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Arco, Karl
Delle arti e degli artefici di Mantova: notizie (Band 2) — Mantova, 1857

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https://doi.org/10.11588/diglit.33346#0094
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88

(2) — Di Leonbruno fu scritto al cap. l.° del libro II nel priino volume.

(3) — II Marchese Federico era stato avvisato da Angelo Germanello con lettera scrittagli all’ll di
aprile del 1520 che: » Ia nocte del venerdì santo venendo il sabato morette Rafael da Urbino excellentis-
» simo pictore, et veramente è stata gran jactura per esser homo raro in lo suo exercitio. » II Gampori
(op. cit. a pag. 452) racconta che un altro lavoro del Sanzio allogato nella galleria dei Gonzaga in Novel-
lara pervenne in Mantova al 1797 scrivendo che il detto: » quadro assai piccolo cui era attribuito il valore
» di 600 doppie, rappresentava un puttino dormiente e un altro puttino in atto di ridere e di accennare a
» quello che dormiva. Nel 1797 i commissarj Francesi non conoscendo il pregio di questo dipinto ne fecero
» dono al giudice Tabacchi della Mirandola assistente alla vendita dei mobili del casino di sotto, il quale
» poi lo vendette pcr 800 zecchini al Gav. Bianchi di Mantova. » Questi forse fu lo stesso marchese Giu-
seppe Bianchi che al 1786 murò il proprio palazzo (oggi segnato del civic. N. 101.) e che da Lodovico
Andreasi si disse occupatissimo nella applic azione incessante cli varie scienze.

— 114. —

Lettera scritta al 16 di marzo del 1521 da Lorenzo Leonbrnao a Giovanni-Giacomo Calandra.
(.Inedita)

Magistro messer Joan Jacomo mio honorando, Zobia io mi partcli da Bologna el mi accompa-
gnai cum un signore Spagnuolo quale avea sccho due cavalli et ne fu datlo una guida che ne
condussc a presso a pietra mala quattro miglia pcr una via piana et bona et non tocasimo ne
pianor neloina ne scharica l’asino et è più curta assai come ogni homo diclano. Et il dicto signore
Spagnuolo interrogandomi de che terra io era el dove volcva andare li dissi essere mantuano
servitore di qucllo Illust. Signore dove che el dilto Spagnuolo piliava grandissimo piacerc a
parlar mecho, mi domandete de la statura et grandezza de sua signoria, io li disse la gentil effì-

gie e coslumi dc sua signoria et del cavalcar suo qual pare un altro sanlo Giorgio a cavallo et

come sua signoria è amator di insloria et de vertuosi. Et quando io me vidi essere bene intero-
gado da lui io incomenzai anchora mi interogare lui et li dimandai dove sua signoria venia et
dove volea andare, me rispose venire da la corte dc lo imperatore e volea andare a napoli. li di-
mandai il nome non me lo volse diro ma feci lanto cum un suo servitore che mi disse essere de
la corte de lo impcratore et per sopranome nominato e\ principe dclla laguna. Et le dimandai se
sua signoria avesse incontrato certi cavajli che il signor patron mio a Ia macslà del Rè manda a
donare, mi dissi dé si et che li avea incontrati a presso a Urma sia una giornala, dimandai
quando fu questo me disse a dece del passato ct in dilta vila se relrova la maestà cesarea et
etiam dice aver parlalo cum lo maestro de stalla et che li disse voler lenere li cavalli qualche
giorno inanci che li mostrasse al Re: et egli li laudava tulti ma fra li altri quello cavallo grosso:
Et ricordandomi della razza de detti cavalli et come sua Signoria avea si bona razza et degne
sorte, ci li dissi come fù principiata da la bona memoria del palrc dè sua signoria et etiam sua

signoria la mantiene de ben in mclio et in quesla sua signoria ha grande solicitudine et non slima

denari a mandare in turchia in alexandria in barbaria et in altri lochi dove se ritrova la fiore de
li cavalli et li compra per grandissimo precio, solum per mantenere la razza di sua signoria dil
che assai se meravigliava, Et perchè li dissi che ogni anno già per assai anni li palii de Fircnze
et de allre ciltà di ilalia erano vinli da li cavalli barbari dc la razza di sua Signor. come fussimo
arivati a loslaria in fiorenza lo domandò al ditlo oste et li fu risposto che parea che la signoria
di fiorenza fusse obbligala ogni anno a daro il palio di San Giovanni al Marchese di Manlua et
che non se ricorda mai che non fusse suo ogni anno, Et essendo desideroso dilto spagnuolo di
sapere la effigie et persona de sua signor. mi offersi dc farli vederc il rilratlo suo et ge mostrai
uno che io portava al Rev. d0 Archidiacono: Et vedendo che ditto Sig. Spagnuolo li piaceva el Io
 
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