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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. III
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Supino, Igino Benvenuto: I maestri d'intaglio e di tarsia in legno nella primaziale di Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0206

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168 IGINO BENVENUTO SUPINO

sue opere, meritata fama di se. Ma l'applicarsi com'egli fece a molti lavori e di così disparato
genere, e, chi sa, fors'anco quel suo carattere bisbetico, gli impedirono di lasciare nuova o
maggiore prova, oltre quella che di lui ci rimane, dell'ingegno e della abilità sua; già
quella di per se sola però mirabile attestazione. Ora lo sappiamo dunque ad acconciare e
temperare gli organi della chiesa od aiutare a tirar su le campane, ora ad accomodare con

10 Stagi le finestre del Camposanto, o a lavorare intorno agli altari del duomo, ora inline ad
attendere ai vari ordini di sedie ch'egli ebbe a fare in più volte per la Primaziale di Pisa.
E queste molteplici e così disparate applicazioni a tutte le occorrenze della chiesa, dalle più
minute alle più gravi, dalle più comuni alle più artisticamente importanti, oltreché darci
chiara prova dell'abilità di lui e della genialità della sua artistica fantasia, ci mostrano in
qua! conto egli fosse tenuto e quanto se ne valessero. Fu infatti nominato maestro del-
l'Opera, poi architetto agli ordito del duca Cosimo, che l'onorò della sua amicizia e prote-
zione, protezione che molto gli valse (pianilo pei- una lunga vertenza con l'operaio, con-
dannato dalla Corte del Commissario, avrebbe dovuto certo, senza quell'alta intercessione,
di persona scontar la pena.

La più antica, notizia che si abbia dei lavori da lui eseguiti nel duomo di Pisa, ci dice

11 chiarissimo cav. Tanfani, che del nostro maestro ha dato per il primo molte e tutte nuove
notizie, è una sedia di noce e d'ulivo, ch'egli lece nel 1522 dinanzi al coro dell'Annunziata. 1
Ma già doveva, sebben giovine, esser reputato valente, se lo vediamo Tanno dopo incaricato
dal Corbini, operaio di Santa Maria della Spina, di fare il disegno per un altare che doveva
andare nella parete interna della chiesa, tra le due porte della facciata, per collocarvi la
.Madonna a mezza figura ili Nino Pisano; - e nel 1524, chiamato per giudizio da un collega
per l'altare di Sari Biagio, che Pandolfo di Bernardo Fancelli, scultore di marmi fiorentino,
doveva fare per il duomo.

« [] qua! lavoro, scrive l'operaio, fatto che sarà, ne abbiamo a stare a giudizio di due
maestri dell'arie, da eleggere uno per ciascheduno di noi, e per lui sta Gio. Batt. del Cer-
velliera, legnaiuolo di Pisa ».:t

Nel 1525 acconcia la pila del battesimo evi fa appresso una sedia stimata per maestro
Ambrogio da Lucca, maestro di legniame e di prospettiva, e per Girolamo del Soppetta di
Pisa, lire «so, i (piali « giudichorono si li donassero scudi 2 sopra la stima ditta, chome
appare alle Ricordanze, segnato /> - - e de1 avere a, di' 24 di novembre 1527 lire 21, soldi 11,
denari S, e (piali si li lassano d'acordio (die così restarne d'acordo amore dei».4

Nel 1532 lo troviamo occupato a- fare, fra molti altri lavori di minor conto, il sopra-
cielo nuovo della sagrestia, a temperare l'organo, ad acconciare le campane, nonché, la tavola
per l'altare di San Giovanni. 5

Nell'anno successivo ebbe « a di 12 d'oghosto, lire settecentosessantacinque, per fattura
delle sedie e chascie poste intorno alla tribuna, cioè di drento, che sono braccia trentacinque,
a lire dicenove il braccio, a nostro legname d'achordo chon lui insieme », e a dì primo di
settembre, lire sessantaquattro: «per uno chavalletto chon l'arghanetto per la sagrestia di
sopra, la taula dell'altare di San Giorgio, una pancha per la sala nuova e più acchonciature
di campane e altri lavori spessati per in duomo e in chase ».G

Nel 153G fa per il prezzo di scudi 270, a lire 7 per scudo, una sedia posta in duomo
allato all'altare maggiore «nude sedie l'arciveschovo chon a suoi assistenti, di chomisso
line, nella spalliera della quale v'ò magi, che venneno a adorare el nostro signore di cho-
misso ». 7 Nel marzo dell'anno successivo si adopra a tirar su e mettere in bilico sul
campanile la campana grossa, quella chiamata VAve Maria, e l'altra detta lo Squìllone nuovo; 8

1 Tanfani, Provincia di Pixa, n. 90. 5 Arch. del Capitolo, filza D. Ricordanze, p. 70.

2 Tanfani, Notiz. ined. di S. Maria del Pontenovo, p. 104. 6 Arch. del Capitolo, filza 1). Ricordanze, p. 140.

:! Ricordanze, 11, p. 15'. 7 Arch. dell'Opera. Debitori e Creditori, Azzurro,

1 Creditori e Debitori, Paonazzo vi, p. 178. Tanfani, p. 91, e Tanfani, loc. cit.
loc. cit. 8 Tanfani, loc. cit.
 
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