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versi dubitare della loro antichità. Anclie in colesli si verifica che non debbono avere una cognb
zione del lavorare degli antichi. Sono essi muniti di lutti i segni, come l’ allro della ballaglia che
marcano il meccanico delf arle appresso gli antichi. V’ è di più che uno di essi pcr ìo meno
(a quello ovc resla una donna veduta in scliiena con uno del coro di Sileno che ha un otra)
è stalo inciso da Marc’Anlonio, come un basso rilievo antico. Queste non sono, cred'io, ragioni
ma dimoslrazioni.

L’ Apollo poi, figura in picdi un grado mcno del naturale, che con la sinistra ticnc un ramo
d’alloro, in cima a cui resta un falchetto e ncl tronco da cui parte il ramo rcsla il serpente (4),
non è, a mio parere, un Tolommeo.. Ed eccone la ragione. È cerlo che è Apollo perchè tutli i
simboli suoi sono d’Apollo. Ma potrebbe essere, dicesi, Tolommeo che volesse essere sotto laforma
d’Apollo comc Comodo voleva essere solto quella di Ercole (5). Nemeno in ciò io converrei stante
la differcnza che passa tra lc teslc che chiamcrò eroiche, c queìlc fatle per formare un rilratto. La
testa dcl marmoreo Apollo si vede clie non ha alcuno di qucgli indizii che riconosconsi nei ritratti,
dunque se pcr azzardo passa qualche somiglianza frà le medaglie di Tolommeo e la fìsonomia di
cotesta slatua, si dee riguardare appunlo per un vero accidenlc. Yi è un allra cosa degna d’os-
servazione ed c che ia maniera con cui è trattala Ia testa, anzi tulta la stalua, l’acconcialura ecc,
lulto spica il modo degli Etruschi. Ella osservi in Plinio che al suo tempo, dice esso, v’erano
per Italia molle statue fatte dagli Etruschi. Debbono essere perse tulle? Dee il destino ruinatore
delle statue aver preso appunto di mira tutle le Etrusche, e non averne lasciala nessuna? Para*
goni le gernrne sicuramente etrusche, e vedrà quanta somiglianza frà esse e cotesta statua. Che
grado di pregio e quale slima non meriterebbe il loro Apollo ? Ma di coleste loro antichilà abba-
stanza per oggi, giacchè sono chiamato a pranzo. Pùda poi con me di quanto trovano a ridire nel
mio libro (6) perchè confesso il vero me ne diverto moltissimo, e con tutta stima affettuosa mi
segno. Milano, 11 aprile 1787.

11 suo Dev. Servo ed amico Carlo Bianconi

('al cli fuori) AI Sig. Pad. Col. il Sig. Ab. Gio. Girolamo Carli. segretario della Real Acca*
demia di Manlova.

ANNOTAZIONI

(1) — L’originale esiste nell’archivio dell’Accademia Virgiliana di Manlova.

(2) — Basso rilievo che dal Lahus si giudicò eseguito nel secondo o terzo secolo dell’era volgare, e
che da noi disegnato fu posto all’intaglio alla Tav._ XXXIX. del Tom. I. dell’opera Museo clella R. Acca-
demia (Manlova. 1857).

(5) — I due bassi-rilievi ricordati si veggono disegnati ed incisi alle tavole XXV e XXIX nel Tomo II.
dell’opera testè accennata ; il primo di questi fu detto dal Labus rappresentare Acrato e due fauni; il se-
condo una fesla Baccliica; ed ambidue operali all’età in cui visse Pericle.

(4) — A1 Tomo I. dell’opera cit. fu scrilto rappresenlare Apollo salutare che disegnalo quivi si vede
alle tavole V e VI.

(5) — Ed anche sotto forma di Mercurio, come Comodo è raflìgurato nella statua che arricchisce il
nostro Museo. (Si vegga alla Tav. III, op. cit.)

(6) — La Guida di Milano puhhlicala dal Bianconi.

— N. 249. —

Lettera scritta al 13 di agosto del 1787 da Paolo Pozzo a Ginseppe Cauzzi. (Inedita)

111. Sig. L’ opera ricercatami è una delle più malagevoli in riguardo ai molti abusi che vi si
sono introdotti dalle libertà architettoniche. Ilo procurato di formarc l’idea del teatro di Lodi (1) che
desidera della maggiore semplicilà e dalla figura che le compiego rileverà quanto ho inteso di

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