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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Bode, Wilhelm von: Una tavola in bronzo di Andrea del Verrocchio rappresentante la Deposizione nella chiesa del Carmine a Venezia
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0118

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WILHELM BODE

noi conosciamo sono, singole figure ovvero gruppi, grandi e persino colossali, e sono tutti
accuratamente lavorati e cesellati, mentre invece qui abbiamo innanzi a noi una tavola in
rilievo con molte ligure piccole, fusa su di un modello in cera trattato largamente e in
parte soltanto abbozzato, e che poi non è stata ripassata punto col cesello. D'altra parte
i lavori in marmo, in terracotta, in argento eseguiti dallo stesso artista non ci presentano
un materiale pienamente adattato a un confronto, giacche ciascuna di queste materie richiede
un'esecuzione diversa. Se, per esempio, fra le altre cose, non troviamo nelle forme di questo
rilievo e segnatamente nelle pieghe delle vesti quella pienezza e quella rotondità che siamo
abituati a vedere negli altri lavori del A-errocchio eseguiti in terra cotta e in marmo, la
ragione principale è questa, che la tenerezza della cera e il modo di lavorarla con la spatola
di legno rendono difficile una modellazione così rotonda; inoltre, in un lavoro quasi sboz-
zato come questo, simili particolari si trovano spesse volte accennati soltanto oppure indicati
solo nella massa, come, per esempio, nei capelli della maggior parte delle ligure. Con questa
circostanza, che cioè il rilievo è appena abbozzato, si spiega anche come l'artista, che nei
suoi lavori finiti si dimostra così sicuro nella riproduzione dei corpi e delle loro proporzioni,
mostri invece in questo caso un'esecuzione decisamente difettosa appunto nelle proporzioni
e negli scorci. Nella maggior parte delle figure che stanno sul davanti si notano special-
mente le braccia corte ed esili.

Prescindendo da queste particolarità provenienti dal genere del lavoro e che son larga-
mente compensate dalla sua ammirabile freschezza di sentimento e dal suo carattere schiet-
tamente artistico, noi ritroviamo nella Deposizione in tutto e per tutto l'arte caratteristica
del Verrocchio. La testa di Cristo, benché soltanto abbozzata, ha precisamente lo stesso tipo
del Cristo che si vede nel gruppo alla facciata di Or San Michele; e viceversa il San Tom-
maso di quest'ultimo gruppo si ritrova nel San Giovanni del nostro bronzo e ritorna nel
rilievo in argento conservato nel Museo di Santa Maria del Fiore a Firenze, nel rilievo
in marmo rappresentante la morte di Francesco Tornabuoni, ecc.

Il corpo del Cristo e la sua posizione è anche in strettissima analogia col modello in
terra cotta di un giovane ignudo dormente che si conserva nel museo di Berlino. Quanto
alle donne che si lamentano, il termine di confronto ci è offerto nel noto rilievo del Bar-
gello in cui è rappresentata, in modo così commovente la morte di Fraucesca Tornabuoni
nel suo lettino. Però, quantunque si debba osservare che le figure della I),'posizione hanno molto
maggior nobiltà e finezza di sentimento che le ligure di quel rilievo in marmo, che è una
copia fredda e senza sentimento eseguita da un mediocre scolaro su di un modello in terra
cotta del Yerrocchio stesso. Il dolore contenuto delle due belle figure di donna inginoc-
chiate accanto al cadavere sta in contrasto, pieno d'effetto, cól dolore prorompente della
Maddalena, figura di una tale bellezza di movimento e di una tale dignità nell'espressione
del sommo dolore, che si può dire non vi sia in tutto il li in asci mento un'altra simile.
Sembra anzi che l'artista l'abbia a bella posta collocata nel mezzo e isolata dalle altre per
darle maggior effetto. In questa figura e in quella della donna (die le sta al fianco si
mostra, nel modo più evidente, l'influenza di composizioni simili di Donatello, influenza
che, in generale, è più forte in questo rilievo che in qualunque altro lavoro del Verrocchio;
si confronti segnatamente una delle ultime sculture di Donatello, cioè la Pietà conservata
nel South Kensington Museum.

Con l'accennato rilievo del Bargello la nostra Deposizione ha anche comune la dispo-
sizione delle figure, specialmente di quelle sedute a terra o accoccolate, che l'artista adopera
opportunamente per riempire lo spazio e per dare maggior vita all'insieme. Esaminando
poi più da vicino la concezione e la riproduzione delle figure, si riconosce il carattere del
Yerrocchio fin nelle singole particolarità, come nella conformazione delle teste con gli
zigomi pronunciati, il naso forte, la bocca animata e il mento pieno; nella modellazione
dei piedi, ecc.

Nel fondo della composizione vedesi, scolpita in rilievo bassissimo, la croce vuota, e
 
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