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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. VI
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Calzini, Egidio: Marco Palmezzano e le sue opere, [4]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0503

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4(50

EGIDIO CALZINI

uguale a questa di Forlì; una al museo Correr di Venezia; un'altra trovavasi a Crema,
secondo il Lanzi, nella galleria dei conti Tadini; una quinta è nella galleria Albichi i dì
Forlì, sulla tela, con la data del 1536; un'altra pure a Forlì, nella quadreria del conte Do-
menico Guarini (con due sole figure, il Cristo e iL manigoldo) senza data e col nome del-
l'autore; una è nella Galleria dei quadri del palazzo Ranghiasci-Brancaleoni a Gubbio, '
del 1535; due a Roma, con qualche variante nel numero delle figure, nella Galleria del
palazzo Spada; e un'altra ne comperò, anche in Roma, il Klachzko, distinto scrittore
d'arte, con la data del 1535. 2 Comprendendo quindi anche quella di Berlino (del 1503),
l'altra a Padova nel Museo Civico (collezione Cavalli n. 67), quella nel Museo Comunale
Martinengo in Brescia ricordataci dal Frizzoni 3 e questa della pinacoteca forlivese, tro-
viamo ben quattordici tavole di questo maestro rappresentanti sempre lo stesso soggetto,
ed eseguite quasi tutte negli ultimi tre o quattro anni della sua vita.

Un altro caso di due lavori simili, se non perfettamente uguali, l'abbiamo in una
Sacra Famiglia. La Vergine a mani giunte contempla il Divin Figliuolo in atto suppliche-
vole; più indietro, a sinistra, è San Giuseppe, e, davanti a lui, il piccolo San Giovanni.
Quale sfondo, una campagna montuosa ed il cielo azzurro, ariosissimo. La prima di queste
tavole è nella Galleria del conte Campi (erede il Protonotari, direttore della Nuova Antologia)
portante il nome del Palmezzano e la data M°CCCCCXXXVI. L'altra è posseduta dai mar-
chesi Paolucci anche di Forlì. Quest'ultima è migliore della prima per la vaghezza delle
carni e per la bellezza delle teste più dolci e più espressive; come in generale, gli è supe-
riore per il disegno, per l'eleganza delle estremità e per la leggiadria e varietà del paese.

Nella Galleria Campi sono altri due frammenti di sott'altare, molto belli: San Pietro,
il primo; e l'altro San Paolo. Misurano m. 0.42 X 0.24.

*

Dalle nostre vecchie guide e da alcuni mss. dell'Oretti rilevammo come per la chiesa
degli Agostiniani di Cesena, il Palmezzano dipinse una grande tavola con la " B. Vergine
sotto ad un baldacchino, al bordo del quale è scritto Ave Regina Coeli, e il Bambino Gesù
a sedere sulle ginocchia della madre, in atto di porgere l'anello di sposo a Santa Cate-
rina , la quale devotamente genuflessa presenta la palma del di lei martirio. Ella ha ap-
presso, in piedi, Sant'Agostino, 4 che legge; all'incontro, San Domenico, pur leggente, e
dinanzi a lui l'Arcangelo Raffaele che guida il piccolo Tobia, che colla sinistra si tira
dietro un pesce. Ai gradi del trono tre puttini che suonano. Il fondo è adornato da archi-
tettura. Ai piedi della Santa è un cartellino con Marcus Palmezanus 1537, ed ai piedi di
Tobia, un altro cartello con questa leggenda : Dna Lucia ux. Magistri Ioannis Calzolari] 11
spenditoris de Cesena fieri fecit anno Uni MDXXXVIJ. Appiedi dei tre puttini, che sono
disegnati con stile secco e meschino, vi è un libro aperto nel quale si leggono laudi alla
Madonna. Passò nella quadreria Hercolani di Bologna. „ La ricordano infatti anche le
guide di Bologna: quella del 1776 a pagg. 521-22, e l'altra del 1782 a pag. 286.

Non avevamo altra notizia sull'esistenza o meno di detta tavola e ci accingevamo a
porla tra le opere sue perdute ; quando in una nuova visita alla Pinacoteca faentina, più
fortunati che in altre ricerche, trovammo, non quanto avremmo desiderato, ma la prova
più sicura che il quadro di Cesena esisteva infatti, ma che, non sappiamo in quale anno,

1 Tale replica ci fu indicata dal carissimo nostro
amico prof. Gr. Mazzatinti; al quale anche dobbiamo
la fotografia del quadro a Monaco, gentilmente fa-
voritaci, per suo mezzo, dal eh. E. Simonsfeld.

2 E forse quella stessa che monsignor Giuseppe
De Conti Milesi, Delegato pontificio in Forlì, morto

a Roma, acquistava qui verso il 1850.

'A Archivio storico dell'Arte, anno H, p. 32.

4 II Milanesi scrive San Tommaso arcivescovo
Cantauriense, mentre il manoscritto che abbiamo
sott'occhio lo dice Sant'Agostino.

5 Esiste ancora in Cesena una famiglia Calzolari.
 
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