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laudava et sollo coperta me lo richiedia ma non olsava a spacifìcarlo, io ge ne feci uno presente
quale allegramenle lo ricevete. Et volendo andare la sera in lelto a la camera mia, mandò uno
canzelerc et mi mandò ducati olto d’oro ct io vedendo cosi non li volsi aceptare et quasi me
volea sforzare a torre li dilti denari finalmcnte non li volsi mai aceptare dicendoli che io non
volea vendere il palron mio. Si che del tutto dò aviso a vostra magnificencia aciò se quella
parla cum lo lllus. Sig. nostro li possite raccontare questa cosa, el prego vostra Magnifi. faci
dare quesla altra mia litcra a mio filiolo, non vi posso più scrivere perche ho inteso che messev
Vicenzo e messer Gasparo sono arrivati a l’osteria de la campana in fiorenza li volio andare a
vedere e poi a dormire.

Da Fiorenza die 16 martii 1521.

Lorenzo Liombruno pictore

(al di fuori) A1 magnifico messer Jo. Jacobo Calandra Castellano
el secretario del lo 11!.° Marchese de Mantua.

— N.° 115. —

Lettera scritta al 24 di aprile del 1521 da Baldassare Castiglioni a Federico Marchese di
fflantova. (1)

Illmo et Exmo Dom. et Patron mio : viene a voslra Exc. magistro Lorenzo pictore al quale
io ho falto vedere più che mi è stalo possibile, ma per haver piena nolitia dclle cose di Roma
bisognarebbe starvi mollo più (2) niente di meno penso che per questo poco tempo harà repor-
tato assai buon frutto. Altro non mi occorre se non che baso le mani de V. Exc. et in sua buona-
gratia humilmente mi raccomando. Roma alli XXIUI di aprile MDXXI.

Di V. S. Illust.

fidel servitor Baldassar CastigUone

al di fuori) Allo Ulust. et Exc. S. et patron mio, el sior Marchese di Mantua.

ANNOTAZIONI

(1) — Lettera trascritta dali’originale.

(2) — Infatti il Leonbruno si trattenue in Ronia appena un mese, come si rileva dal brano che ri-
portiamo di altra lettera scritta dal Castiglioni al 23 marzo del 1521: » Jeri gionse quì maestro Lorenzo
» Leonbruno pictore con la letlera di V. Exc., in risposta de la quale non mi occorre dir altro se non cbe
» io non mancherò di farli vedere tutto quello che si potrà acciocchè el venga bene satisfacto. »

— N.° 116. —

Lettera scritta al 28 di Agosto del 1521 da Paolo Giovio a Mario Eqnicola. (1)

Doctissime alque offìciosissime Mari — Incessit jampridem animo meo iibido haud illauda-
bilis cubiculum Mercuriale atque Palladium exornandi verissimis clarorum in lilteris virorum ima-
ginibus, ut boni mortales eorum exempla ad virtutes emulatione glorie, accenderentur. Proiride
singulis tabellis dignissimorum arlificum ingcnio depinctis, plurimas eorum in immagines, non sine
labore, collegi; et in primis Portani, Mirandule, Politiani, Ficini, Hcrmolai, Sabellici, Achillini,
niuUorumque aliorum, ut Danlis, Petrarchae, Bocacù, Aretini, Baptiste Alberti, Pogii, Argyropih,

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