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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0178

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140 RECENSIONI

tribuna. Il Brunelleschi non potò veder compiuta
neanche questa parte della chiesa; è certo però
che a lui si deve l'ordinamento della nave tra-
sversale e della crociera, e che inoltre, già al tempo
suo, fu determinata l'aggiunta delle cappelle late-
rali alle navate. Succedette a Filippo, dopo la costui
morte, Antonio Manetti, il quale non meritava il
brutto ritratto che leggiamo nel biografo suo omo-
nimo; esso non era un genio, ma sapeva pure il
fatto suo e godeva di non piccola fiducia presso
i suoi concittadini; che se vi sono innegabili er-
rori nella fabbrica della quale ci occupiamo, non
si devono imputare al proposito stolto che gli at-
tribuirono, ma alle difficoltà del suo assunto ed
alle troppo sommarie indicazioni dei modelli lasciati

la lanterna risponde nel suo insieme ai suoi in-
tendimenti. L'elemento estetico ha dunque poca
parte in quest'opera del Brunelleschi, in cui dette
prova delle più straordinarie doti di ingegnere e
meccanico; per valutare il suo genio artistico è
d'uopo studiare le altre fabbriche di lui, e special-
mente le chiese. 1 Qua si afferma la gloria ch'egli,
unico nella storia dell'architettura, si acquistò del-
l'aver abbandonata la vecchia maniera ed averla
fatta abbandonare per forza del proprio esempio
agli altri, cosi da inaugurare un'era nuova.

La chiesa di S. Lorenzo sorge sul luogo occu-
pato da una chiesa anteriore di simil nome, della
quale è lecito determinare la situazione e l'esten-
sione. Il Brunelleschi fu chiamato a prestare la
sua opera quando già su un disegno altrui si era da Filippo. Tralascio di riassumere le acute osser-
cominciato a murare; il Manetti diceche si erano vazioni intorno agli errori imputati al Manetti e
tirati su pilastri di mattoni, ed un recente scrittore ; le notizie circa il proseguimento della fabbrica
crede che fossero quelli che stavano in testa alla ^ dopo la morte del grande architetto,
navata principale. Ma veramente non poterono es- Venendo al giudizio di quest'opera del Brunel-
sere questi, bensì quelli che fiancheggiano la cap- leschi, ecco alcune delle osservazioni del nostro
pella maggiore. Del resto, si può argomentare che autore. La forma basilicale non gli fu suggerita
la forma della chiesa nella navata trasversale fosse da quello ch'egli trovò eseguito del piano ante-
analoga, in quel disegno, a quella di S. Croce, e riore, ma adottata deliberatamente come quella che
le otto cappelle, che tante e non più dovevano parve a lui più conveniente. Ciò è provato non
essere, oltre la maggiore, si stendessero ai due lati solo dalla storia d'essa fabbrica, ma dal fatto che
di quest'ultima. 11 citato biografo dice che neanche ■ 10 stesso tipo adottò per Santo Spirito, dove non
nel nuovo progetto del Brunelleschi erano cappelle era legato a forme preesistenti. Il signor Dehio
lungo i fianchi delle navate; ora un disegno degli j notò la stretta parentela che è per i rapporti nu-
Uffizi, che si può considerare di mano del grande merici fra la basilica dei Santi Apostoli e San Lo-
maestro, ripassato a penna da uno scolare, conferma j renzo ; oltre a questa analogia è innegabile pur
tale testimonianza. Anche nelle lineo generali il ; l'altra degli elementi decorativi. Il disegno gene-
racconto del Manetti merita fede; è inesatto però ' rale è « ein Triumph des Gestaltungsvermògens
che Giovanni de' Medici promettesse di far le spese Brunelleschis ». Non solo è una grande semplicità
della navata e del coro, e ancor più lontano dal od armonia nei rapporti delle parti, ma una distri-
vero che il Brunelleschi atterrasse l'opera muraria buzione sapiente di luce; l'unico punto che turba
che trovò eseguita. Da un documento è dato de- l'armonico effetto di questo interno è la cupola,
sumere che al coro era assegnato il centro della bassa, poveramente illuminata, dove sarebbe stato
croce, come a S. Spirito, e che solo più tardi si , richiesto il contrario: fu un errore del Manetti.
adottò il partito attuale. Già nel 1421 si poneva Oltre alla ritmica proporzione delle parti, il ge-
mano ad edificare secondo il nuovo disegno; ma niale artista adopera con sicuro criterio gli eie-
più che in altra parte procedettero i lavori eseguiti menti decorativi di origine classica da lui riposti
a spese di Giovanni de' Medici, cioè la sacrestia in onore. Il tipo dei capitelli è corintio, ma poco
e una cappella attigua; infatti alla morte di lui t fedele agli esempi antichi e non molto felice; non
(a. 1429) era compiuta l'opera muraria, mentre per j si deve però credere che egli per questa parte non
le altre cappelle della crociera s'interruppe ben j avesse fatto disegni particolareggiati quand'era a
presto e non si ripigliò che molti anni più tardi, Roma, ma che si scostasse di proprio arbitrio dalla
per generosità di Cosimo de' Medici, il quale assu- maniera classica. Si è trovato contrario ai canoni
inevasi il carico della cappella maggiore e della dell'arte l'uso del frammento di architrave sopra

le colonne ; ma è esagerazione di puristi, contro la

1 Alle chiese è dedicato il cap. V (da p. 150 a p. 244). quale sta il fatto che il sentimento estetico, unico
 
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