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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. VI
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Orioli, Emilio: Il Foro dei Mercanti di Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0447

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397

Il tempo occorso in questi nuovi lavori durò circa un anno, giacche osservando le intesta-
zioni dei volumi degli atti redatti dai notai del giudice dei mercanti, trovasi che durante
l'anno 1440 il luogo di residenza del giudice era ancora nei vecchi locali della Gabella, 1 mentre
nel principio del seguente appare dagli stessi atti cambiata la sua residenza, che è appunto nei
locali nuovamente adattati. a Ed in questi volumi di atti ho potuto trovare anche il giorno pre-
ciso nel quale il giudice dei mercanti prese possesso della nuova sede e vi incominciò a render
giustizia. I notai che redigevano questi atti, nei primi fogli dei loro volumi trascrivevano un
calendario dei giorni utili e dei fenati, e nel margine, contro ad ogni giorno, solevano anche alcuni
di essi prender nota di certi avvenimenti. Così contro al giorno 1° ottobre 1440 il notaio Nicolò
Mamellini, nel suo libro di atti pel secondo semestre di quell'anno, scrive che in detto giorno il
giudice s'insediò nella nuova residenza. 3

I lavori pertanto eseguiti negli anni 1439-40 furono unicamente di ampliamento nella parie
posteriore alla Loggia e sul fianco di via Castiglione per costruirvi nuovi ambienti interni. 11
ricordo di questi lavori, un certo spazio di tempo impiegatovi, il fatto dell' essersi insediato
soltanto allora in questo palazzo il giudice dei mercanti, tutte queste cose insieme hanno tratto
in errore i ricordati scrittori, compreso il cronista Barbieri del secolo passato, i quali hanno cre-
duto, in causa di tutti questi fatti, che precisamente intorno a questo tempo s'innalzasse di
nuovo il Foro dei Mercanti.

Da quanto però sono venuto esponendo sin qui, sulla scorta dei documenti, risulta come
nel 1382 s'incominciassero i preparativi per la costruzione del portico attuale, che due anni
dopo era compiuto nel modo come ora si vede, e superiormente ad esso vi si costruiva nello
stesso tempo una sala grande, ora divisa in due, che serve agli uffizi della Camera di commercio
ed alle adunanze del Consiglio. Direttore dei lavori fu visto essere Lorenzo di Domenico di
Bagnomarino, e fors'anche, almeno fino a prova in contrario, l'architetto o disegnatore, giacche
prima che s'iniziassero, quando cioè negli anni 1379-80 fu decretato di costruire locali per uso di
gabella, egli copriva la carica d'ingegnere del Comune. Per una volta vi compare addetto anche
maestro Antonio di Vincenzo, il quale per le notizie documentate che di entrambi in succinto
ho riferito, appare alquanto più giovane di età di Lorenzo, e quindi è molto probabile che egli
si formasse alla scuola di lui, esplicandone più tardi i concetti e superandolo nell'edificazione
del tempio di San Petronio. E confrontando infatti, come osserva giustamente il march. Amico
Ricci, le navate di questo tempio cogli archi del portico del Foro dei Mercanti, vi si scorge
subito l'analogia, che non scompare neppure paragonando fra loro i pilastri dei due edifici, certo
più semplici e più severi nella loro grandiosità quelli di San Petronio, così richiedendo la natura
dell'edilìzio.

Ma anche un'altra fabbrica di Bologna ha analogia col Foro, e cioè il palazzo degli Anziani,
che fu incominciato a ristaurare nel 1425, e più precisamente la prima loggia interna e le finestre
sulla piazza, dei quali lavori fu architetto maestro Fieravante Fioravanti, tanto che il eh. profes-
sore Corrado Ricci, colpito da queste somiglianze, e messo sulla falsa via della cronaca Barbieri
specialmente, e dal Giordani, che vollero costruito il Foro intorno al 1439, ha creduto, per indu-
zione, di attribuirne il disegno e la costruzione al Fieravanti stesso, mentre si vede che egli non
fu che il continuatore di una scuola preesistente.

Ristauri alla Mercanzia si resero necessari nell'anno 1484 per la caduta della torre dei Bian-
chini, che era posta dall'altro lato di via Castiglione. La torre si rovesciò attraverso la strada sopra
due case dei Bolognetti, ed i cronisti descrivono con particolari questo disastro ed enumerano
le vittime rimaste sepolte sotto i rottami e, fra esse, due giovani sposi venuti da Ferrara, che

1 Doc. XX.
» Doc. XXI.

* La notazione cronica è in questi termini:

« October [1440].
« Die sabati j°. Hodie ivit suprascriptus d. Iudex ad

reddendum ius causarum ad Logiam Carobii prò eius
audientia iuridiea. Et sic hodie locus ipse est eff'ectus,
Deo dante, locus officii mercationum prò iure reddendo
ventati et equitati.
 
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