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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. I
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Supino, Igino Benvenuto: Il trionfo della morte e il giudizio universale nel Camposanto di Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0059

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22

IGINO BENVENUTO SUPINO

I.

Al primo quadro, dicemmo, la tradizione ha conservato il titolo di Trionfo della Morte.

La Morte infatti sovrasta per l'aria in orribili sembianze: capelli ispidi e folti, occhi
grifagni, piedi uncinati, ali di pipistrello e la falce alzata : accanto, in una cartella sorretta
da due angeli, n' è illustrata la figura coi noti versi :

Ischerno di savere e di ricchezza,

Di nobiltade ancora e di prodezza,

Vale neente ai colpi di costei ;

Ed ancor non si truova contra lei,

0 lettore neimo argomento.

Eh ! non avere lo 'ntelletto spento

Di stare sempre inapparecchiato

Che non ti giunga in mortale peccato.

Sotto si stendono ammassati cadaveri, fra cui si scorgono in confuso, gli uni sopra
gli altri, pontefici, imperatori, regine, principi, poveri, servi e villani. Dalla bocca dei giusti
gli angeli estraggono le anime, espresse dall' artista con tanti piccoli corpi infantili, tutti
nudi ; i diavoli le strappano invece, pure in simil forma, dalla bocca de' reprobi. Non lungi,
in basso, alcuni poveri e vecchi, accasciati, oltre che dal peso degli anni, da infiniti mali:
chi cieco, chi zoppo e chi storpio, si rivolgono in atto supplichevole verso la stessa Morte,
affinchè venga a toglierli dalle miserie della vita :

Dacché prosperitade ci ha lasciati,

0 Morte, medicina d'ogni pena,

Deh vieni a darne ornai l'ultima ceria!

come si legge nella cartella che una vecchia, curva e appoggiata al bastone, tiene in alto
con la mano sinistra. Ma la Morte, non ascoltando le supplici preghiere degli infelici,
indirizza invece la falce contro una lieta brigata di giovani, che in un ameno prato smaltato
di fiori, all' ombra degli olezzanti aranceti (ove sopra i rami sono due amorini con la face
in mano), fra suoni e canti, insieme con leggiadre femmine, godono tra le dolcezze e i pia-
ceri i loro amori. All'opposto lato invece, su di un'alpestre balza son rappresentati quattro
monaci intorno a una chiesetta, i quali, per i loro voti lassù ritirati, ci appaiono indif-
ferenti alla vita come alla morte, incuranti del rumore delle cose terrene, viventi in Dio
e serenamente aspettanti che Dio a sè li richiami. Intenti all'opere loro, chi munge una capra,
chi prega o legge seduto, tenendo il libro aperto sulle ginocchia; chi, appoggiandosi alle
stampelle, cammina a stento, mostrando così che gli anni e non le infermità lo han reso
cadente, chi guarda in basso la scena, facendo schermo con la mano agli occhi come per
veder meglio. Più in basso, San Macario (almeno cosi vuole la tradizione) mostra (pianto
sia fragile la vita, quanto sia breve il passaggio dalla morte all'ultima dissoluzione del
corpo, quanto stupida e sciocca la superbia e la vanagloria de' mortali. Egli, che par disceso
dall'eremo, è ritratto leggermente curvo, con la mano destra accennante alla cartella che
tiene nella sinistra, ove è scritto :

Se vostra mente ha ben accorta,
Tenendo fiso qui la vista attenta,
La vana gloria vi sarà sconfitta,
La sivperbia come vedete morta :
V'accorgerete ancor di questa sorta
Se osservate la lege che v' è scritta.
 
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