ristauri alla Mer-
canzia; Bologna, 1889, p. 7 e 8.

4 Questa casa nell'atto di compra-vendita è così de-
terminata: « Unam domum cum solo et edificio toto po-
sitam in Civitate Jiononie in Cambio porte Ravcnatis
ubi dicitur Carobio, in capite viarum strato sancii Ste-
phani et strato CasteJlionis, ubi diete vie ad invicem

coniunguntur et unte viarn quo vonit versus plateali! ».
(Archivio di Stato di Bologna, seziono del Comune,
Registro Grosso, lib. II, e. 113).

1 A prova di quanto asserisco trascrivo in estratto il
rogito di compra-vendita, tolto dal Registro Novo dell'Ar-
chivio di Stato di Bologna, c. 470: « In nomino Domini
nostri Jesu Christi amen. Anno a nativitate eiusdem mil-
lesimo trecentesimo trigesimo septimo, indictione quinta,
die quarto mensis februarii. D. Nicolaua q. d. Chazani-
mici de Caciptis, notarius, civis bon. et de societate

Campsorum Civitatis Bononie aindicue......ledit, ven-

didit et tradidit iure proprio inperpetuum d. f'ratri
 
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